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Bologna, si presenta Luca Bechi

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Il nuovo allenatore della Virtus è Luca . Il coach livornese è stato presentato ieri nella sede del gruppo Sabatini a Cadriano. Era presente anche il GM Massimo Faraoni, e una delegazione dei Forever Boys. Ecco quanto raccolto da bolognabasket.it.

Le parole di Claudio Sabatini. “Lo dico onestamente, avrei preferito stare senza questa giornata, quando si cambia l’allenatore e si interrompe un rapporto personale e professionale è sempre un giorno triste. Ritengo Finelli un buon coach e ottima persona, ma capita di essere la persona giusta nel posto sbagliato. Ho preso questa decisione, e fino a ieri sera nessuno sapeva niente, nemmeno Faraoni. Prima ho voluto parlare con Finelli, che si merita tutto il nostro rispetto. E i soci della Fondazione l’hanno saputo quasi tutti stamattina leggendo il giornale. Ma ho preso questa decisione perchè continuiamo a perdere sempre nello stesso modo e con la stessa faccia. I risultati e l’ambiente non hanno aiutato. Serve entusiasmo, e per questo ringrazio Luca Bechi, che ha raccolto una sfida importante in tempo reale. Non è una situazione bella ma non c’è niente di tragico. Ci sono dei tifosi che hanno pagato l’abbonamento e hanno visto una prestazione indecente, idem i soci della fondazione che ci hanno messo soldi. L’unico responsabile sono io. Ritengo che la squadra non sia così indecente come visto finora, possiamo migliorare, e affrontare le prossime partite con la giusta tensione e facce diverse. Non abbiamo il terrore della LegaDue, il terrore ce l’hai se vai in ospedale, economicamente sarebbe un affare e sarebbe uno step che farebbe riflettere tanti. Siamo sul mercato per cercare un play, ne abbiamo in mente tre. Se riusciamo ne prendiamo uno, altrimenti andiamo con quelli che abbiamo, e lunedì proviamo la febbre a Imbrò da titolare. La colpa è solo mia, non mi tiro indietro, domenica sarò in panchina con i ragazzi e mi auguro che ci siano 8000 persone a sostenere la squadra e Imbrò titolare. Poi a fine stagione tireremo le somme. I consuntivi si fanno lì. Riteniamo di avere un potenziale, vedremo se ci saremo sbagliati completamente o solo un po’. La matematica non è un’opinione e quindi è certo che ci sia qualcosa che non va. Spero però ci sia la voglia, nei prossimi due mesi, di dimostrare che non tutto era sbagliato.
Al gruppo abbiamo tolto qualsiasi alibi cambiando allenatore, e ora c’è bisogno di serenità. Io continuo a metterci la faccia, domenica saremo insieme in panchina. Ripeto, se c’è un colpevole sono io. Non c’è un singolo giocatore colpevole, si perde assieme, c’è un gruppo che si deve ritrovare. A Biella ho visto poco feeling e rispetto per l’allenatore, e ho deciso di cambiare.

Ci sono stati problemi in spogliatoio? Chiariamo una cazzata che è venuta fuori. Minard non è andato via per motivi economici. Poteva fare la fine di Kemp, o di Koponen quando voleva andare via. I contratti ci sono da ambo le parti. Se la Virtus fosse stata ancora mia Minard rimaneva qui fino al 30 giugno. Invece ho fatto il bene della società, non ho tenuto un giocatore insoddisfatto, lui ha lasciato qui 100.000 dollari, ma ne parleremo a suo tempo in una conferenza un po’ più ampia. Ora dobbiamo essere tutti coesi, poi finita questa stagione ne parleremo. Ora pensiamo a battere Caserta, vogliamo vedere quella fotta che domenica in parte si è vista, ma poi si è trasformata in nervosismo eccessivo. Questo dev’essere l’obiettivo di tutti quelli che amano la Virtus. Io sono pronto a tutto”.

Ed ecco Luca Bechi: “Ci tengo a ringraziare Sabatini e Faraoni, per me è un’opportunità di dimostrare il mio valore e di vincere le partite. La squadra aveva dei problemi, c’è da lavorare, ma è giusto dividere il campionato in tre parti. C’è stata una buona partenza, poi un momento buio, e adesso ci sarà la terza parte, in cui dobbiamo ripartire. Parlare di obiettivi è un’arma a doppio taglio, ci sono 10 partite e dobbiamo andare in campo con lo spirito per vincerle tutte. C’è bisogno di ritrovare la fame, la voglia agonistica, che ti fa arrivare per primo su una palla vagante o su un rimbalzo. Sulla chimica lavoreremo, abbiamo parlato di un giocatore da inserire perchè Poeta starà fuori dai 10 ai 15 giorni. Serve un giocatore che metta energia , “sangue fresco” e che sia bravo anche a coinvolgere gli altri. C’è grande fiducia in Matteo Imbrò ma serve anche un supporto. Dobbiamo trovare questa rabbia e definire le responsabilità: che gli americani facciano gli americani, e producano punti e gioco. Il campo non mente mai, adesso è il momento di uscire allo scoperto e far vedere che la tendenza è cambiata. Il contratto? E’ fino a fine stagione. Ho sempre accettato sfide di qualsiasi tipo, per me è un’opportunità e poi a fine anno faremo le nostre valutazioni, non ho bisogno di un salvagente o di altro.
Il mercato? Il punto fondamentale è capire la disponibilità immediata, quando vai a stringere spesso si scopre che non è così. Prendere un giocatore tanto per non ha senso. Noi abbiamo bisogno, cerchiamo di prendere un giocatore di qualità il prima possibile. Un giocatore che porti un po’ di energia e abbia faccia tosta, uno che si prenda responsabilità in un momento importante, e che possa giocare insieme a Poeta – quando rientrerà – e a Imbrò, che sono giocatori importanti per la Virtus del presente e del futuro: una guardia che possa giocare anche con la palla in mano, più giocatori che sappiano giocare a pallacanestro abbiamo meglio è.

L’esperienza all’Azovmash? Mi ha allargato gli orizzonti, e mi ha fatto capire che ci sono tanti modi di intendere la pallacanestro. Mi ha fatto conoscere mercati, lingue e situazioni diverse, e mi ha fatto vedere le cose da un’altra prospettiva. Sei mesi lì sono come tre anni in Italia.
Noi allenatori dobbiamo trovare il modo per accendere la squadra, un gruppo di uomini che deve raggiungere l’obiettivo comune. C’è la parte tecnica, la parte tattica, e quella cosa che si chiama coesione, perchè non è l’insieme di giocatori che fa la squadra. Si parte dalla palestra, lo scopo è trasformare questa squadra in una squadra vincente.
Analogie con la mia esperienza a Brindisi? Premettendo che devo vedere ancora la squadra dall’interno, credo siano situazioni diverse. Qui ci sono tanti giocatori giovani con voglia di emergere, conto molto su questo. Voglio vedere la loro freschezza e incoscienza in campo, voglio vedere una squadra che lotta e pressa su ogni pallone.
Che campionato ritrovo? In alto sono cambiati gli equilibri, anche se Siena mi pare quella più costante. Ci sono Sassari Varese e anche Roma che stanno giocando una bella pallacanestro. Ci sono equilibri che renderanno i playoff interessanti. Per la salvezza ci sono Pesaro Avellino e Montegranaro che hanno passato momenti difficili, e Biella che ancora non sappiamo che volto abbia, dopo essere cambiata completamente. Noi dobbiamo guardare in alto, sapendo che le partite vanno affrontate una alla volta. Magari non ci sono squadre che giocano una pallacanestro esaltante, ma sono tutti gruppi solidi, e i due punti vanno sudati e conquistati ogni volta. Nessuno ci regala due punti, vanno presi ogni volta.
Mi aspetto qualcosa in più da qualcuno? Mi aspetto che tutti facciano un passo avanti secondo le loro potenzialità. Chi è stato preso per fare la prima opzione deve farlo, idem chi doveva supportare. I giocatori sanno benissimo qual è il loro ruolo all’interno della squadra, a volte è più facile cercare alibi che prendersi responsabilità. Io chiederò a tutti questo, di fare al meglio quello che sanno fare meglio. Spesso capita che i giocatori siano concentrati più sul futuro che sul presente, io gli dico che una stagione con grandi numeri ma perdente di squadra è un neo nella loro carriera. E’ meglio fare un po’ meno individualmente e avere un record positivo di squadra. Questa è una cosa che crea uno spirito di squadra. Dobbiamo ripartire. E dieci partite sono tante, per dimostrare le potenzialità di questa squadra. E c’è bisogno del meglio di ognuno”.