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Aradori si presenta: Cercavo una casa per restarci a lungo, ma questa è una megavilla

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pietro aradori virtus bologna 2017-07-17

Il capitolo bianconero della carriera di Pietro Aradori comincia ufficialmente in una soleggiata tarda mattinata di luglio, nello scenario classico della Porelli.

Gli spalti gremiti da tifosi (saranno oltre 200), staff dirigenziale quasi al completo e figure storiche della Virtus (Canna, Alborico, da mezz’ora prima dell’arrivo del talento bresciano sono il chiaro segnale che la passione e l’entusiasmo per la Virtus Segafredo Bologna sono alle stelle.

A neanche un mese dalla trionfale cavalcata chiusa in gloria a Trieste, il popolo virtussino si é ritrovato numeroso per salutare l’arrivo del nazionale italiano, primo grande colpo di mercato per la ritrovata serie A.

Vestirà la numero 21, sempre usato quando non é possibile per lui indossare la numero 4 che, nel caso delle VuNere, é sacra.

Prende la parola il presidente Alberto Bucci: “Siete tantissimi, a qualcuno forse ha rinunciato o é tornato dalle vacanze per venire a dare il primo saluto a Pietro”.

“É un Nazionale, abbiamo cercato il meglio sulla piazza, é sempre migliorato, ha sempre dato qualcosa in più in tutta la sua carriera. Chi vuole migliorare fa sempre qualcosa in più, le performance sempre migliori sono indice di un giocatore con un atteggiamento diverso da chi magari ha statistiche sempre buone ma sempre uguali”.

“La squadra ha destinato budget importante per lui. Siamo orgogliosi di averlo qui, oggi parliamo di lui, non vedo l’ora che sia il 1 ottobre e che cominci il campionato, prima Pietro sarà con l’Italia è finalmente, sotto la maglia dell’Italia, da oggi ci sarà una V, quella delle VuNere.

Poi é il turno di Aradori che, visibilmente sorpreso di tanta folla, prende il microfono: “Ciao a tutti, grazie per le splendide parole. Non mi aspettavo questa accoglienza, ho cercato di rispondere a tutti in questi giorni sui social, ma siete veramente tantissimi. Perché la Virtus? Voglio trovare una casa stabile e fermarmi tanto tempo, ma questa sembra una mega villa più che una casa, a Bologna si sta creando qualcosa di grande e mai avrei pensato di andare in una squadra appena salita dalla A2. Ma questa é la Virtus. E quando si é palesata l’occasione, non ci ho pensato un attimo”.

Continua, rispondendo a domande dal pubblico: “La Virtus l’ho vissuta da piccolo, voi lo sapete meglio di me cos’é la Virtus, io sono carico, per migliorarmi e dare qualcosa in più a voi e a me stesso. Vengo dall’esperienza di Reggio Emilia dove si puntava forte su italiani, il nucleo italiano ti aiuta soprattutto nei momenti di difficoltà, questo fa la differenza, poi si vince solo giocando meglio degli altri tutti assieme, italiani e stranieri”.

“Ho firmato per 3 anni sperando siano molto di più, voglio migliorare ogni anno e migliorare la parte di bagaglio tecnico sicuramente e anche quella caratteriale. Qui Si parla di una grande squadra, se vanno in porto le trattative che sappiamo puntiamo a tornare alle coppe direttamente senza Wild card e mettere di nuovo la Virtus dove merita di stare”.

Del mondo Virtus ricordo alcune cose, io sono un 1988, ero piccolo ma ricordo Danilovic, Marko Jaric, con cui ho giocato a Siena, Griffith, Abbio.
Messina mi ha allenato al preolimpico l’anno scorso, é un grande coach, non vedo l’ora di ricominciare fra poco e far meglio, lui é un allenatore pretenzioso e se segui quello che dici giochi, sei un suo uomo ed é fantastico”.

“Ho sentito di sfuggita coach Ramagli, che conosco molto bene pur non avendoci mai giocato, giocavo però sotto Bechi a Biella che era un suo assistente, mi piace come sfrutta il talento dei suoi giocatori, é una bravissima persona, un bravissimo coach, faremo ottime cose assieme. Della squadra conosco Klaudio (dalle giovanili a CasalPusterlengo), bravissima persona, Guido avendoci giocato un’estate in nazionale assieme e avendole sfidato infinite volte, spero rimanga”.

Dopo il ringraziamento a Sbezzi, arriva la domanda su Gentile: “Ale é un mio grandissimo amico, tanti estate in nazionale, prima ancora che il giocatore é un grande ragazzo sia fuori che dentro il campo, Siamo due giocatori che devi rispettare entrambi sul parquet e se riesce a venire qua io sono super contento”.

Alborico ricorda ad Aradori che quaranta anni fa si ridusse lo stipendio per venir in Virtus da Venezia e si complimenta con il 21 bianconero per aver fatto la stessa scelta.

A chi gli chiede cosa serva per diventare come lui, l’unica risposta é il lavoro: “Migliorare é dura, lavorare sui punti deboli non é semplice, spesso da giovani devi fare scelte, spesso hai voglia di uscire con amici, fare altro, non andare sempre in palestra. Invece se vuoi diventare un giocatore, a prescindere da che allenamenti ed esercizi fai, devi avere l’atteggiamento giusto, é quello che fa la differenza”.

Baraldi ringrazia la grande famiglia Virtus, la stampa e i tifosi, e conclude con il giusto proclama: “Noi siamo qui per vincere”

Sulle note propiziatorie del “Nessun dorma”, Aradori si concede alle foto, alle TV e ai suoi nuovi sostenitori. All’alba vincerò ha portato ad un anno indimenticabile appena concluso, si ricomincia allo stesso modo.