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NBA – Nicolò Melli: “Ora c’è più spazio per il talento europeo in NBA”

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Nicolò Melli è stato protagonista di una Conference Call organizzata da NBA Europe e da Connexia, l’agenzia stampa che cura i rapporti tra i media italiani e la lega di pallacanestro più bella del mondo.

L’ala dei New Orleans Pelicans, terzo giocatore italiano in NBA, ha risposto alle domande dei vari giornalisti nel nostro paese. Anche noi di BasketItaly, che abbiamo seguito da vicino la sua traiettoria in Germania con il Brose Bamberg e tra le fila del Fenerbahçe le ultime due stagioni attraverso la nostra esclusiva rubrica Italy in Europe, siamo stati presenti.

Abbiamo già avuto l’occasione di veder giocare Nicolò Melli su Sky Sport NBA nel contesto di NBA Saturday ed NBA Sunday in diverse occasioni, che prevede l’emissione di 48 partite in Primetime in Europa. La prossima sarà in programma questa domenica, il 15 dicembre, alle 21.30 contro gli Orlando Magic: appuntamento da non perdere!

  • D: Qual è il tuo bilancio personale dopo le prime 20 partite?

NM: Il bilancio attualmente è positivo, anche se sono stato molto altalenante. Sapevo che le prime 20 partite sarebbero state strane, con alti e bassi, ma so anche che fa parte di un processo.

  • D: Chi è il giocatore che ti ha impressionato di più finora?

NM: LeBron è quello che mi ha impressionato di più, per come ha giocato contro di noi, quando hanno vinto. Ha gestito la partita in maniera impressionante, mi ha davvero colpito.

  • D: Giocherete per la terza volta in prima serata in Europa: è una cosa di cui si parla in spogliatoio? Si ha una percezione diverse di queste partite?

NM: Sì assolutamente. Si parla tanto di giocare in prima serata nazionale o anche internazionale. Io sono contento perché i miei familiari hanno la possibilità di guardarmi senza fare levatacce!

  • D: Toni Kukoc, nel suo anno da rookie, ha sempre parlato del fatto che i giocatori andassero ad una velocità differente, soprattutto in difesa: sei d’accordo con lui? E pensi di esserti già abituato ai loro ritmi?

NM: Sicuramente è molto difficile perché il ritmo è diverso, le spaziature sono diverse e devo imparare ancora tanto e abituarmi. È un processo e devo abituarmi.

  • D: Come vedi i giocatori europei in NBA? Sembra che adesso riescano ad arrivare più pronti in NBA: pensi sia anche grazie al cambio di format dell’Eurolega? Segui ancora il Fenerbahçe?

NM: Ci sono dei giocatori europei che fanno la differenza perché sono fenomeni. Non credo che il format dell’Eurolega abbia davvero influenzato. Credo invece che vengano date molto più opportunità agli europei; sicuramente c’è un cambio di punti di vista e adesso vengono date più chance. Seguo tanto il Fener, mi sento quotidianamente con Gigi (Datome, ndr), ma non me la sento di giudicare il loro momento perché sono fuori dal gruppo; comunque la stagione è ancora lunga, e spero possano raggiungere gli obbiettivi che si erano prefissati.

  • D: Che differenza c’è nel ruolo che avevi al Fener e quello che hai oggi? Trovi tante differenze nel modo di giocare, nelle spaziature…

NM: Non ho ancora un ruolo ben definito, ho bisogno sicuramente di un’altra ventina di partite per definire meglio il ruolo. Si apre di più il campo e si corre di più, tra virgolette è meno fisico perché lasciano correre meno gli arbitri, ma i giocatori sono più atletici. Sicuramente c’è da adattarsi a questo nuovo sistema.

  • D: Come vieni considerato dai tuoi compagni, un rookie o un veterano?

NM: Sono un po’ un misto, perché vengo chiamato in causa per le attività da rookie e le incombenze a cui un rookie deve sopperire, ma ho giocato tante partite, lo sanno e quindi mi chiedono anche consigli.

  • D: Se fossi arrivato prima in NBA sarebbe cambiato qualcosa? Ci sei arrivato a 28 anni, magari se fossi stato più giovane avresti avuto un percorso diverso.

NM: Non mi sono mai posto il problema o dubbio del “se fossi arrivato” prima, perché le prime offerte le ho ricevute un paio di anni fa. Poi io non sono un tipo che si guarda tanto indietro, e sono molto contento del percorso che ho fatto, perché mi dà una serenità, una tranquillità che magari non avrei avuto se fossi arrivato prima. Ma non posso saperlo, non ho la controprova; in ogni caso sono molto contento della scelta che ho fatto.

  • D: Brandon Ingram sta avendo un’ottima stagione, giocando ad altissimi livelli. Pensi abbia un potenziale da super star e quale compagno ha legato di più con te e ti ha aiutato di più finora?

NM: Ingram è un talento notevole e ha tanto potenziale. È ancora giovane, quello che sta facendo è impressionante e spero per lui e per noi che continui a fare così. Darius Miller è quello con cui più ho legato perché eravamo compagni in Germania, ma il gruppo è molto unito e ho sempre ricevuto aiuto e risposte tra tutti. Soprattutto dai veterani come JJ Redick e Jrue Holiday, tutti molto disponibili.

  • D: Avete già giocato qualche back-to-back. Quanto è difficile per voi giocatori rendere bene due notti in fila?  

NM: In tutta onestà, non sto giocando tanto quindi non è particolarmente provante per me, purtroppo. La cosa che mi sorprende è la loro organizzazione, perché riesci comunque a performare bene per l’attenzione che mettono in tutti i dettagli. Per quanto riguarda il mio stress fisico-mentale ne riparleremo più tardi, in attesa di avere un ruolo più chiaro e definito.

  • D: Parlando di nazionale, secondo te la tua presenza al mondiale avrebbe cambiato qualcosa? E per il preolimpico invece, hai già dato la tua disponibilità?

NM: No, non avrebbe cambiato assolutamente niente. I ragazzi hanno fatto un ottimo percorso considerato i gruppi e sinceramente non penso che sarebbe cambiato nulla, non sarei stato il salvatore della patria, e dobbiamo essere orgogliosi di quello che hanno fatto.
Ho dato la disponibilità per il preolimpico, tutto dipenderà soltanto dalla mia condizione fisica: le uniche volte che non sono andato è perché mi sono infortunato o mi sono operato. Quindi la mia disponibilità c’è, e dipenderà soltanto dal mio stato fisico.

Nicolò Melli fino al momento ha disputato 23 partite, tre delle quali come titolare, registrando una media di 5.3 punti, 2.6 rimbalzi e 1.1 assist in 15.1 minuti. Il suo career-high attuale è di 16 punti con 5/7 in triple contro i Golden State Warriors lo scorso 17 novembre.