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NBA Weekly – Le pagelle della settimana NBA

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10 per Brooklin e Deron Williams. In estate si parlava di un probabile flop dopo l’assalto fallito a Superman Dwight Howard. Ma le cose stanno andando diversamente. E il play, insieme a Brook Lopez e Joe Johnson, stanno stupendo un pò tutti.

9 al sempre verde Tim Duncan. Le primavere passano, ma la classe sopraffina resta. Negli ultimi sette giorni ha viaggiato ad una media di 22 punti, 12.8 rimbalzi, 3 assist e 1.3 stoppate, mettendo a referto ben tre doppie-doppie consecutive, roba più da ventenne! Inoltre, nella gara con i Raptors del nostro Bargnani ha fatto segnare la stoppata 2500 della sua carriera. Chapeau!

8 a Memphis che attualmente è in testa alla classifica NBA. Gli uomini di Lionel Hollins stanno tenendo botta dopo un inizio folgorante, quando in molti si aspettavano un pronto ridimensionamento. Ma fino a quando Zach Randolph terrà fisicamente, siamo sicuti che battere i Grizzlies sarà un problema per molti.

Un bel 7 Michael Jordan, che dopo esser stato il più grande giocatore della lega sul parquet, sta iniziando a progredire anche nelle scelte manageriali. Qualche mese fa, dal draft in poi, in tanti avevano deriso e criticato le scelte fatte dalla sua Charlotte, invece i risultati sono dalla sua parte. Michael Kidd-Gilchrist si sta mostrando da subito pronto al Basket professionistico, e l’ingaggio di Ramon Sessions si sta dimostrando un vero e proprio colpaccio. Promosso.

6 a Chicago, e sono anche le sue vittorie. Attualmente meno che le sconfitte (7). L’assenza del deus ex machina Derrick Rose si fa sentire, e la squadra non riesce a scrollarsi di dosso questa pesantissima assenza. In realtà i singoli stanno producendo buone cifre, ma i risultati devono ancora arrivare. Per Thibodeau la strada è in salita, e ci si augura che riesca a far uscire dal torpore anche il nostro connazionale Marco Belinelli.

Solo 5 per i Los Angeles Lakers di Mike D’Antoni. Dopo un buon inizio, le prime crepe e i primi musi lunghi iniziano a vedersi anche nella sua squadra. Uno su tutti è Pau Gasol. Messo in panchina nell’ultimo quarto nel suo derby personale con Memphis dove gioca il fratello Marc, nelle ultime due gare ha messo a segno solo 14 punti. Ma le sue parole sono quelle più allarmanti: “Voglio giocare più vicino al canestro: è così che mi sono fatto un nome”. Voglia di essere ceduto? Vedremo…

4 è la media dei voti che potremmo dare ai nostri giocatori che giocano in NBA. Una sufficienza per Danilo Gallinari, che seppur con qualche alto e basso, il suo contributo lo da sempre. 4 per il Mago, perché sembra involuto rispetto alle ultime annate che l’avevano visto frenare più per problemi fisici. Urge un risveglio immediato. E solo 2 (di stima) a Marco Belinelli, che a breve vedremo sugli schermi di Rai 3 nella trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ per avere sue notizie. Sempre meno minuti, ma purtroppo, meritatamente.

3 agli staff medici delle franchigie NBA. E’ sempre più frequente, per non dire sistematico, che il rientro di un giocatore prima venga stabilito in un periodo, per poi costantemente post-datarlo. Esempi lampanti quelli di Bynum, Nowitzky e Nash. Per favore non prendete in giro i tifosi con tempi di recupero ‘fantasiosi’.

2 a Reggie Evans che è entrato nella storia della Lega come il primo giocatore a subire una multa per simulazione. Il lungo dei Brooklyn Nets dovrà pagare 5.000 dollari di sanzione. Robe da sport nostrano…

1 inteso come numero ordinale e non cardinale… Chi sarà il Primo giocatore del basket professionistico americano, o come viene generalmente chiamato, MVP? Anche quest’anno la corsa è a due: Kevin Durant e LeBron James si contenderanno questo scettro fino al termine della stagione, anche perché i numeri prodotti dai due amici sono sempre più simili: 25.9 punti, 9.2 rimbalzi e 4.5 assist per KD e 25.2 punti, 8.8 rimblazi e 6.5 assist per LBJ.

Zero a Washington, come le vittorie conquistate in 12 gare finora disputate. Un dato imbarazzante per una franchigia sempre più allo sbando. I Wizard avranno anche poche gare alla loro portata nelle prossime settimane, quindi sbloccare questo dato non sarà semplice. Ma come sappiamo, il bello della NBA è anche dato da risultati a sorpresa. Chissà che la prima vittoria non arrivi contro i campioni di Miami che incontreranno ben 2 volte in 10 giorni…

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