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NBA Week 15 – Il borsino della corsa al titolo alla vigilia dell’All-Star Game

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La consueta pausa di febbraio per dar spazio alla galà delle stelle, in questa occasione di scena a New Orleans, è altresì una golosa opportunità per stilare un accurato ranking sulle reali possibilità delle varie franchigie di raggiungere gli obiettivi prefissati in pre-season. Superato ampiamente il giro di boa della stagione regolare, i valori e le caratteristiche delle varie compagini sono ampiamente delineabili. BasketItaly propone in due “puntate” un ranking delle principali contender.

In pole position in questo momento per la conquista all’anello ci sono senza dubbio i Thunder. Nonostante lo stop ai box del delfino Westbrook l’equipe di Oklahoma City ha continuato a macinare vittorie senza subire il contraccolpo di una simile assenza. I punti di forza della franchigia sono senza dubbio un arsenale offensivo variegato, una panchina lunga grazie all’upgrade dei giovani primi tra tutti Jackson e Lamb, una difesa solida sia sugli esterni avversari (made in Switzerland) sia nel pitturato (dove Ibaka e Perkins uniscono al meglio atletismo e solidità fisica) ma soprattutto la presenza nel rooster di Kevin Durant che, a meno di stravolgimenti clamorosi, sarà il prossimo MVP della lega. L’unica pecca dei Thunder è la loro propensione ad affidarsi a soluzioni individuali nelle situazioni calde dei match, una propensione che soprattutto nei playoff potrà essere u’arma a doppio taglio.

Subito alle spalle dei Thunder troviamo i Pacers. La squadra di coach Vogel deve gran parte del suo successo ad una granitica difesa ma non è solo questo il segreto dell’attuale record. Paul George è entrato definitivamente nel gotha della NBA, Stephenson è – insieme a Goran Dragic dei Suns – il MIP della stagione e Hibbert ha tutte le carte in regola per essere il Defensive Player of the Year. Il recente acquisto di Bynum, nato dall’esigenza di nuove possibilità offensive nel pitturato, potrebbe però far esplodere definitivamente uno spogliatoio già caldo. Proprio questa sembra essere la maggiore debolezza del team: George è attualmente alle prese con alcune beghe extracestistiche, Stephenson e West non passano di certo all’interno della lega per essere dei “dolci” e attireranno di sicuro heat nel corso della postseason, infine Hibbert ha una propensione ad estraniarsi dal gioco quando non è servito per lungo periodo.  

Sebbene si stiano nascondendo e LeBron abbia inserito le marce alte soltanto a sprazzi nessuna franchigia potrà fare i conti senza i campioni uscenti di Miami. La second unit nella passata trionfale cavalcata fu decisiva e coach Spoelstra in questa fase sta cercando di amalgamare al meglio gli uomini a disposizione. Amnistiato ad inizio stagione Miller e messo in naftalina il veterano Haslem, dovranno essere Beasley e Oden (seconda e prima scelta nei rispettivi Draft) a sostituirli per dare sostanza sia in attacco che in difesa. “Birdman” e “He Got Game” sono oramai elementi fondamenti nelle rotazioni, Wade nonostante la lenta inesorabile discesa rimane un fattore e Bosh sta giocando la sua miglior pallacanestro dai tempi di Toronto. Il cardine del “gioco Heat” è e resterà sempre LBJ: “The Chose One” in questa stagione sta tirando dal campo con percentuali mai avvicinate ma soprattutto i due anelli gli hanno dato una consapevolezza nelle proprie potenzialità che non aveva prima. La difficoltà nei prossimi playoff potranno scaturire dalla probabile mancanza del fattore campo nelle eventuali finali di Conference e Finals.

Anche gli sconfitti del 2013 si apprestano ad un’ultima cavalcata verso l’anello. I “big three” di San Antonio hanno di certo un anno in più nel motore ma hanno altresì quella sana voglia di rivalsa che il guru Popovich saprà plasmare al meglio. A dar un aiuto nel supporting cast ci sarà anche il nostro Marco Belinelli, oramai consacrato in primis all’interno del team come uomo chiave anche nelle fasi finali dei match. Non partiranno con i favori del pronostico, ma questo non è sempre uno svantaggio.

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