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NBA Draft 2016: stasera la passerella dei rookies. Simmons alla 1?

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NBA - Slide Andrà in scena questa sera nella  splendida cornice del Barclays  Center di Brooklyn, alle 20 ore  locali (le 2 del  mattino in Italia),  l’atteso draft NBA 2016.

 L’attesa, inutile negarlo, era tutta per  il “duello” virtuale tra Ben Simmons  e Brandon Ingram per la prima  scelta assoluta. Tuttavia, secondo quanto riportato in un tweet da Chris Haynes di Cleveland.com, Bryan Colangelo ed i sui collaboratori avrebbero già comunicato all’entourage di Simmons la volontà di portarlo nella città dell’amore fraterno.

Dietro i primi due in ogni caso, più lontani dalle luci della ribalta, si celano come ogni anno ottime promesse, inaspettate delusioni e potenziali “steals”: in queste poche righe BasketItaly.it cercherà di introdurvi in questo complicantissimo e inesatto labiritno, siete pronti a partire?

L’australiano, freshman da Louisiana State University, 2 metri e 8 per 108 kg, è fin dalla scorsa estate il candidato principale alla #1: playmaker nel corpo di un’ala grande e all-around di altissimo livello dotato di un fisico già NBA-ready, Simmons incarna perfettamente la figura dell’uomo franchigia intorno al quale costruire ( o ricostruire nel caso di Phila) un team vincente. Alle naturali doti di leader, realizzatore e passatore, fanno tuttavia da contraltare lacune nell’atletismo e nell’esplosività ed un tiro ancora non affidabile, sul quale si può comunque assolutamete lavorare.

Ad insidiarlo, approfittando dell’annata in chiaroscuro di LSU e di una crescita costante sotto l’ala di coach Krzyzewski, è stato nell’ultima parte dell’anno, Brandon Ingram: anch’egli freshman, 2.05 per 90 kg scarsi, è dotato di un fisico leggero e di braccia lunghissime, in virtù dei quali molti addetti ai lavori vedono in lui un nuovo Kevin Durant. Quello che è certo è l’ampio arsenale offensivo di cui dispone il (probabilissimo) futuro giocatore dei Lakers, specialmente in materia di tiro da fuori (41% da 3 punti): certo può migliorare nella creazione del tiro dal palleggio e nell’andare al ferro, ma la sua intelligenza cestistica ed ottime qualità anche dal punto di vista difensivo ne fanno un sicuro protagonista tra i professionisti.

Dietro i due protagonsti annunciati c’è molta incertezza. Tra i migliori prospetti vi è senza dubbio Kris Dunn, point-guard (più che playmaker) da Providence, una sorta di Russell Westbrook in erba: tostissimo dal punto di vista fisico, dotato di un’esplosività di primo ordine e di grande accelerazione, è in grado di colpire da fuori come di arrivare con la testa sopra il ferro, sa mettere in ritmo i compagni e può essere un fattore anche dal punto di vista difensivo. Il suo unico limite? Sé stesso: deve migliorare le letture e diminuire le palle perse, specialmente una volta tra i pro, dove la sua fisicità gli garantirà minor vantaggio rispetto ai pariruolo. Dunn viene associato a Boston in molti mock Draft, ma è davvero interesse dei Celtics aggiungere altre point guards dopo l’acquisizione di Isaiah Thomas e le recenti scelte di Smart e Rozier?

Protagonista di una strabiliante rimonta nelle previsioni degli esperti è stato invece Marquese Chriss, esplosiva ala forte freshman da Washington in grado di aprire il campo con il tiro da fuori e ottimo sia nell’attaccare frontalmente che nel tagliare a canestro anche in situazioni di pick&roll; destano però perplessità le sue doti di difensore con i piedi per terra ed il suo istinto per il rimbalzo. Sarà lui il compagno di Tyson Chandler nel front-court dei Suns o andrà a rinforzare il pacchetto lunghi dei Celtics?

Proveniente dalla stessa alma-mater di Chriss, sebbene più dietro nei mock degli adetti ai lavori, segnaliamo anche Dejounte Murray, creativa combo-guard che dà il suo meglio in transizione, ma attorno ai cui istinti da realizzatore ed alla buona stazza resta da costruire un giocatore.

Discorso a parte merita Buddy Hield, miglior realizzatore ed assoluto protagonista del torneo NCAA (25 punti di media in tutta la stagione). Hield è l’unico senior tra i protagonisti annunciati del draft, aspetto che sembra rappresentare però più un limite che un punto di forza, viste le minori possibilità di crescita; la guardia ex Oklahoma State tuttavia è un attaccante completo e un grandissimo tiratore da ogni distanza, che ben potrebbe figurare in un sistema offensivo in grado di concedergli spazio. Celtics ancora e Timberwolves alla finestra?

Un altro attaccante di primo piano è sicuramente Malik Beasley, shooting guard da Florida State, capace di essere un fattore sia da fuori che in avvicinamento al canestro: guardia dalle ottime misure, prezioso negli “intangibles”, Beasley deve limare alcuni difetti specialmente nella metà campo difensiva ma può essere protagonista di un ottimo futuro in NBA (viene spesso paragonato a Bradley Beal).

Interessante il tema relativo alle point guard: oltre al già citato Dunn, questo draft si segnala come ricco di numerosi piccoli di buon livello. E’ il caso di Wade Baldwin, ex regista dei Vanderbilt Commodores, atleta e giocatore completo dall’ottimo palleggio arresto e tiro e dalle lunghe braccia, che deve tuttavia migliorare nella gestione dell’attacco a metà campo; nello stesso solco è doveroso segnalare Demetrius Jackson, atletica guardia da Notre Dame in grado di attaccare il canestro con costanza e ferocia, ma mancante di dimensione perimetrale.

Altri assoluti protagonisti della stagione collegiale sono inoltre in lizza per una scelta al primo giro: l’intero back-court di Kentucky con il realizzatore puro Jamaal Murray (20 punti di media per lui) ed il piccolissimo quanto sottovalutato Tyler Uliss, il super atleta da California Jaylen Brown (prospetto intrigante e dal grande potenziale), l’all-around bianco da Marquette Henry Ellenson o ancora il tiratore rivelazione da Syracuse Malachi Richardson, l’ala Deyonta Davis, rimbalzista da MSU ed il suo compagno di squadra Denzel Valentine, per finire con le ex stelle di North Carolina e Baylor, Brice Johnson e Taurean Waller-Prince.

Allo stesso modo tuttavia, il draft può rappresentare l’occasione di rivalsa per molti ragazzi che hanno sin qui deluso le aspettative: è il caso di Skal Labissiere, ala forte haitiana da Kentucky, fiore all’occhiello della recruiting class di Calipari che si è dichiarato nonostante un’annata pressochè fallimentare a Lexington e dovrebbe essere destinato ad una scelta di lotteria; 2 metri e 13 di altezza ma fisico molto esile, buona mano dalla media ma totale assenza di gioco spalle a canestro, buon atletismo ma insufficente fisicità, Labissiere è dunque un cantiere aperto. Idem dicasi di Cheick Diallo, centro maliano dal grande potenziale fisico che incantò al Mc Donald’s All American 2015 ma che ha completamente steccato nella sua annata a Kansas (3 punti e 2.5 rimbalzi a gara) e che dovrebbe finire a metà primo giro come progetto a lungo termine.

Discorso più o meno simile infine per Thon Maker, super prospetto classe 1997 proveniente dalla high-school, che aveva incantato il mondo degli scout con i suoi highlights su Youtube ma che in realtà ha sempre faticato ad imporsi nelle rassegne dedicate ai liceali più attesi. La sua particolarità? E’ una guardia nel corpo di un pivot: misura 2 metri e 16 per 98 kilogrammi ed ha braccia spropositate che, unite ad una grande intensità e determinazione agonistica,ne fanno un vero e proprio diamante grezzo. La sua chiamata, le cui stime oscillano tra la 15esima e la 40esima posizione, rappresenta una delle curiosità più intriganti della kermesse newyorkese di stasera.

Per quanto riguarda i giocatori europei, grande attenzione su tre giocatori che potrebbero finire nelle prime dieci scelte: Dragan Bender, ala bidimensionale di 2 metri e 13 proveniente dal Maccabi, attorno al quale ruotano tante speranze quante incertezze, Jacob Poeltl, big man vecchio stampo stella dell’università di Utah, dotato di ottimo gioco spalle a canestro e tonnellaggio da dominatore del pitturato ed infine Domantas Sabonis, figlio del Principe del Baltico Arvydas, ala grande dallo spiccato istinto per il rimbalzo, grande lottatore e giocatore duttile e multidimensionale che potrebbe fare comodo fin da subito a molte squadre NBA.

Oltre a loro occhio a Timothe Luwawu, 21enne esterno francese proveniente dal Mega Leks (da cui arriva anche il centro Ivica Zubac, lui pure in odore di primo giro), slasher in grado di segnare anche dalla distanza e di sfruttare sulle due metà campo il suo atletismo. Per finire sembrano destinati ad una delle prime 30 scelte anche Willy Hernangomez, ex pivot del Real Madrid e Furkan Korkmaz, 18enne guardia che ha assaggiato l’Euroleague con L’Efes.

Per concludere la nostra analisi, anche il secondo giro sembra riservare la possibilità di pescare giocatori in grado di dare un contributo significativo tra i professionisti, vuoi per le loro caratteristiche fisiche e tecniche, vuoi per quanto dimostrato nella carriera collegiale: è il caso della ex stella di Syracuse Micheal Gbinije, protagonista di uno strepitoso torneo NCAA, di centri come Diamond Stone (UNC), Stephen Zimmerman (UNLV) o A.J. Hammons (Purdue), di Malcolm Brogdon, giocatore dell’anno nella sua conference con la maglia dei Virginia Cavaliers, di Gary Payton II, che sulle orme del padre sogna lo sbarco tra i pro, o, per finire, dell’ex grande prospetto di Kansas Wayne Selden.

Confinare in poche righe il lavoro di anni di osservazione da parte dei migliori scout del mondo sarebbe una pretesa fin troppo elevata, speriamo però di avervi dato le basi minime per godervi al meglio lo spettacolo di questo NBA draft 2016, che potrete seguire in diretta su Sky Sport 2: pronti alla notte più bella della offseason?