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Miami, il titolo a un passo nonostante Westbrook.

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Comici americani e talk show potrebbero a breve non avere più idee per i loro programmi e sketch perchè LeBron è li, a una partita da quel benedetto (o maledetto?) anello che metterebbe a tacere qualsiasi battuta maligna o sarcastica sul suo conto. Gli Heat infatti vincono anche in Gara -4 per 104-98 portandosi sul 3-1 in una partita che dopo il primo quarto sembrava completamente nelle mani di OKC.

Già perchè i Thunder partono forte, fortissimo, come aveva fatto Miami in Gara -2 e a 10″ secondi dal termine del parziale si trovano sul +17 sul 33-16 grazie a un Westbrook indemoniato e a un Collison sorprendente (6 punti per lui che corrispondono anche al suo bottino finale). Spoelstra però gioca l’asso nella manica che non ti aspetti e butta nella mischia Norris Cole, utilizzato a lungo ad inizio stagione e poi dimenticato per tutto l’anno fino a questo momento: il giovane dell’Ohio segna la bomba del -14 a sulla sirena e da il la ad una rimonta pazzesca degli Heat che in 5 minuti a cavallo fra primo e secondo periodo piazzano un parziale terrificante di 19-2 grazie ai canestri pesantissimi di Chalmers, Jones e proprio Cole. OKC però non molla e un Harden apatico, forse il peggiore della stagione, mette la tripla del +5 per il 40-35, ma chiuderà solamente con 8 punti la sua prestazione, di cui 6 nel primo tempo. La partita prosegue caratterizzata dall’equilibrio fra le due squadre; Durant e Westbrook fanno respirare i Thunder ma i Big della Florida tengono i padroni di casa a contatto e si va al riposo con il punteggio di 49-46 in favore dei ragazzi di Brooks. Terzo quarto: LeBron con un assist pazzesco direttamente da rimbalzo (da vedere e rivedere) regala a Wade i due punti del primo vantaggio Miami che viene però cancellato da una bomba del 35 in maglia blu. James però è assolutamente incontenibile e porta Miami, insieme a Battier (che va oltre spesso il limite del consentito in difesa su Durant), autore di una tripla fondamentale, sul + 7, prima sul 75-68 e poi sul 79-72. Il parziale si chiude però 79-75 grazie ad un arresto tiro di Westbrook e al libero di Durant scaturito da un fallo di Jones lontano dalla palla nella stessa azione. Tutto apparecchiato quindi per l’ultimo, e forse decisivo per la serie quarto che vede gli Heat andare ancora sul +7 sul 90-83 a 7’30” dal termine grazie ad una bomba di Wade. Westbrook è però l’unico dei suoi ad avere un sussulto, e che sussulto: il playmaker dei Thunder, dopo le critiche piovutegli addosso nelle prime 3 gare si scatena e realizza 7 punti consecutivi riporta gli ospiti in parità sul 90-90. Per l’ex UCLA saranno 43 i punti con uno 20/32 dal campo, 7 rimbalzi, 5 assist e in generale una gara di tutto cuore per lui. Mancano 5 minuti: nell’azione successiva LeBron crolla a terra dopo una penetrazione, Fisher parte in contropiede ma viene stoppato clamorosamente da Wade che regala l’assist per il +2 al Prescelto. L’ex condottiero dei Cavs però è zoppicante ed è costretto ad uscire: ne approfitta Durant che libero dalla sua marcatura realizza 4 punti per il +2 Thunder. Miami sembra totalmente spaesata in assenza del numero 6, che però rientra stoicamente in campo alla Willis Reed e mette una bomba pazzesca su una gamba sola che regala il +3 ai suoi sul 97-94 dopo che Bosh aveva pareggiato i conti (per l’ex Raptor 13 punti con 6/13 dal campo e una gara di tutta sostanza). Wade in penetrazione fa 99-94 ma ancora Westbrook in penetrazione tiene li i Thunder sul -3, prima sul 99-96 e poi sul 101-98. A quel punto però il numero 0, forse per la sua grande inesperienza, commette il fattaccio: Miami vince una palla due con soli 5″ secondi rimasti per attaccare ma Westbrook incredibilmente commette fallo sistematico su Chalmers lasciano incredulo Brooks e regala così la vittoria agli Heat, che devono ringraziare insieme ai Big Three proprio l’uomo dell’Alaska che segna 25 punti e mette a tacere tutte le critiche di cui era stato bersaglio nei 3 incontri precedenti. Ai Thunder non possono basta un Westbrook stratosferico e un Durant da 28 punti ottimo ma non eccezionale: nessuno degli altri componenti del roster è andato in doppia cifra e Harden è sembrato l’ombra di se stesso proprio nel momento più importante. LeBron ha adesso l’occasione di festeggiare il suo primo anello alla Triple A di Miami: e adesso che si inventeranno nei talk show?

 

 

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