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Messina a cuore aperto: “Pop e l’organizzazione Spurs i motivi della scelta” Belinelli: “Una storia fantastica”

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ettore messina, cska

Ettore Messina è ufficialmente il nuovo assistant coach dei San Antonio Spurs, squadra campione in carica NBA. Un grande orgoglio per tutto il movimento cestistico italiano, che nella pluripremiata franchigia del Texas, potrà contare su due portabandiera del nostro tricolore: coach Messina appunto, e Marco Belinelli. Sono proprio loro due i protagonisti di una bellissima intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” in cui raccontano le emozioni e sensazioni di ritrovarsi assieme dopo tanti anni di sacrifici, nella massima lega americana di pallacanestro.

 

Vi proponiamo qui di seguito, alcuni stralci dell’intervista, riportando le dichiarazioni più suggestive e significative rilasciate. Marco Belinelli inizialmente, svela la sua soddisfazione nel ritrovare coach Messina dopo averlo avuto come head coach ai tempi della Virtus Bologna, quando lui era ancora un ragazzino e venne promosso in prima squadra per allenarsi difianco a grandi campioni: “Messina l’ho conosciuto alla Virtus quando ero ragazzino, poi lui ha sempre speso ottime parole per me. Lo ritengo uno dei migliori coach in Europa, se non il migliore. Ha il carattere giusto, tanta esperienza e sa come vincere: sarà utilissimo per questi Spurs. Sono contentissimo del suo arrivo, è un grandissimo. Per me comunque sarà un po’ strano: ho iniziato da ragazzino con Ginobili e Messina a Bologna, lo scorso anno ho ritrovato Manu e ora anche il coach. E’ una storia fantastica, c’è un altro italiano a San Antonio.”

E’ il turno del grande protagonista di questi ultimi giorni, al centro dell’attenzione, com’è giusto che sia, di tutti i mass-media legati al mondo cestistico. Coach Ettore Messina, racconta il percorso, i motivi, i dubbi e la determinazione, che l’hanno portato a scegliere di ritentare l’avventura NBA, dopo l’esperienza del 2011/12 con i Los Angeles Lakers. Ecco le sue parole: “Non c’è stata una trattativa. Ci conosciamo da anni e con San Antonio ho sempre avuto un grande rapporto. Era nelle intenzioni di entrambi raggiungere un accordo che a fine campionato è maturato direi naturalmente in tempi molto brevi e con mia grande soddisfazione. Due motivi su tutti: primo la figura di Popovich, per me il Dean Smith della Nba. Secondo l’organizzazione di San Antonio che, a prescindere dalla forza della squadra, ha sposato una filosofia internazionale e sempre coerente nelle scelte dei suoi giocatori che ricalca il mio modo di vedere e fare il basket. Popovich lo conosco da 10 anni, è un grande coach, severo ma giusto, flessibile ma duro quando occorre. Un uomo vero, di quelli di una volta: 18 anni sulla panchina dello stesso club dicono tutto su di lui. Per me è un onore e una fortuna confrontarmi con lui.”

La chiosa finale, riguarda i suoi due ex allievi che ritroverà agli Spurs, ovvero Ginobili e Belinelli, a cui va aggiunto un terzo che tuttavia ha smesso di indossare le scarpette per scendere sul parquet di gioco: Aggiungo anche Trajan Langdon che lavora nel front office. Non ha giocato alla Virtus ma con me ha vinto 4 scudetti russi, uno italiano a Treviso e due Euroleghe con 5 final-four. Il passato non mi ha condizionato ma è vero che ci tenevo a lavorare ancora con Ginobili. Per me Manu non è solo un grande campione, è una persona speciale. Ginobili è Ginobili, non c’è altro da aggiungere invece voglio sottolineare la grande crescita di Beli. Per me la sua esplosione è stata una sorpresa. Sono molto ammirato dei progressi compiuti da Marco.”

Non resta che fare un grande in bocca al lupo ai nostri due azzurri, che rappresentano un pezzo d’Italia nella francighia campione in carica NBA.