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NBA – James Harden e il mistero del canestro fantasma: quali scenari adesso?

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La schiacciata fantasma di James Harden
Credits: Daniel Dunn/USA Today Sports

Nella notte tra Martedì e Mercoledì all’AT&T Center di San Antonio e’ andata in scena la sfida tra Houston Rockets e i padroni di casa degli Spurs. Una vittoria insperata e abbastanza inaspettata alla vigilia, con gli Spurs che la chiudono a loro favore per 135-133 dopo due tempi supplementari. E fin qui, nulla di strano. Non foss’altro che, a 7:50 dal termine della gara, durante l’ultimo quarto, in un semplicissimo contropiede con James Harden tutto solo, quest’ultimo si alza a schiacciare e la palla pare entrare ma, come capita a volte, a causa di uno scherzo del ferro essere rigettata fuori. In realtà la schiacciata e’ valida (e la cosa e’ immediatamente chiara dal replay offerto in tempo reale al pubblico), semplicemente la palla, per un gioco strano ed inusuale, gira su se stessa per colpa della retina e torna sopra il ferro dall’esterno, sballonzolandovi sopra ed uscendo. Per gli arbitri si tratta di “basket interference” ad occhio nudo, quindi niente due punti per il Barba. Qualche polemica, Mike D’Antoni che protesta nei secondi successivi e Harden che ridacchia ironicamente – ma nessuna vibrante manifestazione di disappunto. A maggior ragione considerando che a quel punto i Rockets fossero sopra 104-89 e la partita sembrasse assolutamente volgere nella direzione di una comoda vittoria per gli ospiti. Invece, la partita termina 115-115 nei tempi regolamentari, con la vittoria finale degli Spurs dopo l’extra time per soli due punti, e la schiacciata incriminata torna in auge come per magia.

Fosse capitato nel nostro campionato di Serie A – di calcio, intendiamo – ci sarebbero state polemiche infinite, movioloni e discussioni, e in tempi di VAR forse ancor peggio. Nell’NBA pero’ funziona diversamente, con gli arbitri che sono molto rispettati (anche per le salate multe che spettano a chiunque protesti o prenda un fallo tecnico) e quindi le loro decisioni molto meno “discusse” nel post partita. In questo caso, pero’, si e’ trattato di una situazione talmente palese che, nel post gara, il direttore arbitri James Capers ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega perché il canestro non fosse stato comunque convalidato. “Secondo le regole della NBA, se vi e’ una situazione equivoca e una squadra non e’ d’accordo con la decisione arbitrale, deve esserci un “challenge” chiamato dalla stessa squadra in una finestra di 30 secondi dal termine dell’azione stessa”. Cosa che ne’ Mike D’Antoni ne’ alcuno del suo staff ha richiesto, impegnati a protestare e forse non consci del peso che quei due punti avrebbero avuto alla fine.

L’NBA, a seguito di questo particolare avvenimento, ha deciso di aprire un’indagine. A questo punto si aprono tre tipi di scenari:

Gara vinta dagli Spurs: la partita rimane con il punteggio di 135-133 e tutto resta com’e’. Abbastanza improbabile, dato che i Rockets hanno gia’ annunciato che presenterebbero un reclamo ufficiale in questo caso;

Gara vinta dai Rockets: i due punti verrebbero convalidati e la partita terminerebbe 117-115 per Houston. Anche questa soluzione e’ alquanto improbabile vista la non sportività della decisione, con la gara che potrebbe aver avuto un altro svolgimento se ci fossero stati quei due punti aggiuntivi;

Ripetizione della gara: probabilmente a partire da quei 7’50” che mancavano al termine, e dal punteggio di 104-89 per i Rockets. E’ la decisione più probabile a questo punto, e sarebbe la terza volta nella storia della lega, l’ultima nel 2007-08 quando furono rigiocati addirittura  soli 51” tra Heat e Hawks per un fallo erroneamente fischiato su Shaquille O’Neal. Mai, pero’, si e’ rigiocato per un canestro non visto.

Prepariamoci ad assistere ad un evento piu’ unico che raro, quasi come la cometa di Halley.

We Love This Game, anche per questo.