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Home NBA Belinelli a cuore aperto: «Pop ricordi cosa ti dissi l’estate scorsa? Venivo qui per vincere» e lui rispose: «Ti ho voluto per questo»

Belinelli a cuore aperto: «Pop ricordi cosa ti dissi l’estate scorsa? Venivo qui per vincere» e lui rispose: «Ti ho voluto per questo»

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Un commovente Belinelli si lascia andare alle emozioni in una lettera aperta pubblicata sull’edizione odierna della Gazzetta Dello Sport, che vi riportiamo qui di seguito

 

Ce l’ho fatta. Non è uno scherzo, non è un sogno. Ce l’ho fatta. Ho vinto il titolo Nba. L’ho vinto con la squadra migliore. Con l’allenatore migliore. Con l’organizzazione migliore. L’ho vinto e ho festeggiato nello spogliatoio con i miei amici, fumando il sigaro e buttando birra ovunque

. L’ho vinto e non ho trattenuto le lacrime, perché arrivati a questo punto non c’è nulla da trattenere. Ho pensato ai tanti anni duri, ai sacrifici, allo scetticismo che mi ha sempre circondato. A tutti quelli che: «Non è da Nba, tornerà in Europa» a quelli che «Ha meno talento di tutti». Vi dico una cosa. Il talento senza il lavoro, la fatica, la tenacia e il carattere non vale nulla. Io sono la dimostrazione che se hai un sogno, se diventa il tuo obiettivo, se ci credi, se intorno hai le persone giuste, allora hai tutte le carte per farcela. E più la gente cerca di buttarti a terra, di demotivarti, più tu trovi la forza dentro di te per andare avanti. Per te stesso, ma anche per smentirle. Per guardarli dritto negli occhi e dire: «E adesso? Parla». Abbiamo dominato queste finali, abbiamo giocato da Spurs. Abbiamo superato squadre molto forti, a partire dalla prima serie con Dallas, quella che ci è servita di più per crescere. Vecchi a chi? Tim fa ancora il… a tutti lì sotto, Manu è una potenza, Tony un play di un’intelligenza superiore. Ma a parte loro tre, ci sono tutti gli altri. C’è Kawhi Leonard che si è meritato l’Mvp senza dubbio, c’è Boris Diaw che per me è stato l’uomo della svolta, ci sono Patty Mills e Danny “Big Dog” Green che hanno una difesa incredibile, Splitter e tutta la second unit. E poi ci sono io, l’unico in campo al primo anni negli Spurs. Anche ieri Pop mi ha chiamato in due momenti importanti e mi sono fatto trovare pronto. Sul podio ognuno di noi aveva la bandiera del proprio Paese: Italia, Australia, Argentina, Brasile…siamo una squadra speciale. Quando alla fine io e Pop ci siamo abbracciati gli ho detto: «Coach ti ricordi cosa ti dissi quando mi chiamasti l’estate scorsa? Venivo qui per vincere» e lui mi ha risposto: «Ti ho voluto per questo». Più di così non posso chiedere. O meglio, sì. Una cosa da chiedere ce l’ho: il prossimo anello, perché vincere è davvero troppo bello