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NBA – André Roberson, carriera a rischio?

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Andre Roberson
Joe Robbins/Getty Images

27 gennaio 2018, Detroit Pistons vs Oklahoma City Thunder. Questa è la data in cui abbiamo visto per l’ultima volta André Roberson in campo. In quella “maledetta” partita Roberson ha infatti subito un terribile infortunio al tendine del ginocchio, che lo costrinse ad abbandonare il parquet in barella ed a sottoporsi, nei giorni seguenti, ad un’operazione che si è poi trasformata in un vero e proprio calvario.
Inizialmente il bollettino medico parlava di stagione finita, con il rientro fissato per l’inizio dell’annata 2018/2019. Ma proprio durante il training camp di inizio anno, Roberson ebbe una ricaduta e fu costretto a tornare sotto i ferri, per una nuova operazione che avrebbe allungato la sua assenza dai campi di gioco per almeno altri due mesi. Le settimane passano, i Thunder aspettano con ansia il ritorno del loro specialista difensivo, per potersi giocare finalmente le loro carte nella lotta al titolo con la squadra al completo, ma le aspettative di un rientro nel corso della stagione vengono prontamente disattese. Infatti, nonostante nessuno in casa OKC si esponga in prima persona dichiarando Roberson “Out per il resto della stagione”, la sensazione che inizia a circolare tra i tifosi è che nemmeno quest’anno la squadra potrà contare sul #21. E così fu. I Thunder vengono eliminati al primo turno playoff dai Portland Trail Blazers e in campo non si ha alcuna traccia di André Roberson.
Dopo il terremoto estivo che ha completamente rivoluzionato il roster di OKC, al media day per l’inizio della nuova stagione, Roberson si presenta carico e sorridente, affermando di sentirsi molto meglio e di essere molto vicino a poter rientrare finalmente a pieno regime. Coach Billy Donovan e Sam Presti, nelle varie conferenze stampa tenute nel corso della settimana del training camp, dichiarano che Roberson non avrà restrizioni e che dunque tornerà ad allenarsi regolarmente in gruppo coi compagni.
Ma passano pochi giorni e queste dichiarazioni vengono nuovamente smentite dai fatti. Roberson salta prima lo scrimmage di inizio stagione, poi le partite di preseason ed al 16 novembre, anche le prime 12 partite stagionali.
E proprio alla vigilia della dodicesima gara di questa annata, coach Billy Donovan, intervistato dai giornalisti che gli domandano se Roberson tornerà in campo questa stagione, non si sbilancia. Anzi, l’allenatore dei Thunder, rimangiandosi ciò che era stato affermato da lui stesso solo poche settimane prima, dichiara che si augura di poter contare nuovamente sul suo giocatore, che lo sta sostenendo nel suo massimo impegno per tornare in campo, ma che ancora non sa se ciò potrà succedere.
Nella giornata di ieri, 3 dicembre 2019, dopo ben 19 partite, è stato annunciato direttamente dai Thunder, che Roberson si recherà a Los Angeles, lontano dalla squadra, per proseguire nel suo percorso di riabilitazione, non indicando una data precisa per il rientro che a questo punto diventa sempre più un miraggio.
La domanda di tutti i tifosi ed appassionati sorge dunque spontanea: tornerà mai Roberson a calcare un campo da basket? Ad oggi, dopo quasi due anni da quell’infortunio (terribile sì, ma non più grave di molti altri) la risposta che verrebbe da dare è negativa. Il ragazzo, nonostante l’impegno massimo e la dedizione nel tentativo di recuperare dall’infortunio e dalle ricadute avute nel corso della riabilitazione, non riesce a sentirsi pienamente a suo agio sul parquet, denunciando di provare ancora dolori al ginocchio operato e che ciò non gli permette di tornare a fare il lavoro di contatto con il resto della squadra.
Va inoltre sottolineato come sia la dirigenza, capitanata dal GM Sam Presti, sia il corpo tecnico, guidato dal coach Billy Donovan, abbia avuto una pessima gestione mediatica dell’infortunio e del conseguente recupero, non dando mai informazioni che corrispondevano alla realtà, venendo costantemente sbugiardati dai fatti.
Probabilmente non vedremo più Andrè Roberson in campo con la maglia degli Oklahoma City Thunder, ma ci auguriamo con tutto il cuore che possa in futuro tornare a calcare i parquet della NBA, facendoci ammirare nuovamente tutte le sue qualità difensive, che lo hanno reso negli anni uno dei migliori difensori dell’intera lega.