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Home Nazionale Sasha Djordjevic: “La Nazionale mi ha impressionato, ma in LegaA preferiamo USA di basso livello agli italiani. Siamo ormai una lega di sviluppo come il Belgio anni fa”

Sasha Djordjevic: “La Nazionale mi ha impressionato, ma in LegaA preferiamo USA di basso livello agli italiani. Siamo ormai una lega di sviluppo come il Belgio anni fa”

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Sasha Djordjevic, pubblico, milano

Al termine dell’emozionante sfida tra l’Italia e la Serbia andata in scena ieri sera al Torneo di Trieste, che ha visto gli azzurri spuntarla meritatamente dopo un match combattuto ed equilibrato, il coach della nazionale balcanica, indimenticato campione in campo, Sasha Djordjevic ha fatto il punto sull’Italia a 360° dalla situazione in Lega A all’impiego degli italiani, provando a lanciare qualche idea e proposta per rinnovare il movimento.

Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, ecco le parole dell’ex giocatore tra le altre squadre in cui ha militato, Milano e Pesaro. Inizialmente parla della Nazionale plasmata da coach Pianigiani: “Bella squadra quella e grandissimo gioco. Mi hanno impressionato. Il giocatore tipo dell’Italia deve saper fare tutto ed essere molto attento agli equilibri e alle geometrie. Uno alla Stonerook per intenderci. Datome poi è cresciuto molto, diventando un leader naturale. Vi basta solo uno dei tre NBA assenti, per essere da primissimi posti ai prossimi Europei.”

Succesivamente, ecco il tema più delicato, ovvero la situazione italiani rapportata al nostro campionato di Lega A: “Sbagliate a preferire 5-6 americani di basso livello agli italiani. Gli italiani devono giocare, punto. Sono loro a trasmettere il subtrato culturale che gli stranieri decidono di sposare. Ora invece sono i club italiani che si adattano al carattere straniero. L’Italia è il prolungamento della Summer League, una lega di sviluppo come lo era il Belgio tempo fa, con tutto il rispetto. Meglio prenderne due veri americani che 7-8 mediocri alla stessa cifra.”

Infine, Sasha parla di Alessandro Gentile e della possibilità per l’Olimpia Milano di lottare ai vertici dell’Euroleague: Gentile ha detto no alla Nba per rimanere a Milano e ha fatto bene. Ha deciso di crescere in Europa, di consacrarsi ad alto livello col proprio club. Arriverà in Nba da giocatore vero, per ritagliarsi uno spazio importante e non per fare la comparsa. Milano in Europa può ripetere l’ottima stagione scorsa se non ha l’arroganza di sentirsi tra le favorite. Col giusto approccio può succedere di tutto. Il Maccabi insegna: a questi livelli il budget conta relativamente, incidono molto di più il gruppo, l’umiltà e la fame di vittorie».