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La Francia centra il bronzo contro un’esausta Serbia

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La Francia salva il salvabile e davanti a oltre 24.000 spettatori va a prendersi la medaglia di bronzo, obiettivo minimo per chi partiva con l’ossessione di completare un sonoro back-to-back. La Serbia rimane attaccata alla partita con poca convinzione, svuotata nel fisico e nella testa, va in affanno alla prima accelerata secca degli avversari e poi contiene i danni, per un’onorevole sconfitta col punteggio di 81-68. Il mattatore, nonché migliore interprete dell’europeo da parte transalpina, è De Colo, che chiude con 20 punti, 4 assist e 3 rimbalzi. L’altro grande protagonista di un match che non passerà alla storia né per il livello tecnico né per l’intensità agonistica è Gobert, il leader del futuro già capace di marcare la differenza nel presente: una doppia doppia da 15 punti e 14 rimbalzi (7+7), condita da 3 stoppate, lo hanno tramutato in un Batman cestistico in grado di annichilire qualsiasi velleità dei lunghi suoi oppositori. Poca cosa la squadra di Djordjevic, dignitosa nel non sbracare completamente ma senza armi per battagliare adeguatamente. Si salvano Bogdanovic (14, 5/9 dal campo) e Nedovic (9), il resto è davvero poca cosa. Le percentuali complessive (40%) e da 3 (25.8%, 8 a segno su 31 tentativi) sono una mezza tragedia. La Marsigliese cantata a cappella dal pubblico e il ringraziamento commosso di Parker a staff, compagni e tifosi sono il modo migliore per la Francia di accomiatarsi dal “suo” Europeo.

Sono partite difficili da giocare le finali per il terzo e quarto posto: troppo vicina la delusione per la sconfitta in semifinale per scacciarla dalla testa e concentrarsi esclusivamente sulla partita da disputare. Nessuno vorrebbe andare in campo in questi casi, figurarsi quando le due squadre di fronte dovevano essere le finaliste designate. Saggiamente, i due allenatori cambiano leggermente gli assetti, nel tentativo di mandare in campo giocatori più stimolati e meno stanchi, sia mentalmente che fisicamente. Va da sé che l’avvio è piuttosto blando, ancora memore dello scoramento del match precedente. Chi riesce a svegliarsi per prima è la Francia, il segnale di tonicità del gruppo di Collet – rinfrancato anche da un entusiasmo intatto del pubblico di casa – è dato dal numero di rimbalzi offensivi catturati, ben 10 nei primi 20’, con personaggi come Kahudi, Gelabale, Fournier a ritagliarsi più gloria del solito. Parker non carbura nemmeno oggi e allora è De Colo (10 a metà) a guidare la squadra e a darle un gioco rapido e ben bilanciato fra interno ed esterno dell’area. Il grosso dei danni i Bleus li provocano in area, coi serbi molto poco reattivi e il trio Teodosic (0, 0/4 al tiro, 1 assist)-Bjelica (7, oltre a 4 rimbalzi e 3 assist)-Radulijca (2, 7 rimbalzi) a rimarcare l’appannamento già riscontrato con la Lituania. Il ricorso al tiro oltre l’arco, con le conclusioni scagliate spesso dopo pochi secondi dall’inizio dell’azione, sono il sintomo di una forte pigrizia degli uomini di Djordjevic: 6/8 da 2 e 5/17 da oltre l’arco sono da squadra di nani contro i giganti, non da Serbia! Due tiri scriteriati ma precisi di Markovic (6) e un ottimo Bogdanovic (9) tengono a galla i vicecampioni del mondo, che nonostante tutto chiudono sotto di soli 5 punti (37-32) il primo tempo.

La Francia accelera alla ripresa delle ostilità, cavalca il contropiede con De Colo e Batum – spettacolo fenomenale la sua schiacciata al volo dopo pochi minuti – e sfrutta la piovra-Gobert per mortificare Bjelica e compagni. A metà terzo periodo la Francia è sul 48-39, in pieno controllo. La Serbia persegue nei peccati del primo tempo: palla ferma, Teodosic abulico, Bjelica alternante fasi da cavaliere solitario in entrata e tiri da fuori senza costrutto, gioco interno scomparso. Quando anche Parker si sveglia, ecco il massimo vantaggio a +13 (52-39). Teodosic commette il quarto fallo e a guardare le facce degli omoni in rosso, la partita pare avviarsi verso una scontata conclusione. La Serbia perde palloni in serie, anche quando i francesi non pressano esageratamente, e all’ennesimo recupero di De Colo il solco si allarga a 16 punti (58-42 a 1’21”).

L’abbinata velocità-fisico di Nedovic dà una scossa ai serbi nel momento di rilassamento francese, con il restringimento del distacco a -9 (60-51) in apertura di quarta frazione. È un fuoco di paglia, per quanto pure Bjelica si dia la sveglia e Bogdanovic continui a darci dentro la continuità offensiva rimane una chimera. Il rientro di Fournier e di Gelabale ridà rapidità di pensiero ai francesi, che sigillano la vittoria con un uno dei rari tiri di Diaw e una schiacciata maestosa di Gobert. Davanti alla muraglia umana di Lille, mancare il podio sarebbe stato quasi increscioso per i campioni in carica, che sono riusciti a centrare almeno questo obiettivo. La Serbia può solo leccarsi le ferite e cercare di capire cosa sia successo nella fase ad eliminazione diretta, quando è sembrata solo una fotocopia sbiadita della mirabile macchina di pallacanestro ammirata in Germania.

Francia-Serbia 81-68 (16-16; 37-32; 58-44)

Francia: Westermann, Batum 7, Lauvergne 1, Kahudi 2, Parker 13, Fournier 15, Pietrus, De Colo 20, Diaw 4, Gelabale 4, Gobert 15, Jaiteh.

Serbia: Teodosic 3, Simonovic 3, Kuzmic, Bogdanovic 14, Bjelica 12, Markovic 8, Kalinic 1, Nedovic 9, Milosavljevic, Raduljica 11, Erceg 7, Milutinov.

                                                                                       

Foto: Fiba/Eurobasket