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EuroBasket Women 2015: L’Italia dei perché

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EuroBasket Women Di solito dopo una sconfitta viene naturale chiedersi subito il perché, accompagnato dai se. Ma quando un sogno crolla non bisogna renderlo una cicatrice, ma una ferita momentanea che potrà trasformasi ancora in tatuaggio.

Ieri l’Italia ha salutato l’EuroBasket Women 2015 che si sta svolgendo in Romania e Ungheria. Al primo round di eliminazione, le azzurre hanno perso la prima gara contro il Belarus, beffate da un buzzer beater delle avversarie per poi mollare all’overtime. La seconda partita vedeva la Grecia che è risultata padrona del campo. Con la Polonia le nostre ragazze hanno raggiunto una vittoria, per poi crollare di nuovo ieri contro la Turchia. Tanta amarezza e arrivederci Europeo.

Il coach Roberto Ricchini, nella sua bravura, non è riuscito a motivare abbastanza un gruppo unito e energico, e soprattutto la scarsa difesa e troppi errori nei tiri, hanno pesato molto sui risultati. Masciadri, Sottana e compagne sono state vittima di uno stato psicologico non troppo vincente, anche se positivo.

Ma se analizziamo la partita contro il Belarus, squadra fortissima e imbattibile, con un leader temuto come Yelena Leuchanka, le azzurre erano quasi riuscite nell’impresa di batterle ma hanno permesso che millesimi di secondo stracciassero il lavoro fatto fino a quel momento. Da lì, di certo è iniziata la discesa, con situazioni difficili da digerire.

Lo sport è questo, gestire e combattere il tempo finché la partita non finisce. Se la gara è ancora in corso, tutto può ancora succedere, quindi mai abbassare la guardia.

Gli unici perché a cui bisogna rispondere ora sono quelli che permettono di migliorare e far sperare ancora, con pazienza. L’Italia era partita con l’intento e la grinta di raggiungere alcuni importanti obiettivi, ma tutto è andato storto.

Ieri è calato un silenzio fastidioso, e il capitano Raffaella Masciadri ha comunque commentato la delusione dicendo: “Questo è un gruppo meraviglioso, sicuramente abbiamo raccolto meno di quanto valiamo.”

Dopo i perché e i se arriva la domanda: E ora?

Lasciamo che questo vuoto venga colmato e capito, perché un’Italia così non può crocifiggersi da sola, perché non si cambiano gli avvenimenti e perché dai fallimenti arrivano i migliori successi.

Grazie Ragazze.