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Esclusivo – Riccardo Cervi: “Ho lavorato tutta l’estate in attesa dell’opportunità giusta”

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Cervi Riccardo,Openjobmetis Varese-5912

A fine giugno aveva salutato la Pallacanestro Reggiana, dove aveva trascorso quasi tutta la carriera cestistica. Di lui non si era saputo più nulla fino al mese scorso, quando si è aggregato alla Pallacanestro Varese. Un paio di settimane fa è entrato a far parte ufficialmente del roster di Caja e noi abbiamo colto l’occasione per intervistarlo. Stiamo parlando del ventottenne centro azzurro, Riccardo Cervi.
Eccoti in campo, prima di tutto: come stai?
Sto bene, il lavoro con il preparatore Barnabà è stato ottimo.
Praticamente cresciuto nella Pallacanestro Reggiana, come ci si sente ad andarsene via dopo tanto tempo? Emozioni forti?
È la seconda volta, dopo il passaggio ad Avellino. E’ sicuramente strano, in quanto tanti anni con la stessa famiglia creano un rapporto molto stretto, ma è normale che certi cicli finiscano, e sono stimolato per questo nuovo ed ottimo ambiente.
Si diceva per te Brescia o Varese, poi alla fine l’ha spuntata la seconda. Come mai la scelta era fra queste due e non altre?
Volevo andare in un contesto in cui lavorare bene e al tempo stesso avere la possibilità di trovare il mio spazio.
Entri in una squadra a stagione in corso, cosa hai fatto nel frattempo?
Ho lavorato tutta l’estate, cercando di rimanere in forma, in attesa dell’opportunità giusta.
Hai mai pensato a un’esperienza estera?
Certo, non escludo nulla.
Nazionale. Com’è stata la tua storia? Ti manca? Vorresti ritornarci? 
Rimane un obiettivo importante. Indossare quella maglia è sempre una grande emozione. Lavoro per fare il meglio possibile qui, così da potermi meritare una convocazione.
Come gestisci gli Haters? Ti hanno mai influenzato?
Più passano gli anni e più si impara a ignorare. E’ importante scegliere chi ascoltare, che sia competente e ti conosca.
Il tuo numero è sempre stato il 14, ma nel roster di Varese appartiene a Mayo. Perchè il 10?
Perché è praticamente il numero di famiglia, indossato da mio padre Giovanni e mio cugino Simone.
Il momento della tua carriera che ricordi con maggior piacere?
Non ne ho uno in particolare, ci sono vari momenti che ricordo con piacere, come le vittorie della LegaDue e dell’EuroChallenge con Reggio, e tutta l’annata di Avellino.