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Caserta e Montegranaro: orgoglio e passione, realtà da salvare

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Caserta e Montegranaro hanno condiviso per tutta la stagione l’invidiabile primato di non aver avuto sulle proprie magliette un main-sponsor, oltre i tanti problemi finanziari ed economici delle rispettive società, che ne minano tutt’ora la certezza di poter continuare a fare gioire ed emozionare i propri tifosi anche per la prossima stagione. Si perché, nonostante i tanti problemi sopra elencati in minima parte, grazie al grande orgoglio, professionalità ed attaccamento alla maglia i giocatori bianconeri e gialloblù in questa stagione hanno regalato numerose gioie e soddisfazioni ai propri fedeli sostenitori.

Il grande merito in queste imprese sportive va dato in primis ai due allenatori Pino Sacripanti e Charlie Recalcati. Il primo a Caserta, dopo quattro anni sulla panchina della Juve oramai è diventato un’istituzione,  il personaggio più amato ed acclamato dai tifosi, di gran lunga al di sopra di ogni giocatore del roster bianconero. Lo stesso Pino, così attaccato alla causa bianconera da presentare alla società il famigerato Galimberti, ma nessuno in Terra di Lavoro si è permesso di muovere la minima accusa nei confronti dell’uomo e del coach Sacripanti, anzi il presidente Raffaele Iavazzi pubblicamente, per fugare qualsiasi dubbio di sorta, ha espresso il proprio ringraziamento al coach collante tra società e squadra in questi mesi difficili, nei quali la squadra non ha fatto mai mancare l’impegno e la grinta in campo. Collante, invece, in quel di Montegranaro è stato Recalcati, che diversamente da Sacripanti è solo al primo anno sulla panchina marchigiana, ma per dedizione alla causa e lavoro profuso ha dimostrato di tenere al bene della Sutor e dei suoi giocatori quasi se la sua militanza in terra marchigiana fosse stata pluriennale Giocatori che l’ex coach della nazionale ha difeso a spada tratta nei momenti più complicati, quando gli stipendi tardavano ed il pubblico era inclemente per alcuni risultati, ma la rinascita della Sutor (cinque vittorie casalinghe in fila, striscia di quattro successi aperta) e dei suoi giocatori è cominciata proprio da quelle accorate pubbliche apologie. Ora la storia degli ultimi giorni dice che: Caserta, nonostante la fuga del suo uomo più importante in questa stagione il pivot nigeriano Akindele ha battuto Brindisi in casa, ed addirittura in vista del prossimo scontro diretto di Venezia  può continuare a cullare sogni di play-off; Montegranaro, invece, con il successo nell’ultimo turno interno sulla capolista Varese ha dimostrato di voler onorare al meglio il campionato fino all’ultimo secondo nonostante il pieno raggiungimento dell’obiettivo salvezza.

Campionato nel quale le due formazioni hanno brillato anche per come hanno saputo impiegare e valorizzare i propri italiani (Caserta è seconda, Montegranaro terza nella classifica speciale dei minutaggi concessi ai giocatori tricolori), facendo di necessità-virtù se si vanno a rileggere i roster ad inizio stagione. Caserta e Montegranaro sono, e speriamo che rimarranno, tra i moderni esempi più belli del basket di provincia che la nostra pallacanestro ha sempre riproposto attraverso differenti realtà nella sua storia; esempi per i quali bisogna lottare affinchè con il loro orgoglio ed attaccamento al proprio territorio continuino a regalare emozioni, gioie, ed ore ludiche di divertimento alle proprie tifoserie.