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Basket italiano senza denaro: occorono idee fresche e coraggiose

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Con le squadre di Serie A e LegaDue intente a limare i propri roster con gli acquisti dell’ultima ora e con altri già impegnati nella preparazione non ci si può dimenticare di quanto sia stata tremendamente calda, ed ovviamente non ci si riferisce alla colonnina del mercurio, per tutto il movimento cestistico.

La stagione agonistica che verrà rappresenta, per molti punti di vista, uno dei più grandi fallimenti della storia della pallacanestro italiana degli ultimi dieci anni. Tutta un’estate a lavorare per cogliere anteprime di mercato e anteprime quando ci si accorge che il livello dei nostri due campionati si abbassa anno dopo anno sempre più, nonostante la nostra Nazionali sia tornando a regalarci qualche gioia. Il livello scende non certo per incompetenza dei nostri dirigenti, ai quali vanno sempre fatti i complimenti, ma perché soldi non ce ne sono e, come si dice dalle mie parti, “Senza denare nun se cantan mess!”.

Scorrendo la lista delle trentadue partecipanti ai campionati professionistici la situazione è avvilente considerato che squadre blasonate, vincenti e importanti come Cantù, Caserta, Roma e Pesaro sono tutt’oggi senza Main Sponsor e come la stravincente Siena ha visto dimezzarsi la somma che il MontePaschi ha depositato negli ultimi sei anni. Senza dimenticare che oltre a questo Teramo non è riuscita a buttare avanti la carretta per un altro anno ancora, che una piazza come Treviso ha dovuto dire addio al basket una volta che il signor Benetton (e non lo biasimiamo di certo) ha smesso di “investire” nella pallacanestro e che squadre come Cremona e (soprattutto) Roma sono vive solo per l’ennesimo gesto d’amore da parte dei loro presidenti, amore ricambiato in piccola parte dalle rispettive tifoserie e mai corrisposto, invece, dalle istituzioni. Una vera tristezza se andiamo a paragonare questo campionato a quello 2006/07 nel quale tutte le diciotto partecipante potevano contare sull’apporto economico di un Main Sponsor e nel quale si potevano ancora leggere i nomi di squadre come la Benetton Treviso, o la Fortitudo Bologna (altra squadra scomparsa dal panorama cestistico), o della Eldo Napoli (reduce da una vittoria in Coppa Italia) o, ancora, della Lottomatica Roma nella quale un certo Dejan Bodiroga faceva ancora divertire.

Va altrettanto male, forse peggio, in LegaDue nel quale girano ancora meno soldi e di società che si capottano ogni giugno ce ne sono almeno tre. Quest’anno, purtroppo, è stata la volta di una Ostuni alla frutta ormai dallo scorso gennaio e di Piacenza. A queste era dato ormai per certo anche il nome di Brescia ma anche qui, come a Roma e Cremona, è valso l’amore del consiglio di amministrazione ma che ancora oggi fatica a costruire la propria squadra e chiede ai propri tifosi di sottoscrivere almeno 1000 abbonamenti per continuare ad alimentare il sogno LegaDue. Senza sponsor, ma alla prima esperienza di LegaDue (e quindi incentivati ad investire, consapevoli che qualcuno poi verrà ad aiutarli) sono Ferentino, Trieste, Trento e Capo d’Orlando le quali hanno però costruito comunque dei roster piuttosto validi e competitivi. Stesso discorso per Bologna, Forlì e Napoli per la quale, e apriamo una piccola parentesi, è accaduto proprio lo stesso che speriamo non dover riscrivere squadre come Ferentino, Trieste e Trento, con l’Arch. Cesaro stanco di “investire” nella sua piccola S.Antimo e in cerca di migliore sorte con il trasferimento a Napoli e fusione con la dirigenza del Napoli Basketball. Mossa che, sarà pure ancora agosto, non ha ancora portato una parvenza di sponsor se non (appunto) ancora la tasca del suo proprietario.

Colpa di chi? Ma ovviamente della crisi economica che avanza, che ha messo in ginocchia migliaia e migliaia di imprenditori i quali non hanno più la possibilità di poter investire in sponsorizzazioni di uno sport che, diciamolo, ha un seguito minore anno dopo anno e su questo entrano in gioco le responsabilità della Federazione. Impossibile di come non si faccia nulla per cercare di riportare gente al palazzetto e di come si stia perdendo terribilmente il passo nei confronti del Volley e del Rugby (del calcio non parliamone proprio) ma che, piuttosto, si continuano a complicare le cose con riforme e contro riforme che abbassano sempre più inesorabilmente il livello del nostro campionato. Dicono che bisogna puntare sui giovani perché la Nazionale aveva raggiunto livelli competitivi troppo bassi, giustissimo, ma la soluzione non può di certo essere trovata nella creazione in un campionato come quello di DNA nel quale (scusate la schiettezza), a causa dei troppi ragazzi in campo, ha avuto spesso effetti soporiferi e neanche nel ritorno al dilettantismo per la LegaDue. Dicono che bisogna abbassare i costi, ancora una volta giustissimo ma come la mettiamo con il livello dei campionati? Il gap con gli altri campionati europei si allunga sempre più ed impensabile che l’unica a potersi giocare tutte le partite fino alla fine siano sempre e solo Siena e Milano, e per la stagione che verrà sarà solo l’Olimpia probabilmente. Dicono che bisogna far riavvicinare i ragazzi alla pallacanestro, niente di più giusto ma ancora un volta affidare le partite ad una televisione in chiaro (per pochi spiccioli, ovviamente) e far trasmettere le partite alle 16:00 del sabato non mi sembra la più lungimirante delle idee. Chi vuoi che le veda, ma soprattutto…. Chi vuoi che vada al palazzo???

Dunque, la situazione economica è quella che è e non stiamo certo qui a dire che gli imprenditori devono investire nel basket né che le istituzioni devono finanziare i club perché sarebbe assurdo ma che almeno la Federazione faccia qualcosa di serio per far riavvicinare la gente a questo sport che tanto ci ha fatto sognare negli anni e non solo con l’aumento degli italiani in campo… A capo della Federazione servirebbe, oltre che un appassionato, un imprenditore e un dirigente con idee fresche e che sia in grado di smuovere queste acque ormai stagnate…

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