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Turkish AirLines EuroLeague: il cuore dell’Olympiakos prevale nel duello rusticano con il Khimki (109-98)

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In una difficile partita in casa contro il Khimki è Printzeīs a guadagnarsi il titolo di MVP al Pireo

Va in scena anche in un Pireo tutt’altro che stracolmo il quattordicesimo turno di regular tra Olympiakos e Khimki. È però l’energia del palazzetto a scandire i tanti rivolgimenti sul parquet. Un’altalena di emozioni sugli spalti tra momenti di gioia incontenibile, silenzi di incredulità, passione e tanta tensione. Partenza tutt’altro che esaltante, con i ferro ad essere vero protagonista e bersaglio dei tentativi di entrambi i club. Ad uscire dalla carestia di punti ci pensano proprio i greci che riescono a inanellare una serie positiva di possessi catalizzando progressivamente l’energia di casa. Sono i liberi la chiave per il Khimki per tenersi aggrappati nelle prime fasi e arginare l’allungo dei bianco-rossi. Solo a cavallo di primo e secondo quarto i moscoviti trovano le energie per ricucire il gap e a riportarsi sotto. I primi venti minuti della sfida mostrano in maniera netta carenze e punti di forza di entrabe le compagini. L’ago della bilancia pende leggermente verso i greci grazie alla forza mentale che il fattore campo concede loro.

Ritorno in campo complicato per il Khimki, ancora intontito dai due liberi rimediati poco prima del break. L’inciampo a metà campo e conseguente palla contesa e conquistata dai greci sono lo spot che meglio testimonia la crisi emotiva degli ospiti, tenuti a distanza di 11 lunghezze. Impietoso anche il differenziale rimbalzi che pende anch’esso per l’Olympiakos quasi in doppia cifra. A riscaldare il Pireo è la terna arbitrale, rea di non aver concesso interferenza a canestro commessa dal Khimki, con tanto di tecnico contro i bianco-rossi. A poco più di quindici minuti dal termine delle ostilità, Kurtinaitis punta tutto sulla fisicità per arrestare il black out dei suoi ragazzi. L’ingrediente scelto dal tecnico lituano non basta a riprendere come nel primo tempo le fila del match. Atletismo e “capacità di trovarsi” degli avversari, intrecciati all’incapacità del Khimki a porre limite a errori e disattenzioni, vanificano l’azione di annichilimento dell’energia greca. Costruito un distacco l’Olympiakos prova a chiudere la questione prima della sirena dei trenta provando a braccare i moscoviti a tutto campo per costringerli alla totale capitolazione psicologica.

È proprio l’aumento della pressione ad accendere una insperata miccia negli ospiti. Naufraga contro giocate interessanti e incremento della percentuale da tre il tentativo greco di chiudere la pratica prima del tempo. Volata finale contraddistinta da un quasi totale scambio delle parti. A dettare il passo con atletismo e difesa è il Khimki che lascia le carenze nella scelta di tiro all’Olympiakos alla quale non resta che affidarsi al cuore. È proprio questo il fattore a portare le due contendenti all’overtime. I russi, dimostratisi superiori nell’ultimo quarto e in grado di annullare con solidità ogni tentativo dei padroni di casa, si fanno sorprendere proprio dal carattere straripante dei bianco-rossi. Solo l’onore di aver combattuto fino alla fine resta al Khimki che con un 109 a 98 torna ancora una volta sconfitta dal Pireo.