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Scontro FIBA-Euroleague. Petrucci: “La FIP rispetta le leggi. Solo Milano in Eurolega”

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gianni petrucci

Il presidente della FIP Giovanni Petrucci interviene oggi, venerdì 12 febbraio, sul “Corriere della Sera”, in un’intervista a cura di Flavio Vanetti, sullo scontro FIBA-Eurolega. Lo fa alla luce delle dichiarazioni del presidente dell’Eurolega Jordi Bertomeu di due giorni fa proprio sullo stesso “Corriere”. Qui di seguito un estratto dell’intervento che spiegano l’assoluto rispetto delle regole nelle scelte della FIP e delle società italiane.

«Bertomeu dimostra una volta di più che quando ci si vuole accordare, non si chiedono incontri all’ultimo minuto. Di mezzo non ci sono le scelte di Petrucci, ma le regole: per legge le devono seguire tutte le federazioni affiliate alla Fiba, che è un organo del Cio».

E sull’Eurolega: «L’Eurolega è efficiente, ma è un organismo privato. La Fiba la riconosce solo se non va in conflitto; se non lo fa, non ha una sola possibilità di sopravvivere» a cui aggiunge: «Tutte le società italiane hanno capito che non è un diktat di Petrucci. Anche i club di calcio, per fare attività internazionale, hanno bisogno dell’autorizzazione della federazione», precisando sull’EA 7 Armani che il prossimo anno parteciperà comunque all’Eurolega: «È inevitabile. Il presidente Proli ha mostrato un contratto sottoscritto in precedenza». E sull’NBA Petrucci ribatte: «La Nba ha un potere politico, non giuridico. Non comanda nulla nell’ambito delle regole del Cio», e sugli arbitri spiega: «Se un arbitro vuole passare all’Eurolega, può farlo. Ma gli conviene rinunciare alle altre manifestazioni? Nell’alveo Fiba, inoltre, i fischietti hanno polizze assicurative solide: spero che sia così anche nell’Eurolega. Infine, l’addestramento rimarrà alle federazioni: se si andrà allo scontro, non daremo più gli arbitri. Dove li pescherà Bertomeu quando i veterani lasceranno?».

Su possibili vie legali che l’Eurolega potrebbe intraprendere il presidente Petrucci afferma: «Ero sindacalista. Mi insegnarono che spesso si va in tribunale perché la tua organizzazione ha fallito gli obiettivi: quindi, è già una sconfitta. Il tribunale, infine, è come un rigore: te lo danno, certo; ma poi devi segnare». E un eventuale compromesso è possibile «solo se l’Eurolega farà un passo indietro. Non è possibile per la Fiba: rappresenta l’istituzione».