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Euroleague Playoffs, l’Olimpia Milano e il sogno Final Four

Euroleague Playoffs, l’Olimpia Milano e il sogno Final Four

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A lungo attesi, a lungo desiderati, l’Olimpia Milano torna ai playoffs di Euroleague e lo fa al termine di una regular season a tratti entusiasmante.
Il momento dei biancorossi non è entusiasmante, sono arrivate 3 sconfitte nelle ultime 5 partite di Euroleague (brutta in particolare quella sul campo del Panathinaikos) e qualche sconfitta di troppo anche in campionato, forse per stanchezza mista a gestione del roster. Tuttavia Ettore Messina arriva al momento culminante con tutti gli effettivi a disposizione: recuperano Kyle Hines (solo precauzionale il suo stop), Micheal Roll e Gigi Datome (anche per lui solo precauzione). La gestione delle energie si è rivelato un aspetto fondamentale di questa lunghissima stagione europea.

LA LUNGA STRADA VERSO I PLAYOFFS

Lunga è davvero i termine adatto, 34 massacranti partite di regular season che non hanno risparmiato il roster biancorossi. Tanti gli infortuni (in particolare il recente stop di Malcolm Delaney, operato al ginocchio ma tornato a disposizione) ma anche tanti i successi importanti. Come non citare la storica vittoria sul campo del Maccabi dopo oltre 30 anni (partita soggetto del documentario Euroleague “The New old boys”) con Buzzer Beater di Delaney, o la vittoria a Madrid con numerosi infortunati e una storica nevicata che ha bloccato la squadra in Spagna.

Fondamentali nel percorso playoffs anche la vittoria a Mosca (Hines che stoppa Bolomboy è ancora negli occhi dei tifosi milanesi) e la doppia vittoria a Istanbul contro Efes e Fenerbahce. Si può dire che mai come quest’anno (non senza un contributo delle porte chiuse) è stato fondamentale vincere in trasferta.

LA STELLA

La stella o le stelle? Mai come quest’anno a Milano la differenza l’ha fatta il gruppo. Ogni partita ha avuto protagonisti diversi, dalla crescita di Shields e LeDay all’esplosione di Kevin Punter, ma se si parla di Leadership è inevitabile citofonare al trio di veterani: Kyle Hines, Sergio Rodriguez e Gigi Datome. Forse la stagione ci dice che la stella è Punter ma nel momento cruciale state certi che i tre leader mostreranno l’anima dei vincenti. Poi ci sarebbe anche un Clutch Malcolm Delaney….

THE P.O.B.O.

Forse la stella però sta in panchina: The President of Basketball Operation Ettore Messina. Ha costruito un gruppo profondo, ben amalgamato e ha letto il corretto sviluppo dei giocatori “sorpresa” come Zach LeDay e Shavon Shields.
Ma la cosa che mi è sembrata più chiara è che Messina ha imparato dai suoi errori. Ha imparato dall’errore Shelvin Mack affiancando al Chacho un Handler di prima fascia come Delaney. Ha imparato dall’errore Aaron White inserendo un giocatore atletico ma anche tecnico come Zach Leday e ha capito che serve anche improvvisazione a giochi rotti con Kevin Punter. La differenza quest’anno Ettore Messina l’ha fatta sia in campo che dietro la scrivania.

LE CONDIZIONI FISICHE

Come dicevamo all’inizio dovrebbero essere tutti disponibili i giocatori per Ettore Messina. Kyle Hines ha recuperato da un piccolo acciacco, stessa cosa per Gigi Datome, Roll ha ripreso ad allenarsi dopo uno stiramento e Jeremy Evans era già rientrato nella sfida contro l’Efes.

LA CHIAVE TECNICA

Credo che prima di ogni cosa conterà la freddezza mentale e la lucidità negli inevitabili momenti di difficoltà, e in questo sarà fondamentale il trio di veterani citato precedentemente. Contro il Bayern, squadra molto fisica e atletica, servirà grande applicazione difensiva su Reynolds (Jeremy Evans potrebbe tornare utile con il suo atletismo) ma forse addirittura di più sugli esterni dove Delaney dovrà sporcare molte traiettorie, affiancando il Chacho che avrà licenza di uccidere.
Attenzione alla marcatura su Lucic, giocatore rivelazione in questa stagione, mentre offensivamente potrebbe fare la differenza il tiro da fuori di Zach LeDay.

LA STORIA CHE MANCA DA TROPPO TEMPO

L’Olimpia Milano non fa i playoffs dal 2014, era un’Euroleague diversa ma negli occhi dei tifosi c’è ancora l’antisportivo di Melli, il supplementare di gara 1, la scavigliata di Keith Langford e tutta la serie priva del miglior Alessandro Gentile mai visto. I rimpianti sono ancora tantissimi (anche perchè c’era una Final Four casalinga che chiamava) e forse è ora di cancellarli via conquistando una Final Four che odorerebbe di impresa.

IL PRONOSTICO

Difficile, anche se la stagione dice 2-0 Olimpia. La prima gara fu decisa al supplementare mentra la seconda fu sostanzialmente un NO-GAME con tanto di rissa verbale in conferenza stampa. L’Olimpia sulla carta è più forte e più completa ma la stagione ci racconta di un Bayern Monaco sempre sottovalutato che ha smentito tutti vincendo 21 partite, le stesse dell’Olimpia, il tutto con il grande gioco creato da Andrea Trinchieri. Sfida tattica e complicata ma ci sbilanciamo per un 3-2 Olimpia Milano.