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Bertomeu: “Deluso dal comportamento della Fip. In questo momento l’Italia per noi inizia e finisce con l’Olimpia”

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MILANO - PALAZZO MARINO - CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE FINAL FOUR  EUROLEAGUE BASKET BALL 2014  - NELLA FOTO JORDI BERTOMEU

Lunga intervista del CEO di  Euroleague Jordi Bertomeu alla Gazzetta Dello Sport nel giorno del via alla nuova era della competizione europea

Mr. Bertomeu, come si presenta Euroleague al via di questa avventura?
«Fra l’entusiasmo che suscita l’affrontare qualcosa di nuovo e la responsabilità di far sì che tutto vada bene. La storia dell’Eurolega è fatta di rischi presi per tracciare nuovi sentieri. Siamo molto contenti dopo tanti anni di poter realizzare quello che è stato a lungo il nostro sogno, una vera e propria lega europea. Dovremo essere bravi e fare tutto al top perché tifosi e protagonisti da noi si aspettano quello e non li vogliamo deludere».
Il format è quello definitivo?
«Non tanto il format , ma il concetto del girone unico, di un campionato continentale dove tutti sfidano tutti. Non posso dire che fra 10 anni la formula sarà ancora questa, vedremo, ma sicuramente non torneremo indietro. Non è nemmeno. detto che le 16 squadre siano il numero giusto. Magari passeremo a 24, ce ne sono altre con potenziale per entrare a far parte di questo gruppo. Quindi lo sviluppo del progetto è più sull’allargamento che sul format. Ora vedremo come andrà la prima stagione e quando ci saremo consolidati decideremo se sarà il caso di aggiungere club che hanno capacità e mercato che per noi abbiano senso».
Cosa la soddisfa di più e cosa di meno dopo tanti anni d’Eurolega?
«La cosa che più mi fa felice è vedere come i club hanno imparato a lavorare insieme per il bene comune. Hanno capito che sono partner di una società. E’ stata una sfida complicata, 16 anni fa tanti presidenti non avevano idea di cosa fosse una lega europea. Il problema principale invece è che non tutti hanno capito o accettato quello che abbiamo raggiunto. La Fiba ha deciso di prendersi una cosa che non è stata capace di costruire da sola. Con una procedura d’autorità, senza un progetto che i club abbiano accettato. Se hanno usato metodi illegali sarà qualcun altro a deciderlo. Per me è più importante l’aspetto morale. Se ti ergi a difensore dei valori sportivi e poi ti comporti così, la tua posizione diventa ancora più grave. Ci fosse stato un progetto alternativo legittimo l’avrei capito. Ma quello che la Fiba ha fatto in questi ultimi 6-7 mesi è inaccettabile. Non puoi minacciare di togliere il Preolimpico o di squalificare i club».
Come si risolvere la querelle?
«Entro poche settimane arriverà il verdetto dell’Unione Europea. Non sono esperti di sport e hanno voluto studiare nei minimi dettagli il caso.Mi auguro sia favorevole, che permetta quindi alle squadre di poter decidere dove giocare le coppe».
L’ha delusa il comportamento della Fip?
«Sono molto triste per quanto successo in Italia. La Fip ha utilizzato la minaccia dell’esclusione dai Giochi o di Roma 2024 per portare i club sul versante Fiba, segnale che non crede nella trasparenza di quanto accade al Cio. Se Malagò e Petrucci la pensano così, allora lo dicano».
Come possiamo crescere?
«Non sta a me dirlo. Chiaro, il movimento si è indebolito. Ci si deve compattare, Le minacce ci sono state anche negli altri Paesi, ma la reazione è stata diversa. Capiamo la pressione della federazione, non era facile ma si poteva rispondere diversamente. La riflessione deve partire dalla base e arrivare alla punta del basket italiano. Se poi Petrucci è contento così, allora ok, ma come manager non mi fa piacere».
Avete confermato Istanbul come sede delle Final Four 2017. Segnale importante in un momento delicato per la Turchia.
«Era già deciso dall’estate e la situazione è simile a quella che purtroppo ormai troviamo in tante altre nazioni. Istanbul sarà sicura come lo sarebbero state altre città».
Milano finalmente sembra attrezzata per fare strada anche in Europa.
«Per noi è molto importante l’investimento che hanno fatto, un segnale che ci fa molto piacere. In questo momento l’Italia per noi inizia e finisce con l’Olimpia».