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Eurocup – Reggio Emilia in semifinale, coach Menetti: «Capolavoro di tutto il gruppo, ma non è finita qui»

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Coach Massimiliano Menetti si presenta in sala stampa nel post partita di Grissin Bon-Zenit visibilmente provato dopo i sudatissimi 40 minuti che hanno consegnato Reggio Emilia alla storia delle competizioni europee.

«Siamo contenti e felici – ha esordito il tecnico reggiano – Abbiamo meritato di passare il turno e adesso dobbiamo finire il lavoro, non vogliamo mollare la presa. Il nuovo obiettivo è conquistare la finale». «Tre sono i motivi di questo grande capolavoro – ha proseguito il trainer biancorosso – Organizzazione e per questa va riconosciuto il merito della società. Mentalità, figlia del grande lavoro dello staff tecnico. Cuore e questo l’hanno dato tutti i ragazzi scesi in campo».

Un traguardo raggiunto partendo da un inizio di stagione sotto le aspettative: «Per arrivare fin qui siamo partiti da lontano, dai grandi momenti di difficoltà vissuti ad inizio stagione partendo 06, ora siamo tra le prime 20 in Europa e affronteremo il Kuban, una squadra che solo pochi anni fa giocava le Final Four di Eurolega. Il segreto di questa trasformazione? Non ci sono mai state lamentale, siamo sempre rimasti uniti e così ci siamo conquistati la semifinale».

Chris Wright è stato decisivo nel momento cruciale del match…
«Ha giocato come a Gerusalemme, dando il là alla rimonta e i ragazzi lo hanno seguito. Abbiamo vinto la partita su un terreno che non era il nostro, con ritmi elevati, e questo dà l’idea di come abbiamo giocato. I due liberi della vittoria firmati da Candi stanno a significare che tutti oggi hanno partecipato all’impresa».

La chiave della vittoria?
«C’è stato un momento sul -9 in cui era evidente che dovevamo alzare il ritmo. Mettere in campo i piccoli ci ha dato rapidità e meno punti di riferimento al loro attacco. Nei possessi fondamentali siamo riusciti ad essere solidi e nel finale non abbiamo mai regalato loro un canestro importante, bensì solo quelli che gli concedevamo».

Cosa ha detto invece ai giocatori nello spogliatoio a fine gara?
«Ho detto loro di tornare in campo per sentire cosa si prova in queste occasioni: volevo che diventassero “drogati” nel vivere gioie come quella di stasera. Abbiamo bisogno di dipendenza totale da vittoria per continuare a stupire. Prima degli ultimi 10 minuti invece ho detto loro che potevamo o vincere o perdere di 20 punti, lasciando loro la decisione di come tornare in campo…».