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Upea, due punti col minimo sforzo. Ecco l’ottavo posto

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Dopo tanta fatica, diverse vittorie ma anche tante amarezze, l’Upea può finalmente dire di aver raggiunto un piccolo traguardo: l’ottavo posto. E’ vero, c’è ancora tantissima strada da fare, ci sono ancora tante partite e tante battaglie da vincere, ma i risultati favorevoli di questa giornata hanno fatto sì che l’Orlandina adesso si trovi a 16 punti, tanti quanto l’ottava, Trieste, al momento giustamente avanti per via della differenza canestri.

 L’Upea vince di 8 punti 77-69, e a proposito di differenza punti non riesce a ribaltare, purtroppo, il -10 dell’andata, per via di una tripla segnata a pochi secondi dalla sirena da Westbrook. Si spera che questo canestro non risulti decisivo, poi, quando nelle ultime giornate si combatterà con le unghie e con i denti per trovare un posto nella post-season. Verona torna a casa a mani vuote, quindi, perdendo l’ottava trasferta su nove (ha vinto solo ad Imola) ma riuscendo a salvare quanto meno il doppio confronto con Capo d’Orlando.

Diversi gli assenti: Benevelli e Passera per i padroni di casa, Ghersetti e Ganeto per la Tezenis. Rotazioni corte da entrambi i lati; Pozzecco si affida al solito Battle e all’ordine di Donte Mathis, oggi purtroppo il peggiore sia per rendimento che per atteggiamento. Nessun problema: dalla panchina si fanno trovare pronti sia Palermo che Portannese, e il duo italiano che ha salvato la faccia all’Upea nella trasferta di Frosinone contro Veroli, anche quest’oggi ha risposto presente, fornendo una prestazione solida sia in termini di numeri che di intensità messa in campo.

Se Battle oggi fa una partita diversa, selezionando i tiri e provando a mettere in ritmo i compagni, è anche grazie alla partita impostata dal Poz, che sembra un po’ in confusione nella prime due frazioni, ma che capisce di dover cambiare ritmo e prendere la gara in pugno nel secondo tempo, non potendosi adeguare al gioco lento e macchinoso di Verona.

Ramagli si affida all’estro di Westbrook, il vero punto cardine della squadra, ma trova risposte positive sia da Chessa, che quando messo in ritmo ha dimostrato di essere un buon giocatore, sia da Da Ros, che ha trovato canestri di pregevole fattura anche in situazioni di estrema difficoltà.

Il duello George-Lawal sembra vincerlo inizialmente il nigeriano, che sfida il lungo di Capo d’Orlando al tiro e gli impedisce di avvicinarsi al canestro; quando George però prende un minimo di fiducia ed attacca il canestro, anche Lawal deve arrendersi ed accontentarsi di qualche schiacciata sull’altro lato del campo, in grado di far luccicare gli occhi anche agli spettatori di casa.

Nonostante tutto Orlandina-Verona non riesce mai ad essere una partita spettacolare, forse anche il PalaFantozzi lo percepisce. In palio però c’erano due punti fondamentali, di quelli che certamente a fine stagione risulteranno decisivi. Qualche momento di euforia lo regala Mason, ma l’ala americana poi esce dalla partita perché sanguinante e non rientrerà più in campo per via dell’ottima prestazione degli esterni paladini. Anche Pellegrino regala qualche attimo di spettacolo, stoppando ben 3 volte ma venendo punito ingiustamente dagli arbitri in ben due occasioni.

Verona comanda per metà partita, poi l’Upea torna in campo più determinata e con tanta voglia di conquistare la vittoria.

In un pomeriggio senza troppe emozioni Capo d’Orlando vince, ottiene la quinta vittoria di fila in casa e mette da parte definitivamente la prestazione contro Veroli.

Le sconfitte di Trieste, Trento e Verona regalano l’ebbrezza dell’ottavo posto; se il PalaFantozzi è tornato una garanzia, l’Orlandina può guardare con fiducia al futuro prossimo, cercando di conquistare punti utili anche fuori casa, magari proprio a partire da Trieste, una trasferta abbordabile contro una squadra in netto calo fisico e morale.