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Umeh allo scadere per Trento: PalaFantozzi espugnato

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Grande attesa a Capo d’Orlando per la sfida tra Orlandina Basket e Trento, gara d’esordio casalingo in panchina per Gianmarco Pozzecco. La squadra paladina, reduce dalla prima vittoria in campionato dopo 6 sconfitte consecutive, parte favorita sulla carta anche se l’Aquila Basket, a 6 punti, scende in Sicilia senza nulla da perdere.

Partendo dall’80-82 finale, è possibile paragonare questa partita alle altre 3 disputate fino ad oggi al PalaFantozzi, in quanto ha seguito praticamente lo stesso copione per tutti e 40 i minuti: grande inizio dei padroni di casa, rimonta avversaria nel 2° quarto e primo tempo chiuso in svantaggio; reazione d’orgoglio nel terzo quarto di gioco, rimonta subito dopo ma possessi sprecati nel finale che regalano i 2 punti agli ospiti. Anche oggi, quindi, è andata così.

Tra i migliori da annoverare vi è sicuramente Marco Portannese, fondamentale specialmente nella seconda parte del match con i suoi recuperi (6 totali) conditi anche da 7 rimbalzi e ben 10 punti. La guardia agrigentina ha tenuto l’Orlandina sempre in gioco, anche quando gli uomini di coach Buscaglia sembravano poter prendere il largo.

Ottimo Benevelli in partenza (11 punti totali), discreto George, per lui 15 punti, 10 rimbalzi e qualche tiro preso in maniera rivedibile, buono Alex Young con alcune giocate davvero spettacolari (la stoppata sul tentativo di schiacciata di Elder su tutte), troppo nervoso Talor Battle che si conferma croce e delizia dell’Upea. Talor ha tirato davvero male per tutta la partita (3/16 dal campo in totale), anche se ha realizzato le due triple che hanno riportato in parità la gara ad 1 minuto dalla fine. Quando il folletto di Penn State si intestardisce, però, l’attacco di Capo d’Orlando si impalla e si rischia spesso di vedere azioni infruttuose causate da tiri forzati sulla sirena.

Anche oggi, specie a cavallo tra la terza e la quarta frazione di gioco, l’Orlandina si è affidata all’estro e all’individualità dei suoi, finendo però per abusare di questo fatto senza mai riuscire a tornare sotto con incisività. Non appena lo svantaggio si riduceva a meno di 5 lunghezze, delle scelte offensive scellerate ridavano la possibilità a Trento di allungare.

Il momento clou della partita è rappresentato dalle due triple consecutive di Conte sul +3 a favore dei trentini: due mazzate per i siciliani che tornano sotto di 9 lunghezze. La voglia di vincere, il pubblico delle grandi occasioni e la grinta di coach Pozzecco hanno permesso, come scritto in precedenza, di ritornare in parità con due bombe di Battle. Da lì in poi i padroni di casa hanno avuto soltanto un’occasione per passare in vantaggio, prontamente sciupata, ed infine hanno scelto di mandare in lunetta Umeh a circa 50’’ dal termine. Il 2/2 dell’americano con passaporto nigeriano porta Trento sul +2, l’Orlandina centra il bersaglio con Portannese che realizza i 2 punti del pareggio a 11’’ dalla sirena. Poi accade quello che nessuno si aspettava dopo una rimonta: si decide di non far fallo, Umeh sfugge via alla difesa di Mathis (il primo ad essersi “accoppiato” a lui dopo la rimessa) e mette a segno di sinistro appoggiando al tabellone ed eludendo la stoppata di George.

Umeh regala la vittoria ai trentini. Una vittoria meritata venuta fuori da una partita molto equilibrata: se avesse vinto l’Orlandina, infatti, non si sarebbe parlato di furto. Però ha avuto la meglio il quintetto di Buscaglia, con due americani (Elder e Umeh) molto precisi al tiro, una coppia di italiani (Forray e Pascolo) che si sono resi utili in momenti fondamentali della gara, e anche un buon Luca Conte che ha spiazzato tutti con quelle due bombe.

Analizzando i numeri, per quello che possono valere, è doveroso sottolineare ancora una volta la scarsa percentuale al tiro da 3 dell’Upea, anche oggi al 20% (22,7% di media stagionale), nettamente in contrasto con quella degli avversari, sempre al di sopra del 40% (oggi, in particolare, la Bitumcalor ha tirato con 10/24, 41%).

La vittoria della continuità non è arrivata dunque. Di certo nessuno aveva pensato che i problemi dell’Orlandina fossero già risolti dopo una settimana, sarebbe stato da ingenui crederlo. Quella vista in campo oggi però è stata un’Orlandina che ci ha creduto, ed il pubblico lo ha apprezzato. Ma quando si è lì, punto a punto nel finale, è evidente che bisogna chiarire le idee e fissare dei punti fermi, magari potendo contare su gente un po’ più esperta come Marco Passera, il vero anello mancante tra il giocare bene e il vincere una partita.