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Trieste merita la vittoria e interrompe il cammino dell’Upea

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Harris - TriesteSi ferma a 7 la striscia di vittorie consecutive dell’Upea Capo d’Orlando, forse nella partita che non ci si aspettava, e per di più sul proprio parquet, contro una positiva Trieste.

Che l’Acegas non era una corazzata si sapeva, ma era altrettanto noto che il mix di giovani spregiudicati e l’esperienza di qualcuno che in questa serie gioca da un decennio, poteva mettere in difficoltà gli

uomini di Pozzecco, galvanizzati da una serie di successi importanti ma oggi apparsi stanchi e sottotono.

Considerazioni che si sarebbero fatte ugualmente, anche se il tiro del pareggio di Mays fosse entrato, portando così la partita al supplementare, con Trieste piena zeppa di falli e l’inerzia senz’altro a favore dei padroni di casa. Non è andata così, e forse è anche giusto. Ha vinto Trieste con tanta umiltà, un gioco sicuramente non spettacolare ma che ha costretto Mays e soci a giocare male, senza poter ragionare, mettendo un po’ le mani addosso; alla fine la strategia di coach Dalmasson ha funzionato, nonostante i 5 falli di Carra, Hoover e Diliegro, grazie anche a quel canestro incredibile (Mastrangelo da metàcampo allo scadere dei 24”) e ad un terzo quarto decisivo: un parziale incredibile, con i triestini inizialmente sotto di 3, poi finiti sopra anche di 10 lunghezze.

Un po’ com’è successo contro Verona, ma con meno canestri dall’arco e molti più tiri liberi, l’Upea è riuscita a rosicchiare punti arrivando fino al -1; brava Trieste a non perdere mai la testa, continuare col suo gioco, far uscire dalla partita Portannese (oggi un po’ nervoso) ed impedire conclusioni facili sotto canestro, costringendo Archie e Nicevic a segnare soltanto dopo due o più tentativi; i tiri liberi decisivi (2/2 per il +3 a 10” dalla fine) li realizza Candussi, necessariamente inserito da Dalmasson per problemi di falli dei suoi titolari.

Tecnicamente parlando, Trieste non ha fatto niente in più di Capo d’Orlando, è stata sempre lì ad aspettare il momento giusto per azzannarla col suo felino, Carra, visto più volte on fire contro la casacca biancoazzurra, e Hoover, che ha aspettato dietro il cespuglio prima di mettere a segno la prima, dolorosissima, tripla, di una serie che poi ha visto anche lo stesso Carra, Mastrangelo ed Harris a segno.

Tatticamente parlando, Dalmasson ha vinto la sua personale sfida contro Pozzecco, il quale si può lodare per i risultati fin’ora raggiunti, ma al quale bisognerebbe chiedere perché il buon Benevelli, con 7 punti di fila, qualche rimbalzo ed un impatto certamente positivo, non è più rientrato in campo dopo il secondo quarto.

Le dure valutazioni a fine partita si fanno, e il più delle volte vengono fuori se si perde. E si può perdere. All’Upea e a Pozzecco si può concedere uno scivolone dopo 7 incredibili vittorie. L’impegno dovrà rimanere costante, l’obiettivo playoff sempre vivo in mente, il sogno di poter stare ancora più su anche.

Con una vittoria oggil’Upea sarebbe rimasta da sola in seconda posizione, alle spalle dell’unica capolista Trento, adesso però distante 4 punti.

Ma la vista sul versante meridionale delle Alpi, verso quella che è sempre di più una bellissima realtà di questo campionato (Trento, appunto), la si può godere in piacevole compagnia, assieme a Brescia e Barcellona (anch’esse sconfitte in casa), e a Torino e Biella, che non hanno sciupato la loro occasione per agguantare le altre.

Trieste, dopo la sconfitta interna contro Ferentino sembrava aver difficoltà a risalire; 14 giorni dopo, invece, può guardare in maniera più rilassata al futuro, consapevole di aver fermato 3 corazzate e di poter ancora stupire, insieme al nucleo che l’ha portata nel secondo campionato italiano e con il supporto del pubblico che ogni settimana la sostiene in massa per raggiungere qualcosa in più della semplice salvezza.