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A2 Playoff – Agrigento prima va in carrozza, poi si addormenta, ma alla fine va sul 2-0

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Fortitudo Agrigento, Chiarastella

Il basket dovrebbe essere uno sport logico, quasi scientifico. Basato su grandi alchimie tattiche, strategie, pianificazione. Tutte balle. Queste entrano in gioco quando c’è una disposizione mentale di un certo tipo, quando si è vivi, tenaci, pronti a tutto. E non si ha paura di niente e di nessuno. Altrimenti, quando le paure più irrazionali dell’inconscio si riversano nella mente, la inondano di tenebra e la bloccano, qualsiasi discorso tecnico va a farsi benedire. Guardare le statistiche al termine di Casale-Agrigento (66-72) di stasera, gara-2 di una serie di semifinale ora saldamente in mano agli uomini di Ciani, potrebbe indurre a pensare che si sia vissuta una partita simile a gara-1.

UN DISASTRO SURREALE – Niente di più diverso. Per almeno 20’-22’, possiamo parlare di una partita mai nata, finita dopo 2’: il tempo di accorgersi che i giocatori in maglia rossoblu non sono nemmeno scesi in campo, oppure hanno semplicemente mandato a giocare un gemello identico, ma ignominiosamente scarso. Uno di quelli che lo fai giocare al campetto per mera compassione. Nel primo periodo, mentre una psicosi collettiva attanaglia gli uomini di Ramondino, Chiarastella e compagni vanno sul velluto, con la calma dei forti, di chi ha solide certezze alle spalle e contando su quelle nulla può temere. Dudzinski piazza subito lo 0-5, Fall spara due cross senza neanche beccare il tabellone e finisce di fatto lì la sua partita (0 punti e 1 rimbalzo in 10’19” in campo): sono i primi scricchiolii che annunciano il crollo imminente. Agrigento si muove con la grazia di una ginnasta a corpo libero, ostentando la calma zen di un monaco impegnato nei suoi esercizi spirituali: parliamo al singolare perché la Moncada, chiunque vada in campo, si muove come un sol uomo. Difficile vedere il quintetto biancoblu sbagliare una rotazione difensiva, quasi impossibile vedere uno dei ragazzi di Ciani perdersi il suo uomo, commettere una sciocchezza nella propria metà campo. A 5’16” dalla prima sirena il risultato dice 2-9, Marshall riesce pure a commettere un antisportivo gratuito e a mandare in lunetta Piazza per il 2-11, prima di essere tolto per manifesto stato confusionale. Il pubblico assiste attonito, prova a dare una mano ai suoi con incitamenti commuoventi, ma è tutto inutile: Agrigento vola via senza neanche sforzarsi, come se stesse giocando un’amichevole contro una squadra di molte categorie inferiori.

NUMERI ASSURDI – Il primo quarto si chiude su un insensato 4-18: Casale tira con 2/14 (14%), ha un -5 di valutazione di squadra, sbaglia cose banalissime – perdiamo il conto delle volte che sfugge il pallone al portatore di palla – vive uno psicodramma senza fine. La Moncada si limita al +14 perché perde comunque 5 palloni e non va oltre il 45% dal campo, puntellato alla grande dal 6/8 ai liberi. Dove Casale ha 0/4 da gente che normalmente li mette (0/2 Samuels, 0/2 Tomassini). Nel secondo quarto il copione è più o meno il medesimo: Casale prova a scuotersi, ma la mano è tremebonda, e intanto smette pure di avere attenzione difensiva. Udom diventa un fattore come mai in stagione (a quota 8 a metà gara), trasformandosi nel fratello minore di Samuels per come annichilisce i lunghi casalesi. Piazza sale in cattedra chiudendo a metà gara con 4 punti e 5 assist e, pur dando minuti di riposo ad alcuni dei titolari, Ciani vede i suoi tenere il controllo con disarmante facilità. Si fosse nel calcio, si parlerebbe di melina, visto che i biancoazzurri manovrano con una seraficità allucinante, considerando che c’è ancora metà partita da giocare. Casale resta non oltre le 15 lunghezze (21-36) aggrappandosi al tiro da fuori: 5/16 (31%) al 20’, mentre da due è un pianto (2/13, 15%) e ai liberi oltre l’imbarazzante (2/8, 25%). Agrigento risponde con il 50% dal campo (13/26), il 59% da 2 (10/17) e il 33% da 3 (3/9). La partita sembra morta e sepolta.

REAZIONE DI ORGOGLIO – L’inizio del terzo periodo è abbastanza sonnacchioso, poi la NoviPiù con la forza della disperazione si riporta in carreggiata: la partita diventa quasi schizofrenica, tra momenti di esaltazione dei padroni di casa subito sedati da un canestro siciliano, un pubblico ora a dir poco bollente, tentativi di eroismo solitario che finalmente portano al canestro. Tomassini fa 7 punti nel quarto, salendo a 12, Blizzard gli va dietro (5 punti nel periodo) e tutta Casale, pur giocando in modo nervoso e confusionario, ci mette almeno la vitalità fin lì mancata. La Junior gioca di nervi, accenna qualche entrata in area, si accanisce nel tiro da fuori e, pur scadendo in un illogico tiro a segno, ridà senso alla partita. Risale fino al -8 (39-47) su un’invenzione dal palleggio di Tomassini, mentre Evangelisti tiene gli ospiti avanti con un certo margine di sicurezza, con il quarto che si chiude sul 39-49. Poi una positiva follia collettiva: subito una tripla di Amato dà il -7, ora ci credono un po’ tutti dentro il palazzetto, ma Agrigento va avanti per la sua strada, si impantana in attacco concludendo al limite od oltre i 24”, però in difesa non molla un centimetro. In un tira e molla quasi angoscioso, sia per chi è davanti che per chi insegue, si arriva al 48-52 a 6’25” su un tiro pesante di Marshall destatosi dal lungo sonno iniziale. Sul -6 a 5’ dal termine, Piazza non capitalizza dalla lunetta l’antisportivo commesso da Amato (0/2), e sulla rimessa Agrigento sbaglia di nuovo e sembra entrare in un tunnel. Solo che la NoviPiù è tanto furiosa quanto annebbiata, e non porta a termine la missione-rimonta: Agrigento si riallontana un’altra volta, trova in De Laurentiis (8 punti nel quarto, 0 fino al 30’) il suo eroe, rimane freddissima dalla lunetta nel convulso finale (chiuderà con 22/28 a cronometro fermo), mentre Casale inanella triple una più inutile dell’altra con irrisoria facilità. Aumenta il rammarico, per Ramondino, nel vedere come ci fosse ancora benzina per tentare l’impresa. Agrigento, con tutti e 11 i giocatori entrati in campo a segno e il solo Piazza in doppia cifra (11+6 assist), vince con pieno merito e va ad un passo dal guadagnarsi la finale. Alla fine solo applausi, per la squadra di casa probabilmente all’ultima gara stagionale tra le mura amiche, e per avversari che in due settimane si sono trasformati da brutto anattrocolo in cigno.

BasketItaly.it MVP: Se proprio dovessimo trovarne uno, visto come il collettivo emerge su tutto, diremmo Quirino De Laurentiis. Giocatore di talento tutt’altro che eccelso, è lo specchio, il paradigma di questa squadra, passata dall’essere un’outsider simpatica e nulla più a un’armata quasi invincibile. In 10’, gli ultimi, fa 3/4 da 3 e 2/2 da 3, mentre prima era fermo a 0/1 e 4 rimbalzi. Inconcepibile, ma con questa Moncada tutto è possibile.

NOVIPIU’ CASALE – MONCADA AGRIGENTO 66-72 (4-18; 21-36; 39-49)

NoviPiù Casale: E. Giovara ne, Amato 8, Tomassini 18, Natali, Blizzard 10, Martinoni 7, Ruiu ne, Fall, Samuels 8, Marshall 15: all. Ramondino M.

Moncada Agrigento: Vai 2, Evangelisti 9, Williams 8, Chiarastella 5, De Laurentiis 8, Saccaggi 9, Piazza 11, Udom 8, Portannese ne, Dudzinski 12: all. Ciani F.

Tiri da 2: Casale 10/25 (40%); Agrigento 19/29 (66%)
Tiri da 3: Casale 14/37 (38%); Agrigento 4/19 (21%)
Tiri liberi: Casale 4/11 (36%); Agrigento 22/28 (79%)
Rimbalzi: Casale 30 (8 offensivi); Agrigento 29 (1 offensivo)
Assist: Casale 16; Agrigento 15
Palle perse/recuperate: 13/5; 13/9
Usciti per falli: Nessuno

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