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A2 Gold – Brescia vuole riprendere a correre contro Casale

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 Berti - Biella  

Seconda contro sesta al PalaSanFilippo di Brescia, con palla a due alle canoniche ore 18 della domenica. Brescia reduce dallo stop di Biella, mentre Casale è tornata alla vittoria contro Barcellona, facendo dimenticare le sconfitte con Jesi ed Agrigento.

Difficile comunque che ci sia preoccupazione tra le fila dei lombardi, visto il ruolino di marcia tenuto finora in casa (una sola sconfitta, il 76-78 contro Verona) e le difficoltà di Casale lontano dalle mura amiche (un’unica vittoria, a Trieste, nelle ultime sei trasferte). La squadra di Andrea Diana sta tenendo fede alle previsioni del precampionato, che la vedevano come una delle candidate più credibili alla promozione nella massima serie. Le cifre sono eloquenti del cammino tenuto fino a questo momento: miglior attacco (84.3 punti di media, alla pari con Torino), miglior percentuale nel tiro pesante in coabitazione con Verona (38%), terza per rimbalzi (33.8, meglio solo Verona e Jesi), penultima per palle perse (11.7), svettante anche negli assist (16.7). A coronamento di tanta magnificenza, non poteva che esserci il vertice della graduatoria per la valutazione complessiva, 90 a gara, ben 20 punti di margine rispetto alla NoviPiù, ferma ad un onesto ed umanissimo 70.

Alla Centrale Del Latte non manca niente: mani calde, prontezza sotto le plance, spirito di squadra – in quattro sopra la doppia cifra, e in due, Alibegovic e Loschi, sotto di un nonnulla – organizzazione di gioco. In casa, ad eccezione delle partite con Mantova e Verona, si sono superati sempre gli 80 punti, con alcune performance offensive fuori media come le 104 segnature contro Casalpusterlengo e le 98 contro Torino. Il colosso Brownlee è il braccio armato più letale (16.9 punti), innescato da un Fernandez che in questo momento non ha probabilmente rivali in regia in A2 Gold (5.8 assist a match), mentre Cittadini garantisce la verticalità necessaria per non dipendere eccessivamente dal tiro da fuori e concedersi seconde chance in attacco (2.4 rimbalzi offensivi di media, un totale di 7.1 superato tra i compagni dagli 8.6 dello stesso Brownlee). L’ampia scelta in panchina non fa mai mancare ossigeno ai titolari, l’ottavo più impiegato è Passera con poco meno di 20’ e l’unico che resta sul parquet oltre i 30’ è Brownlee (30’40”). Cosa può fare Casale, a dir poco anemica in trasferta e con un unico cannoniere dal rendimento costante come Marshall (uno dei due giocatori rossoblue con una media punti fuori casa a due cifre, 18.3, insieme a Martinoni fermo a 13), per non uscire con le ossa rotte dal PalaSanFilippo? Dovrebbe replicare la partita dell’andata, dove riuscì a restare incollata agli avversari pur giocandosela oltre la sua teorica soglia di comfort, ovvero una partita ad alti ritmi e punteggio in vertiginosa lievitazione. L’82-85 finale era stata una mezza vittoria per la Junior, che si era resa conto pienamente della propria forza, trovando conferme al bruciante avvio di campionato.

Oppure, più realisticamente, sarebbe necessario mettere qualche granellino nel meccanismo offensivo dei bresciani: costringerli a ragionare, a spendere tanti secondi su ogni azione, a camminare col pallone in mano invece che aggredire rapidi il canestro. Gli uomini di Ramondino lontano dalle mura amiche fatturano appena 65.8 marcature, contro i 74.6 fatti normalmente registrare al Palaferraris: un dato spiegabile in buona sostanza con un gioco più bloccato di quello casalingo e una minore aggressività, evidenziati dall’aumento delle palle perse (15.6 contro 11.2) e dalla contestuale diminuzione dei recuperi (6.5 e 9.8), oltre che dalla contrazione degli assiost degli assist (10.8 – 15.6). Considerando che, tolto l’esordio in quel di Mantova, Casale non ha mai segnato più di 71 punti fuori casa, solo una partita dal punteggio basso la potrà salvare dalla sconfitta. Poi, essendo la palla rotonda, può anche succedere di vincere 89-91 come l’anno passato, in una delle gare più entusiasmanti della gestione Griccioli; la svolta in positivo per la stagione dei piemontesi, fino a quel momento a rischio retrocessione, una discesa agli Inferi per la Centrale Del Latte, che finì per scivolare indietro in classifica una domenica alla volta, fino all’amaro epilogo dell’esclusione dai playoff per sole due lunghezze.