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Messina sul basket italiano: “Sembriamo la Lega di Portorico. Bisogna insistere sui giovani, con la Nazionale possiamo fare bene”

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ettore messina, cska

Coach Ettore Messina, intervistato sulle pagine de “Il Resto del Carlino di Bologna”, ha fatto il punto sul momento attuale del basket italiano, alle prese con una crisi d’identità che è evidentemente lo specchio della situazione globale in tutta la nostra penisola. Tanti i temi toccati, ecco le dichiarazioni principali.

 

“Io sono un nostalgico di quando c’erano due americani, quasi sempre di qualità. O di quando arrivavano stranieri come Danilovic, Savic e Nesterovic che dopo due mesi parlavano la nostra lingua: facile dirlo, ma con tutto il rispetto adesso sembriamo la Lega di Portorico, dove la cosa più difficile con tutto questo andirivieni di stranieri è l’identificazione. Anche se sono il primo a rendermi conto che ci sono logiche economiche che hanno portato a questo. In un momento così, con Reggio Emilia che fa giocare italiani interessanti, la Virtus che dà spazio a Fontecchio, sta uscendo un buon nucleo di giocatori nuovi. Sommando a questi i quattro della Nba, c’è la possibilità di fare un buon lavoro con la Nazionale”.

Il punto infine si focalizza sul mondo dei San Antonio Spurs: “Un posto dove c’è una fortissima identità, dove hanno una profonda conoscenza dei propri limiti e di come fare al meglio le cose per superarli, una grande condivisione di tutto ciò che si fa. Parlando di tecnica, noi non abbiamo il giocare da isolare e dargli la palla dicendogli ‘pensaci tu’: tutto passa attraverso meccanismi costruiti e il coinvolgimento di tutti i giocatori. Si chiama old school, vecchia scuola. Gli Spurs provano a farlo sapendo di poterlo fare bene. Senza manifestarlo troppo: questo club non è mai sui social network o sui siti pettegoli, se c’è un problema si risolve all’interno. E’ una disciplina non imposta, ma condivisa”.