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La Cassazione ripristina il DASPO ai tifosi di Milano che interruppero l’allenamento

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Ribaltando la sentenza di annullamento del Tar della Lombardia, la III sezione penale della Cassazione ha ripristinato il provvedimento di Daspo per i 42 contestatori identificati dalla Digos l’il febbraio 2014, quando interruppero l’allenamento di Milano dopo l’eliminazione prematura alla Final Eight di Coppa Italia giocata in casa. Quaranta diffidati fecero ricorso al Tar. Altri due, quelli che in più avevano l’obbligo di andare a firmare in commissariato, negli orari dei match, impugnarono il provvedimento in Cassazione. Che nella sua sentenza ora stigmatizza il comportamento «violento e minaccioso» di chi ha fatto ricorso, confermando il Daspo per il palazzetto in cui l’Olimpia gioca, anche se diverso dal campo di allenamento. «Nonostante la peculiarità della fattispecie (la condotta era rivolta contro giocatori della propria squadra, accusati di scarso impegno nelle gare), non c’è dubbio – si legge nella sentenza- che la condotta medesima fosse collegabile a manifestazioni sportive
(per tali dovendosi intendere non solo le gare, ma anche la
preparazione ad esse)».