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Trinchieri pragmatico dopo gara 1: “Siamo 1-0, è quello che conta”

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E’ un Andrea Trinchieri molto concreto, quello che si presenta in sala stampa dopo la vittoria in gara 1 contro Pesaro: «Le cose che contano sono le seguenti: serie sull’1 a 0, ed è l’aspetto più importante, e il non essere mai stati sotto in tutta la partita. E’ vero che abbiamo finito “evaporando” un po’ la qualità, però credo sia abbastanza normale perché abbiamo cercato di gestire le energie e le situazioni di gioco. Comunque siamo avanti nella serie e abbiamo disputato un inizio di altissimo livello».

Unico momento di difficoltà i problemi di falli, che nel terzo quarto hanno coinvolto i suoi uomini più produttivi: «Sicuramente la coppia formata dal terzo fallo di Mazzarino e dal quarto di Markoishvili ci ha tolto qualcosa. Sapendo che Pesaro avrebbe potuto rientrare in ogni istante, ho preferito perdere un po’ di qualità e di fluidità. In difesa però abbiamo retto e abbiamo tenuto botta anche con loro in panchina».

Trinchieri commenta così il divario di rendimento tra quintetto base e panchina: «Non ci capita spesso. Credo che la motivazione di questo dato sia legata al nostro eccellente primo quarto. I giocatori che erano in campo si sono sentiti la partita addosso, senza più uscire dal ritmo, gli altri che sono entrati dopo un po’ meno».

Il coach non fa previsioni per gara-2: «Non ho le idee chiare su cosa aspettarmi. Loro sono stati annichiliti all’inizio, poi hanno giocato. E’un film già visto, con noi avanti di tanto e poi gli altri che si fanno sotto… Questi 11 giorni (di riposo prima dei play-off, ndr) sanno essere bastardi, da parte mia ho pensato solo ad avere la squadra pronta, anche perché in queste serie dopo tre partite ci si conosce a memoria».

Poi fa un po’ di chiarezza sulla situazione Micov: «Vlado oggi avrebbe giocato 5’, questo era il piano. Poi Jumaine Jones e Maarty hanno “creato” una catena di eventi che Jones non ha saputo rompere. Non ho voluto “aiutarlo”, levandogli Leunen, visto che Jumaine è giocatore in grado di accendersi e cambiare la partita».

Una battuta Trinchieri la dedica alle 250 presenze di Mazzarino in maglia Bennet: «Beh… senza parole. La risposta sta nelle 4000 persone in piedi ad applaudire..».

L’analisi si sposta sulla prova di Perkins, poco lucido nel gestire il vantaggio nel quarto di coda: «Doron è stato molto intenso, duro, un fattore coi suoi 9 rimbalzi e canestri importanti, però è stato deficitario nelle decisioni. Ha fatto delle scelte sbagliate, gliel’ho già detto, lo sa anche lui».

Alla domanda sull’americano ex Maccabi, buono per rimontare 10 punti, pessimo per gestire un vantaggio, il coach biancoblu chiosa ironico: «Chiama Kazlauskas e chiedigli di Teodosic…».

Estremamente sintetico, sponda Pesaro, coach Dalmonte, che non può fare altro che guardare avanti: «Abbiamo giocato il primo quarto di questa serie. Non sappiamo quanti ce ne saranno, ma questo è il primo quarto. Ci hanno dato il benvenuto nei playoff. Indipendentemente da qualsiasi questione tecnica, è mancato l’impatto adeguato. Abbiamo subìto l’impatto di Cantù e non siamo riusciti ad opporci. Poi c’è stata la nostra reazione, ma è stata a scatti, a onde. Domani (sabato, ndr) ci guarderemo e parleremo, perché dobbiamo evitare di ripetere quando è accaduto in questo primo quarto. Sarà determinante la capacità di resettare, perché gara 2 partirà da zero a zero, con una nuova palla a due e con l’esperienza di gara 1».

Inevitabile parlare della non-partita di Jumaine Jones: «Non parlo mai dei singoli – taglia corto il coach della Scavolini – non cerchiamo alibi dietro la prova di un giocatore. Siamo una squadra, ognuno fa il suo, se uno ha una serata no (ma – precisa – non è una risposta su Jones) gli altri devono sopperire».

Chiusura sarcastica anche per Dalmonte, alla domanda se si aspettasse un Mazzarino così: «Se mi fate conoscere un allenatore cui non ha dato fastidio Mazzarino…».

Stefano Mocerino

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