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Sassari – Caserta in Countdown: quando la mentalità rappresenta un punto di partenza

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Sassari nonostante le assenze sembra aver ritrovato la sua mentalità vincente e aver recuperato, soprattutto dal punto di vista della mentalità Dyson e Todic, mentre Caserta ha finalmente un gruppo di giocatori che può definirsi squadra: il countdown.

10: Come il voto all’altruismo Casertano; i maligni sono autorizzati a pensare che i 24 assist nascono dall’assenza di Young, gli ottimisti devono sottolineare  che il gioco di squadra con i lunghi messi in ritmo dai compagni, sia arrivato perché la mano di Esposito sta finalmente compattando un gruppo, i realisti possono credere che 13 sconfitte di fila siano il frutto del caso e che finalmente il precampionato è finito. SVOLTA

9: Come gli assist di Jerome prima o poi una quadrupla doppia riuscirò a farla Dyson; con la chiusura dell’impegno Eurolega, l’MVP della Supercoppa è ritornato  ad essere un dominatore sul parquet, mano delicata come una piuma, ma efficienza da carrarmato per rendimento, il +21 di plus minus, la dice lunga sulla sua importanza per Sassari, soprattutto in un regime di rotazioni ridotte. Se alla sua capacità di trovare conclusioni dal coefficiente di difficoltà altissimo, aggiungesse un briciolo di logica in più, le percentuali aumenterebbero ancora e le parole play e Dyson sarebbero veramente sinonimi. RITROVATO

8: Come  i tentativi dai 6.75 di Todic; sono 5 le triple andate a bersaglio per l’ex Brindisi, che ha per lunghi tratti dato la sensazione di voler far partire verso il canestro qualsiasi cosa fosse pervenuto fra le sue mani, tanto da cercare di partecipare al gioco della Lega con il tentativo da centrocampo da parte di due tifosi estratti tra il pubblico; destini contrastanti tra il n°22 e i due supporters, loro non hanno trovato il fondo della retina (ps magari la prossima volta bendiamoli visto che il gioco è estremamente semplice e un solo tentativo per fare canestro da centrocampo è anche troppo), Todic invece in un colpo solo ha ritrovato la via del canestro, fiducia in se stesso e ha offerto una dimensione da 4 fisico che stava mancando alla Dinamo. WELCOME BACK

7:  Come i falli subiti da Ivanov; nella terra dei SE, la sua condizione fisica avrebbe regalato qualche speranza in più a Caserta nel finale di gara, in ogni caso fa davvero una gran figura, prima tirando dalla lunga distanza finalizzando gli assist dei compagni e poi, offrendo una dimensione in post basso con Michelori, che è mancata per diverso tempo al gioco della Pasta Reggia.  SOLIDO

6: Come i canestri dal campo di Scott; memori della firma di Brooks ad inizio stagione, il primo pensiero di diversi tifosi del PalaSerradimigni su Scott è stato: questo il prossimo anno ce lo prendiamo noi. Una sentenza piedi a terra nella prima parte di gara, non parte in quintetto al 21’ nonostante per mezzi atletici, possa essere l’arma difensiva contro il quintetto piccolo di Sassari; inchioda poi una schiacciata da Top Ten della Lega, purtroppo ignorata e si candida come primo terminale offensivo del gioco costruito con logica della Juve, da qua, alla fine del campionato. FINALIZZATORE
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5:  Come i punti di Moore; una valutazione di 4 non evidenzia la gara negativa del n° 25; se la classica frase scolastica: “ha le potenzialità, ma non si applica” può essere riferita a studenti che non hanno voglia di esprimersi al meglio nonostante i propri mezzi, per il Moore visto ieri serve una rieleborazione: “si applica (troppo), ma non usa le sue potenzialità”. E’ talmente voglioso di far bene per sfruttare la chance di Esposito, che spesso non riesce a trovare la soluzione giusta in attacco, o per lo meno la supera correndo come un forsennato e quando tira il freno a mano per ritrovarla, perde la bussola, la voce PER nel suo score personale recita 7 alla fine. SERVE RELAX

4: Come le triple di Logan; come un falco, studia dall’alto i punti deboli delle sue prede e sceglie il momento migliore per colpirle, calandosi ad una velocità fulminea, per riuscire con un solo gesto, a saziare la sua famelica voglia di vincere. Sa quando i suoi marcatori possono rimanere sui blocchi offensivi e li colpisce uno dopo l’altro, è pronto a sfruttare i recuperi della sua difesa per firmare la spallata decisiva e alla fine è il miglior marcatore della gara. RAPACE

3: Come Le vittime di una macchia di sudore su uno degli adesivi Beko sul parquet. Pare che dopo la partita, anche Carolina Kostener, si sia interessata ad un allenamento su quella mattonella, visto che il ghiaccio al confronto offre più attrito della ghiaia; tra le vittime illustri anche l’arbitro Sabetta che tra l’altro dopo un bel carpiato accusa anche un forte dolore al ginocchio, riuscendo però poi a resistere alla tentazione di chiamarsi da solo il cambio. ICE PARQUET CHALLANGE
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2: Come i canestri di Formenti; il pensiero sempre più vivo da parte di molti tifosi è quello di chiedersi come facesse l’ex Brindisi ad essere a zonzo senza una squadra in cui poter giocare. Impegno e solidità difensiva da applausi, efficienza e precisione offensiva da elogiare. Presto serviranno una penna e un foglio su cui poterla utilizzare. RISORSA

1: Come il libero segnato da Sosa; niente gesti da condannare o quarantelli da elogiare, ma 17 punti da finalizzatore e un repertorio balistico davvero da applausi; quando l’ex Biella tira, non esiste l’arcobaleno della traiettoria e la rotazione della palla è più lenta di quella terrestre, ma il risultato è spesso uno solo e vale l’aggiornamento del tabellone per la Dinamo. Sempre con il sorriso sul volto e la voglia di creare qualche magia, con il quintetto mignon si sta esprimendo in maniera sempre più redditizia. SALVADANAIO

0: Come le partite che restano per questo 2014 in LegaA; ai tifosi di Sassari e Caserta, così come a tutti quelli delle altre squadre, i nostri migliori auguri per un 2015 pieno di emozioni;  di quelle speciali, ricche di fascino, che nascono come un tiro all’ultimo secondo e creano un ricordo indelebile nella propria memoria, quelle emozioni come i canestri della palla a spicchi, che sono capaci di farti sentire parte di un qualcosa di intenso ed enorme e che, ti faranno ripetere (fino alla nausea) a chi non era presente, la frase IO C’ERO.
Suona la sirena di chiusura del 2014, viene alzata la palla a due del 2015: AUGURI A TUTTI

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