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Roma passa a Cantù trascinata da Goss e porta la serie alla bella

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L’Acea Roma espugna il Pianella 69-74 e forza la serie di semifinale scudetto contro la Lenovo Cantù a Gara 7. Gli uomini di Calvani giocano un match di grande concentrazione in difesa e la portano a casa grazie all’ultimo quarto devastante di Phil Goss (17 e 4 assist) che ne mette 13 negli ultimi 10’ compresa l’acrobazia in 1vs1 che scrive la parola fine a 18” dal termine.

La Virtus domina a rimbalzo (38-30 con 12 offensivi) e attacca con successo il pitturato canturino quando la gara si decide, con la difesa di Trinchieri che non trova le giuste contromisure con i propri lunghi. Ne beneficia Lawal (16, 7/14 dal campo e 8 reb), che fornisce il consueto impatto fisico ed è il terminale ideale per il pick’n’roll con Goss, rebus insolubile per la Lenovo nei minuti finali. L’intelligenza di Datome (11, 4/6 dal campo e 7 reb), che si prende solo 6 tiri, mettendo peraltro due autentiche perle in momenti chiave, completa il quadro di una partita che Roma merita ampiamente di vincere. Per Cantù troppe lampadine spente nello stesso momento (definizione di coach Trinchieri in sala stampa), soprattutto nel reparto esterni, e troppe palle perse (16 di cui 10 nel secondo tempo), che tolgono ritmo a un attacco bianco blu (solo 7/19 dai 6.75 dopo la chirurgica Gara 5) mai capace di trovare la fluidità vista spesso in questi playoff. La Lenovo va pochissimo in lunetta, causa la scarsa intensità nell’attaccare l’area avversaria e si perde in attacco, priva dell’abituale sicurezza di Ragland (8, 3/8 dal campo e 6 perse) che evapora dopo il primo tempo, pagando anche i difesa, con i 5 falli che lo tolgono dalla partita a 3’ dalla fine. Né Aradori (6, 2/11 dal campo e 5 assist), né Mazzarino (6 con 2/6 da tre, tutti nel primo tempo) forniscono soluzioni, causa un movimento di palla lento che costruisce pochi tiri aperti e un ritmo partita controllato che finisce per favorire gli avversari.

In cronaca. Inizio a passo sincopato degli attacchi, Lawal firma il primo vantaggio esterno, 6-7 dopo 3’. Cantù si scuote e con l’atletismo di Brooks (6 con 4 reb e 3 stoppate) e Tyus e le triple di Ragland e Mazzarino costruisce il 17-10 che sembra lanciare i brianzoli. Czyz e Datome accorciano, ma il passaggio da touchdown di Leunen (10, 2/4 da tre e 5 assist) per Ragland in chiusura di tempo fa 19-14 per i padroni di casa.

La seconda tripla del Cardinale illude Cantù, perché l’impatto di D’Ercole (9, 4/5 dal campo e un’eccellente difesa su Mazzarino) dalla panchina porta il punteggio in parità a 26 a 5’ dal riposo. Cantù è poco reattiva e muove male la palla, ci pensa un Mancinelli d’autore (8, 4/6 al tiro e 3 reb) a riportare avanti la Lenovo con due Schiacciate in sequenza. La tripla di Taylor (9 e 2 assist) tiene cucito lo score e si va all’intervallo lungo sul 38-35 interno.

Inizio afasico anche nella ripresa per Cantù e Bobby Jones (10, 4/10 dal campo e 7 reb) con due centri consecutivi scrive il sorpasso 38-39. Leunen trova due dei pochi guizza offensivi della sua partita riportando avanti i suoi con la tripla del +4, cui replica subito Datome con l’aiuto del tabellone, rompendo la possibile inerzia biancoblu. I capitolini si fanno sentire a rimbalzo d’attacco in un finale di quarto in cui si segna poco e che vede ancora le Lenovo avanti col minimo scarto 51-50 al 30’.

La Lenovo continua a trattare male la palla, con un Tabu confusionario quando è chiamato in causa per i falli di Ragland, e non trova ritmo in attacco, dove scelte rivedibili e la palla troppo ferma producono solo 4 punti in 5’. Roma si affida alle giocate in pick’n’roll di un Goss in demoniaco, che quando non segna, trova fallo o coinvolge al ferro Lawal. L’Acea produce un quarto da 24 punti, mentre Cantù non trova le armi per rispondere e gli uomini di Calvani costruiscono tre possessi di vantaggio sul 57-64 a 3’ dalla fine. Ci provano Scekic (8 e 3 reb) e Tabu con l’unica sua tripla a riavvicinare i biancoblu, ma Goss replica subito da 7 metri. Ancora il folletto ex Varese tiene a distanza gli avversari dalla lunetta e quando Leunen dai 6.75 e Tyus scrivono il 69-71 a 36” dalla sirena, piazza la giocata che manda i titoli di coda.

Si va dunque a Gara 7, Giovedì nella Capitale con una Lenovo che stasera non ha mai mostrato il linguaggio del corpo giusto per chiudere la serie e spera di ritrovare le proprie sicurezze nella bella senza domani e una Virtus che raccoglie le ultime energie prova a sfruttare il fattore campo per guadagnare una finale che sembrava perduta fino a poche ore fa.

Stefano Mocerino

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