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Repesa: “Simon è un giocatore totale. Gentile? Ha mostrato grande disponibilità”

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Lunghissima intervista di Jasmin Repesa alla Gazzetta dello Sport. Il coach campione d’Italia affronta tutti i temi alla vigilia del debutto in campionato. Da Gentile ai giovani italiani passano per il tipo di gioco che vuole attuare.

Repesa proverà a cambiare qualcosa anche nel gioco?
«Non abbiamo centri dominanti perciò non possiamo permetterci un sistema statico, di posizione. Dovremo spingere più la transizione offensiva, limitando il pick and roll. Abbiamo giocatori versatili che possono adeguarsi a diversi ruoli e soluzioni difensive. Sì, qualcosa cambieremo, lo abbiamo già fatto in Supercoppa».
Tutti vi danno favoriti per scudetto e coppa Italia. Lei ha detto che siete solo al 60%. E’ tutto così scontato?
«No, questo è solo il gioco del momento. Ma io ribalto il gioco e chiedo: il collega Sacripanti è più contento di avere Fesenko e Cusin come lunghi o vorrebbe cambiarli coi miei? Io dico che si tiene volentieri i suoi. Lo stesso discorso
vale per molti miei giocatori comparati ai big delle altre squadre. Oggi come oggi i miei colleghi, se potessero scegliere, mi toglierebbero solo Simon. Reggio, Venezia, Avellino e Sassari, le nostri rivali più accreditate, non sono molto distanti da noi».
Ha fatto il nome di Simon. Oggi è il suo vero leader?
«È il giocatore più in forma che sta cavalcando il grande finale della stagione scorsa con lo scudetto e la qualificazione olimpica che lo hanno visto grande protagonista. È un giocatore totale, un po’ vintage, nel senso
che appartiene come tipologia più alla generazione del basket slavo anni 70-90 che non al basket fisico di oggi. Ha talento, intelligenza e altruismo per giocare in Nba dove farebbe un figurone in mezzo a tanti modesti specialisti. A 31 anni ha trovato la sua dimensione. Per noi è una sicurezza».
Veniamo al capitolo Gentile. Come ha reagito alla degradazione da capitano?
«Bene, in allenamento e in partita ha dimostrato grande disponibilità. Questa stagione sarà decisiva per lui. Se rimarrà tranquillo e farà un extra lavoro tecnico sono certo che uscirà rafforzato da questa vicenda. Deve solo aspettare che la stagione arrivi a lui senza forzature e senza ansie. Così anche Ale arriverà. Non saranno le cifre a
promuoverlo o bocciarlo. Ma la sua dedizione alla squadra e al lavoro. Io sono pronto ad aiutarlo 24 ore su 24. Sarò anche il suo personal coach se occorre. Quando vorrà un consiglio o un confronto potrà contare sempre su di me».
L’Eurolega è un obiettivo?
«È un discorso che va chiarito. Tutti vorremmo vincerla, il signor Armani come il sottoscritto, ma oggi siamo molto lontani da quel traguardo. Perché ci aspetta una nuova Eurolega a 16 squadre con 30 partite durissime. Nessun risultato è garantito e ogni vittoria, su qualunque campo, sarà pesantissima. Una partita alla volta, sempre al massimo. Potrebbe scapparci la sorpresa. Il Limoges 23 anni fa e il Maccabi due anni fa insegnano. Ma bisogna
essere pronti a cogliere l’occasione favorevole».
Come va il Repesa educational coi giovani?
«Sono contento di Abass e Fontecchio. Stanno lavorando bene. Il primo è un attaccante istintivo, il secondo un atleta
strepitoso. Se interpreteranno bene questa stagione di apprendistato, posso garantire che l’anno prossimo saranno due giocatori veri da Eurolega».

Dragic è un valore aggiunto?
«È il nostro teamplayer: quello che fa sempre la giocata giusta per la squadra. Un rimbalzo, un tiro, una difesa. Lui c’è ».
Oltre ai titoli cosa chiede a Milano?

«Una mentalità più forte senza cadute nella “comfort-zone”. Vietato rilassarsi, dovremo sentirci sempre sotto esame».
Oggi come vede l’Olimpia? 
«Il club è diventato una piramide perfetta. Ognuno è al suo posto con le sue competenze. È più facile lavorare così».
Il patron Armani ha definito la nuova EA7 come una squadra favolosa priva di stelle. Si può vincere senza il top-player?
«I grandi giocatori aiutano a vincere ma prima di tutto viene il sistema di gioco. Quando il fuoriclasse prevarica questo aspetto non serve a nulla. Sistema e campione devono andare insieme, meglio se il campione sta un po’ al di sotto».
A 55 anni Repesa che uomo è?
«Sono una persona fortunata che gode dell’amore della sua famiglia e di una buona salute, due beni meravigliosi che non si possono comprare. Tutto il resto posso chiederlo ai soldi. Perciò non mi lamento».