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Reggio Emilia, coach Menetti: ‘La piazza è maturata, ci chiede emozioni’

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menetti, reggio emilia Se all’apparenza i festeggiamenti si sono conclusi soltanto ieri con la loro presenza a Expo, coach Menetti precisa: «Tre bottiglie di prosecco a Torino e da lunedì sotto lavorare». La vittoria in SuperCoppa è sicuramente un grande risultato per la Grissin Bon, ma anche un traguardo da cui partire per fare ancora meglio in campionato. Una Reggio Emilia in parte modificata, ma che a coach Menetti (Gazzetta dello sport), piace già parecchio: «Non abbiamo le caratteristiche dei nuovi arrivati, ma soprattutto non abbiamo sbagliato gli incastri, – ha detto – a Torino ho avuto la percezione di riuscire a gestire con agilità i quintetti nel solco di un’idea di gioco già collaudata». Facendo confronti con  partenze e arrivi, «Cinciarini è stato importante per la squadra, creava gioco, ma aveva bisogno di avere la palla tra le mani, – ha continuato il tecnico – Gentile e De Nicolao sono diversi, ora abbiamo più giocatori in grado di pensare al gioco e quindi possiamo distribuire le responsabilità. Nel reparto lunghi Cervi aveva peso in difesa, ma qualche problema in attacco, con Veremeenko abbiamo raggiunto un ottimo livello di affidabilità, mi ha stupito come si sia integrato». Tutte buonissime basi per iniziare a costruire un super campionato: «La piazza è maturata, ci chiedono emozioni, come quelle che abbiamo regalato nella passata stagione; prima capitava ci fosse anche pressione. Quest’anno il campionato presenta un notevole livellamento qualitativo verso l’alto, non c’è chi pensa solo a sopravvivere, tutti hanno cercato di fare un passo avanti».  Grissin Bon uguale squadra più italiana, uguale anche squadra senza americani: «Abbiamo smesso di guardare ai passaporti  perché sono vincolanti e ti portano a continui cambiamenti e poi ci siamo accorti che il valore degli italiani cresce esponenzialmente con europei a fianco, non c’entra l’indole americana, ne abbiamo avuti che hanno fatto le nostre fortune; avendo poi gente come Kaukenas e Lavrinovic tutto diventa più facile».