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Partaluppi: Com’è cresciuta l’Olimpia

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Flavio Portaluppi, nuovo general manager dell’EA7 Olimpia Milano, è un prodotto del settore giovanile del club come giocatore. In questa veste ha debuttato in Serie A e giocato per un decennio nel massimo campionato vincendo anche lo scudetto del 1996. Anzi nella quarta partita della finale scudetto, contro la Fortitudo, al Forum, fu lui a segnare il canestro della staffa, un classico tiro da tre punti, ovvero la sua specialità. Tra i suoi compagni di squadra c’era Nando Gentile, padre di Alessandro, e il coach avversario era Sergio Scariolo, allora alla seconda finale nel campionato italiano.

SENSAZIONI – “Al di là del ruolo e delle competenze – dice Flavio Portaluppi – che sono ovviamente diverse rispetto a tre anni fa, quand’ero il team manager, la sensazione più forte oggi è quella di trovarmi in un’Olimpia cresciuta tantissimo, che ha fatto progressi enormi a livello organizzativo e di progettualità. Ora che siamo ancora distanti dalle partite, che non sento nell’aria l’odore del sangue dell’avversario, quello che mi ha colpito di più sono stati questi progressi”.

BANDIERA – “Non mi sono mai sentito una bandiera. Sono solo un ex giocatore che ha avuto la fortuna di crescere nell’Olimpia e poi di giocarci tanti anni togliendosi delle soddisfazioni. Ma le bandiere sono un’altra cosa, se cerchiamo bandiere dobbiamo farlo nella grande Olimpia di Dan Peterson, Mike D’Antoni, Dino Meneghin”.

IL CANESTRO-SCUDETTO – “Sì, è stato il momento più alto della mia carriera, ma lo è stata tutta quella stagione in cui vincemmo anche la Coppa Italia. Una bella doppietta in una situazione molto particolare perché nell’aria si respirava già il clima dei grandi cambiamenti a livello societario”.

IL PROGETTO OLIMPIA – “Visto da fuori, dava la sensazione di essere uno dei progetti più ambiziosi e ben supportati non solo in Italia ma in Europa. In un momento critico per l’economia non solo italiana, l’Olimpia sta facendo qualcosa di importante. Nei primi giorni in cui sono tornato a viverlo dall’interno questo progetto ho avuto la conferma che certe sensazioni erano esatte”.

LA SQUADRA – “E’ già fatta, quindi la buona notizia è che non potrò fare danni o contribuire a farne. Scherzi a parte,  ed è quello che ho trasmesso a tutto lo staff tecnico, l’aspetto fondamentale è quello di aver confermato 7/12 della squadra dell’anno passato. Significa avere un nucleo da cui ripartire, un gruppo di giocatori che conoscono l’ambiente, le metodologie dell’allenatore, il modo di lavorare. E’ importante. I cinque giocatori nuovi sono arrivati per correggere e migliorare. A Cremona, nel nostro piccolo, ogni anno provavamo a vedere da quali giocatori sarebe stato possibile ripartire. Sono convinto che sia un fattore decisivo avere un nucleo di giocatori già presenti”.

SCARIOLO – “Lavorare con un allenatore come lui è stimolante per un dirigente. Stiamo parlando di un allenatore che è al top della sua professione in Italia e in Europa e ormai lo è non da qualche anno ma da un paio di decadi… Per me come dirigente rappresenta anche una garanzia, un sostegno”.

IL FORUM PIENO – “E’ stato uno spettacolo indimenticabile. Credo che per la gente di Milano sia stata, l’ultima, una stagione particolare. I nostri tifosi hanno capito che la società ha seminato bene e la squadra ha interpretato il messaggio. Anche quando giocavo ricordo che qui veniva apprezzata non solo la squadra bella ma soprattutto la squadra che trasmetteva carattere, agonisticamente forte, capace di trascinare il pubblico. Se ha riempito il Forum significa che quella squadra ha dato qualcosa, ha trasmesso valori positivi. Infine, la gente ha capito che la società sta costruendo un progetto e la sta aiutando ad andare avanti”: