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Paolo Lepore: “Pesaro è il nostro tappone dolomitico”

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paolo lepore, cremona, 2017-03-19

Paolo Lepore, coach Vanoli Basket, presenta così in sala stampa la sfida salvezza di domenica alla Adriatic Arena di Pesaro contro la Consultinvest:

“Parlando di Pesaro si può dire che è molto cambiata nelle ultime settimane, un po’ perché c’è stato l’avvicendamento dell’allenatore e un po’ perché sono arrivati due nuovi giocatori. Questi cambiamenti hanno mostrato una trasformazione del loro modo di giocare; da un gioco più ragionato come quello prediletto da Piero Bucchi, si è passati ad un gioco ad alto ritmo dove vengono presi tiri anche nei primi secondi dell’azione con un conseguente innalzamento del numero dei possessi. Questa credo sarà una delle loro armi principali. Inoltre hanno uno dei migliori giocatori del campionato che è Jones, molto difficile da marcare perché ha una doppia dimensione sia interna che esterna.

Importante in questa partita sarà limitarli nell’uno contro uno perché quando Jones gioca da numero cinque possono avere in campo cinque tiratori. Questo vuol dire che se non riusciamo a contenerli siamo costretti ad andare in rotazione e diventa poi difficile contrastarli nel tiro perimetrale. Limitare un giocatore come Jones sarà la chiave della nostra partita così come limitare il loro contropiede, accoppiandoci il prima possibile, proprio perché altrimenti il tiro da tre punti arriva immediato. La cosa più importante però sarà giocare la nostra partita. Non dobbiamo seguirli sul loro terreno ma, senza rinunciare a correre, dobbiamo alternare alla corsa il gioco ragionato. La loro è infatti una difesa che va fatta lavorare.

Questa partita è diventata un crocevia determinante per la nostra stagione viste tutte le occasioni che abbiamo buttato al vento. Ci siamo allenati cercando di far capire ai giocatori l’importanza di questa partita senza dimenticare che però non è l’ultima giornata di campionato. Sarà comunque la nostra vera battaglia da combattere. Mi piace pensare a questa partita come al tappone dolomitico del Giro d’Italia. La tappa più dura perché piena di tensione, più determinante per noi che per loro poiché abbiamo due punti in meno in classifica. Non possiamo sbagliare, dobbiamo fare in modo che la tensione che ci sarà si trasformi in tensione positiva. Non dobbiamo trasformarla in frenesia perché, proprio come nella tappa di montagna, spesso se si parte a mille poi ci si inchioda. Questo è quello che è successo a noi in tante partite. Sono infatti almeno nove quelle dove abbiamo condotto lungamente e poi siamo stati ripresi sul traguardo”.