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Olimpia Milano: rebus playmaker

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Olimpia Milano, UltrasContinuano a mancare due tasselli al roster dell’Olimpia Milano per la prossima stagione: il play e l’ala forte titolare.

Ovviamente si dà per scontato che il cambio del centro sia Angelo Gigli, come confermato da più addetti ai lavori. Sempre nel settore lunghi sembra si sia ai dettagli con CJ Wallace, il “congolese” nelle ultime stagioni a Barcellona e già visto in Italia a Treviso e Capo d’Orlando. Il biondo giocatore arriva da una stagione dove le cifre non sono state dalla sua parte, dove ha messo insieme 6 punti e 4 rimbalzi circa di media, non lasciando sicuramente un buon ricordo in maglia blaugrana. Trovato quindi un giocatore più interno di quanto il gioco di Banchi a Siena lasciasse presagire, rimane da risolvere il nodo playmaker. Alla presentazione di Banchi, Livio Proli aveva affermato che l’unico sforzo economico sarebbe stato fatto per il play titolare. Sfumato per un motivo o per un altro Travis Diener, le voci che si sono inseguite in questi giorni riguardavano Jerrels (già cercato da Siena durante l’anno), Shelvin Mack e, notizia di questa mattina riportata dalla Gazzetta dello Sport, AJ Price. Dei tre Jerrels è l’unico con esperienza in Europa, ma è anche un nome che non accende l’entusiasmo dei tifosi. Diversa la situazione per i due giocatori oltreoceano, con Mack che infiamma i cuori di chi segue l’NCAA, visto che nei suoi ultimi due anni a Butler, ha guidato la squadra alle F4 e poi alla finale per il titolo, entrambe le volte persa. In questo senso il giocatore sarebbe un incognita in Europa e a livello pro, visto che per ora ha vivacchiato ai margini tra NBA e D-League. AJ Price è il nome uscito oggi, la guardia ha giocato diverse partite a Washington quest’anno con un buon minutaggio durante l’assenza di Wall, dimostrando una buona capacità di smazzare la palla, arrivando a 14 assist nella partita contro Indiana del 10/11.

 

In attesa di vedere se questo investimento sarà fatto e come si chiuderà il roster, i tifosi fremono, visto che di solito, gli altri anni, a questo punto del mercato il roster era chiuso già da qualche settimana. Questa differenza nella “lunghezza” del mercato potrebbe essere foriera di una differenza nei risultati di fine stagioni, dopo tante, troppe stagioni fallimentari.