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Olimpia Milano, Proli e tifosi ai ferri corti!

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Livio Proli e Luca Banchi

Brucia la sconfitta contro Sassari, brucia tantissimo ai tifosi che hanno visto sfumare un altro trofeo che li vedeva favoriti. Una Milano che si è sciolta in particolare in difesa, principale caratteristica dell’era Banchi, e i tifosi non l’hanno presa molto bene.
Infatti poco dopo la sconfitta esce un comunicato degli “Ultras Milano 1936” che annuncia l’astensione dal tifo accusando la società di non essere riuscita a trasmettere ai giocatori quei valori che hanno fatto dell’Olimpia Milano la più gloriosa società italiana. Si imputa anche al Signor Livio Proli una gestione “aziendale” che poco ha a che fare con quella che è una gestione di tipo sportivo di giocatori professionisti. La polemica si infiamma anche a seguito di un video pubblicato su Instagram (e poi rimosso) da Alessandro Gentile, che lo vedeva festeggiare un sabato sera in discoteca dopo la sconfitta della sera prima, scatenando i malumori dei tifosi. Tralasciando l’ultima parte (dove il giocatore viveva un momento di vita privata e non per questo dimostrava poco attaccamento alla squadra) il principale bersaglio dei tifosi è la società, incarnata da Proli. Lo stesso Proli sulla Gazzetta Dello Sport minimizzava la sconfitta, parlando di “sconfitta salutare” sostenendo comunque che non ci sono alibi, ma che è convinto che in primavera arriveranno le soddisfazioni.
Che Proli non sia simpaticissimo ai tifosi e che, in passato, non abbia dimostrato grandi capacità è noto a tutti, e i tifosi queste cose le ricordano (molti ancora aspettano il famoso “passo indietro”) e alla prima cocente delusione tutto torna a galla. La verità è che Milano è una piazza stufa, stanca dei fallimenti, delle brutte figure e dello scarso impegno degli scorsi anni. Ecco però lo scarso impegno quest’anno non si vede, la squadra gioca e difende molto duro ma ha tuttavia toppato clamorosamente il primo obiettivo stagionale, ma non va dimenticato il primo posto in campionato e la buona Eurolega fin qui disputata.
Ci vorrebbe una gestione più razionale e sportiva e meno aziendale e permissiva. I tifosi non chiedono altro che questo e, ovviamente, una vittoria sul campo.