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Mens Sana Siena, Minucci: “Il fallimento non ascrivibile a me. Colpevole di essere parte di un sistema”

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MinucciPoche ore fa riportavamo la notizia della dichiarazione di fallimento della Mens Sana Basket da parte del Tribunale di Siena, e la conseguente fine dell’incredibile era della squadra della città del Palio. Il basket a Siena, però, non finisce e riparte dalla serie B con un nuovo codice FIP e tanta voglia di tornare presto nella categoria in cui compete alla sua tradizione cestistica.

 

È però anche il giorno di Ferdinando Minucci, che decide di dire la sua in una lettera scritta di suo pugno e riportata dall’Agenzia Impress: “Fiumi di parole hanno inondato la vicenda della Mens Sana Basket e ovviamente essendone parte integrante anche la mia persona. Non ho mai voluto rispondere a chi in questi anni ci ha attaccato senza esclusione di colpi, tentando a più riprese di delegittimare quanto avevamo fatto e stavamo facendo. Abbiamo risposto sul campo e mai attraverso scontri sulla stampa, lo abbiamo fatto con dignità e di questo ne vado fiero. Oggi la situazione è diversa i ruoli si sono stranamente scissi. Secondo alcuni il mio comportamento è stato determinante per la fine drammatica della Mens Sana Basket. A queste persone, alcune in buona fede, vorrei ricordare brevemente i miei 23 anni passati in Viale Sclavo.

Sono entrato a far parte dello staff mensanino nel 1991 con la mia agenzia pubblicitaria, l’anno successivo mi fu proposto di ricoprire il ruolo di Direttore Generale, la squadra era in A2 in una situazione finanziaria difficilissima. Nel 1993 entrai con una quota del 25% nella proprietà, quota che sarà girata a titolo gratuito alla Polisportiva al momento del piano di salvataggio che portammo a buon fine grazie all’impegno delle istituzioni cittadine: Comune e Fondazione Monte dei Paschi in testa. Dopo circa dieci anni dal mio ingresso nella MSB, precisamente nella stagione sportiva 2000/2001 la svolta decisiva con la sponsorizzazione diretta della Banca Monte dei Paschi. Proprio la crisi della Banca ma soprattutto il repentino cambio di strategia del nuovo management senza preavviso e contravvenendo gli  impegni assunti non solo scritti, hanno contribuito, a mio avviso in maniera determinante, a causare quello che purtroppo è avvenuto.

Tale cambio di strategia del nuovo management si colloca prima, sia chiaro, delle perquisizioni e sequestri del dicembre 2012. Fermare un treno in corsa spinto da tutti verso traguardi continentali non si può fare in un metro. Mi assumo le responsabilità per essermi adeguato ad un sistema che nel mondo dello sport professionistico è ben conosciuto, noto all’interno della MSB. Se ho sbagliato mi assumerò le mie responsabilità ma quel che non accetto è l’accusa di aver profittato del mio ruolo.

Ho piena fiducia negli organi inquirenti e nella magistratura, sono certo che la verità ristabilirà i confini del mio operato. In ogni caso tengo a precisare che per quanto di mia conoscenza, qualsiasi somma entrata nella disponibilità della società è stata utilizzata, per il bene e l’interesse della società stessa. Nego decisamente che da parte mia ci siano state locupletazioni personali. Per quanto riguarda la dichiarazione di fallimento della MSB voglio affermare con la forza che ha la verità che il fallimento non è stato causato da sottrazioni di risorse all’attività sportiva della MSB. Il fallimento in realtà come emergerà con chiarezza, quando saranno rese pubbliche tutte le carte, è stato causato da un insieme di fattori e non a condotte ascrivibili al sottoscritto“.

Ferdinando Minucci

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