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La gioia di Cusin e la “cazzimma” di Gentile: Cantù-Pesaro in Count Down

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Stefano Gentile e Marco Cusin Pallacanestro CantuNon poteva che esserci il sorriso di Marco Cusin a fine partita in cima al nostro Count Down, mentre il Pianella gli tributa (insieme ai suoi ex-tifosi da Pesaro) la standing ovation dopo una prova che sa di bentornato a questi livelli. Ma ad impressionare è anche il suo dirimpettaio, quell’Oderah Anosike che viaggia alla “rispettabile” media di 14 rimbalzi a partita, unico faro della Vuelle per buona parte del match. Detto di un Ragland che sta viziando il suo pubblico, è stata la serata di Stefano Gentile, punta di diamante di una panchina la cui crescita sarà fondamentale per il cammino stagionale di Cantù:

10 come i punti di Marco Cusin, più 9 rimbalzi e 3 stoppate per un 23 complessivo di valutazione. Il centro friulano, in recupero dal dolore alla caviglia, si ripresenta in versione Euro2013 con una prova a tutto tondo contro la sua ex squadra. A Cantù non lo si vedeva così da tempo e forse a parlare, più che le cifre, è l’entusiasmo che trasuda dal suo linguaggio del corpo a fine gara.

9 come i canestri dal campo di Oderah Anosike, per 22 punti più 16 rimbalzi (7 offensivi) con 5 falli subiti. Per la prima metà Pesaro è quasi esclusivamente lui, che si conferma una delle scoperte più interessanti di questo inizio di campionato.

Oberah Anosike VL Pesaro vs Marco Cusin Pallacanestro Cantu8 come le schiacciate mandate a referto da Cantù. Le jam di Abass e Jenkins in campo aperto e le affondate a due mani di Cusin e Uter accendono il Pianella e testimoniano il potenziale fisico e atletico della formazione brianzola.

7 come gli assist di un Ragland da 21 punti con 8/10 dal campo, 5 rimbalzi, 3 recuperi e addirittura 2 stoppate per un 35 totale di valutazione. Il folletto da Wichita State batte il tempo di gara come un metronomo, letale quando accelera, lucido quando deve gestire. Di questo passo a Cantù, oltre alle chiavi della squadra, gli daranno anche quelle della città…

6 come le perse di Cantù nell’ultimo quarto, in cui i biancoblu si concedono qualche distrazione di troppo subendo un parziale di 4-14 nei primi 5′, prima di chiudere definitivamente i conti. Nota trascurabile tutto sommato, anche se il ripetersi di questi black-out sia nelle vittorie (Pistoia, LeMans) che nell’unica sconfitta (Sassari) preoccupa un po’ Sacripanti.

Andrea Pecile VL Pesaro vs Joe Ragland Pallacanestro Cantu5 come gli assist di Elston Turner con 18 punti, ma un 8/22 dal campo frutto di scelte spesso poco lucide. La guardia da Texas A&M si accende tardi, quando Cantù è già ampiamente scappata e nel complesso incide poco.

4 come gli assist di Adrian Uter, che mostra le proprie doti di lettura e di passatore, oltre a 10 punti e 3 recuperi frutto di una difesa aggressiva e dinamica con cui compensa il deficit di centimetri.

3 come 3° quarto, quando Stefano Gentile sfodera la personalità e la “cazzimma” inscritte nel proprio DNA e prende per mano la squadra, segnando 13 dei suoi 17 punti (con 2/3 da tre) nel momento in cui l’infortunio ad Aradori toglie tranquillità ai brianzoli.

2 come gli inutili falli tecnici, uno per parte, affibbiati dalla terna ad Anosike e Rullo, rei di non aver lasciato subito la palla dopo i rispettivi canestri. Gli arbitri peraltro non fanno che applicare le disposizioni in materia di quest’anno, ma una domanda sorge spontanea: c’è davvero qualcuno che pensa che queste norme draconiane (mettiamoci anche il giro di vite su multe e squalifiche dei campi) facciano bene allo spettacolo e a un movimento già in crisi come il nostro basket?

1 come l’unica tripla pesarese a bersaglio (alla fine sarà un magro 4/19) nei primi 20′. La siccità dal perimetro inaridisce l’attacco, toglie ritmo alla Vuelle e finisce per scatenare la transizione avversaria sul cattivo bilanciamento dei marchigiani.

0 come l’impatto della panchina di Dell’Agnello sul match. Va a referto il solo Musso (11 punti arrivati troppo tardi) contro l’abbondante fatturato (35) del legno canturino. Il rendimento opposto delle seconde linee è uno dei fattori che spiegano la differenza di intensità messa sul parquet dalle due squadre sui 40′.

Stefano Mocerino

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