fbpx
Home Serie A Kadji e il suo sgambetto da ex: il Countdown di Sassari – Brindisi

Kadji e il suo sgambetto da ex: il Countdown di Sassari – Brindisi

0

kadji, brindisi 10 passi per rivivere le emozioni delle due partite giocate ieri al PalaSerradimigni, quelle in cui in 40 minuti Brindisi, ha  dovuto battere 2 volte Sassari per espugnare il parquet Sardo: il countdown


10: come il voto alla lucidità di Brindisi
: non è da tutti non perdere la bussola e il conseguente senso dell’orientamento dopo essere stati presi a pugni da Tyson, perché di fatto è questo quello che è successo nel terzo quarto, quando Sassari si è ricordata di essere scesa in campo e ha assestato una serie di dritti e ganci da 21 punti in 6 minuti che l’ha portata al -1 dal -22; poi la voglia di non gettare alle ortiche quanto di buono era stato fatto per 23 minuti ha prevalso e, ha permesso a Kadji e compagni di bloccare le sfuriate offensive casalinghe, lavorando di fino ai fianchi dell’avversario, portandolo poi al ko tecnico per mancanza di idee. PUGILILATO CESTISTICO

9: Come le triple realizzate da Sassari: un modesto 37,4%, se non fosse che nel terzo quarto sono piovute nel canestro Brindisino, 8 sventole dai 6.75 che hanno riaperto la gara, un complessivo 100% al tiro dalla lunga distanza che ha fatto riflettere i tifosi Sassaresi spinti a porsi una domanda? Cosa sarebbe successo se avessero giocato, anche gli altri quarti alla stessa maniera o giù di lì? SLIDING DOORS

8: Come i tiri da 2 tentati da Durand Scott; chiude con il 75% da dentro l’arco e sigla la sua miglior prestazione stagionale con una doppia doppia da 21 punti + 10 rimbalzi; la sua voglia di recuperare carambole è l’emblema della partita, Brindisi ha più fame di giocarsi tutte le sue opportunità e nella lotta sui tiri sbagliati, proprio il lavoro degli esterni o presunti tali, fa la differenza e Scott incarna alla perfezione questa voglia superiore rispetto ai “piccoli” Dinamo. Se poi aggiunge delle percentuali ottime di realizzazione il 27 di valutazione è un risultato naturale. DA FANTABASKET
logan, sassari
7: Come gli assist di Logan; molto più play dell’anno scorso il professore, prova sempre con le sue infinite uscite dai blocchi a creare per i compagni, il tiro dalla lunga distanza non lo premia come in altre gare ma non va lontano da una tripla doppia con i suoi 21 punti e 8 falli subiti. Sassari non deve cercare un leader per ritrovare lo smalto dell’anno passato, ma semplicemente seguire la strada tracciata dal suo n°3. SILENZIOSO

6: Come i punti di Reynolds; a proposito di assist e di punti preziosi, il n°1 Brindisino si candida a faro della squadra per importanza delle sue azioni; prima costruisce per i compagni (9 gli assist a referto), poi nel momento più cupo per Brindisi, dopo quel terzo quarto da ring pugilistico, decide che è arrivato il momento di dare la scossa e mette a segno in penetrazione, quei suoi 6 punti che pesano però il triplo, perché capaci di togliere le certezze difensive tra i piccoli e gli aiuti dei lunghi, che avevano creato la fiducia per materializzare la rimonta Sassarese. KILLER

5: Come i rimbalzi di Brent Petway; uno degli imputati del processo mediatico sui social network da parte dei tifosi Sassaresi, ha forse dato proprio con le sue 5 carambole, qualche segnale di risveglio per quanto concerne il suo ruolo all’interno del sistema di gioco di Sacchetti: Troppo poco in ogni caso per quanto concerne l’importanza del suo apporto all’interno degli schemi Sassaresi, che hanno sempre fatto dell’ala forte, un punto di riferimento silenzioso, ma altrettanto prezioso, in termini di taglia fuori e conseguente raccolta dei rimbalzi per i celebri contropiedi dei biancoblu. Si fa ricordare solo per aver tentato di strappare il ferro dopo una schiacciata, che spinge al richiamo gli arbitri, un gesto con cui ha provato a sfogare la sua rabbia per un’altra partita sotto le aspettative, ma che poteva costare caro dopo i vari richiami della terna ai giocatori Dinamo, rei di aver esultato in maniera troppo veemente in panchina per un canestro poco prima. EVOLUZIONE
varnado, sassari
4: Come i punti messi a segno da Varnado; non deve essere facile arrivare nella squadra campione d’Italia e avere addosso l’etichetta di: COLUI CHE DEVE SOSTITUIRE QUELLO CHE L’ANNO PRIMA HA STRAPPATO UN CONTRATTO DA 3 MILIONI DI € AD UNA SQUADRA CHE VUOLE VINCERE TUTTO E CHE FACEVA DELL’INTENSITA’ IL SUO MARCHIO DI FABBRICA; un etichetta che per primo deve strappare lo stesso Varnado, evitando aiuti troppo profondi penalizzati da falli (le movenze non sono quelle di Baryshnikov), che lo tolgono fuori ritmo e soprattutto fuori dalle rotazioni di Sacchetti. Chiude con 3 penalità in 8 minuti di gioco, nonstante rispetto al suo predecessore possa mettere a disposizione, una gamma di soluzioni balistiche più ampie, mai veramente sfruttata sino ad ora. MISTERO

3: Come terzo quarto; quello in cui Sassari ha iniziato la gara, troppo poco contro la solidità di Brindisi, anche davanti all’esaltazione che Haynes ha creato con le sue triple. E’ stato il momento più emozionante della partita per i tifosi di casa, quello più terrorizzante per i tifosi ospiti e se in precedenza abbiamo parlato di Sliding Doors, ora ritorniamo sul processo mediatico, con lo stesso Haynes a fare da ago della bilancia, tra: una prestazione di cuore e anima che avrebbe rinfrancato i supporters Sassaresi e una gara deludente per approccio mentale e mancanza di alternative. E’ lo stesso Sacchetti in sala stampa a dire che l’indicatore si è spinto verso la seconda opzione e sarà lo stesso coach a spronare i suoi per evitare che ricapiti, partendo magari dall’Eurolega, anche se l’avversario si chiama CSKA. MISSION IMPOSSIBLE

2: Come i trofei vinti da Kadji nella passata stagione; arriva da campione in carica e ricorda a tutto il Palas cosa significhi essere un ballerino intrappolato nelle sembianze di una pertica. Si fa amare da Brindisi e si fa odiare da Sassari (sportivamente parlando) per la sua concretezza nel pitturato, danza nell’area colorata, domina a rimblazo e ci mette come al solito quella tripla che ti fa capire, come sia capace di aprire il campo per i suoi compagni, offrendo quindi un ventaglio di opzioni offensive davvero importane. Va via da Sassari con il sorriso, ringraziando chi l’anno scorso gli ha fatto vivere un sogno, nel momento in cui la sua vita era un incubo. GIOIELLO

1: Come il momento sbagliato per far partire FACCIA DI TRUDDA: nei nostri countdown ci piace raccontare le sfumature anche dell’altra partita, quella che si gioca fuori dal campo e perciò, non possiamo non sottolineare come la canzone che ha sempre galvanizzato i 5000 del PalaSerradimigni e sempre sapientemente fatta partire nei momenti clou di intensità biancoblu, sia stata invece ieri fonte di perplessità. Nasce una riflessione su quanto emesso ieri dalle casse dell’impianto di gioco Sassarese e cioè, quanto siano importanti i dettagli che rendono più forte il sesto uomo al fianco dei 5 in campo. E’ bene sottolineare che quello presente ieri al PalaSerradimigni non era il resident DJ che accompagna generalmente le partite casalinghe dei Sardi, ma un sostituto che ha provato ad animare nei momenti di pausa, gli spettatori della gara, facendolo però con uno spirito un po’ datato e non compreso da tutti i presenti. ALTRI TEMPI

0: Come i punti assegnati per l’ultimo tiro di Kadji; Sassari con la partita ormai andata tira una preghiera che rimbalzata dal ferro e finisce nelle mani di Kadji, l’ex di turno guarda il cronometro e nota che mancano 3 secondi, sembra volersi fermare e aspettare la sirena finale quando poi incrocia lo sguardo di coach Bucchi; il tecnico Bolognese riesce in una sola frazione di secondo e senza aprire bocca ma soltanto agitando una mano, a far correre un brivido lungo la schiena del Camerunense che lascia una nuvoletta con le sue sembianze davanti al suo coach e si lancia verso il canestro avversario per tirare; la sua di preghiera fa solo CIUFF con lo stesso Kadji che si toglie il sudore della fronte appena si rigira verso la sua panchina, salvo poi scoprire che il tiro è arrivato dopo la sirena finale. Il gesto ha colpito in negativo diversi tifosi, che non si aspettavano la ricerca di un altro tiro per la differenza canestri in così poco tempo e da un proprio ex fino ad allora applauditissimo, ma ci sono diverse riflessioni da fare, la prima è che il lavoro di Kadji così come quello di ogni altro giocatore professionista, è quello di fare canestro indipendentemente dalla canotta indossata, il secondo, è che se tra 5000 persone e il tuo allenatore, preferisci le indicazioni del singolo, vuol dire che coach Bucchi non deve essere parecchio magnanimo con i suoi giocatori, a partire dal giorno successivo in allenamento. PAURE