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Impressioni dalla Supercoppa 2016, le quattro squadre sotto la lente d’ingrandimento

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Milano Supercoppa

La due giorni di Supercoppa al Forum di Assago da il via alla stagione ma soprattutto ci permette di osservare da vicino lo stato di forma ma soprattutto la costruzione delle squadre in vista dell’imminente inizio di campionato. Noi di Basketitaly eravamo presenti e abbiamo seguito nel dettaglio le tre sfide quindi, esattamente come facemmo per il Trofeo Lombardia, proviamo a fare un rapido bilancio di quello che abbiamo notato nelle quattro formazioni italiane.

CREMONA – la squadra di Cesare Pancotto vive un primo tempo surreale contro Milano, gasandosi e trovando fiducia da 3 (10/14 nella prima frazione). Poi però le cose tornano sulla terra e deve cedere il passo a una Milano nettamente superiore. Tuttavia i cremonesi tornano a casa con le belle prova di Turner e Mian ma soprattutto con l’idea che sugli esterni ci sia un talento diffuso da non sottovalutare. Interessante anche Gabe York, mentre ci si aspetta qualcosa di più dall’ex Mvp Omar Thomas. Altro discorso sotto i tabelloni, Biligha e Wojciechovsky lottano ma la sensazione è che non ci sia abbastanza qualità e questo durante la stagione potrebbe essere un problema per la Vanoli.

REGGIO EMILIA – una cosa è evidente: non è la Reggio Emilia della scorsa stagione. Il che non vuol dire che è più debole ma manca di quella esperienza e freddezza che i veterani baltici (Kaukenas e Lavrinovic) portavano alla squadra e nel finale si è visto con le palle perse e il buzzer di Avellino. Tuttavia la Grissin Bon segue il suo progetto italiani con grande entusiasmo con Polonara e Della Valle su tutti mentre Cervi sarà fondamentale sotto canestro per trovare profondità nel pitturato. Rimandati, al momento, gli stranieri; Delroy James non pare quello di Brindisi, Lesic è apparso sotto tono mentre Needham è esattamente quello visto agli scorsi Playoffs cioè senza infamia senza lode. Max Menetti ha molto da lavorare ma la stagione è lunga e senza coppe europee (cosa che ha non poco influenzato il mercato va detto) ci sarà tanto tempo in palestra di cui approfittare. Restano chiaramente una squadra in corsa per il secondo posto.

AVELLINO – La squadra di Sacripanti si presenta con l’idea chiara di essere la seconda forza del campionato, e lo dimostra vincendo di carattere con Reggio Emilia nonostante una prova difensiva non eccelsa. Si vede chiaramente che c’è una linea di continuità con la stagione precedente, infatti il leader è sicuramente Ragland vero trascinatore irpino, mentre come al solito Leunen fa il professore in campo anche se il fisico non lo segue più come prima. Molto interessanti gli stranieri Randolph e Obasohan che partono forte ma si spengono sulla lunga. È però evidente che questa squadra non sa ancora giocare con i propri lunghi, complice un Cusin che senza Vitali rende la metà, ma soprattutto un Fesenko in condizioni pietose (caviglia girata in allenamento) e arrivato in squadra solo due giorni fa. Ecco da Fesenko passa gran parte della stagione di Avellino perchè un pilastro di talento come lui sotto i tabelloni può davvero fare la differenza nel campionato italiano

MILANO – I biancorossi dovevano vincere e l’hanno fatto, ma non solo. Hanno dato la chiara sensazione che in Italia non ce ne sia per nessuno sia tecnicamente che fisicamente. Un roster di 15 giocatore pare irreale confrontato alle altre squadre italiane e se nella finale lasci in tribuna Abass (uomo “franchigia” nella Cantù di un anno fa) e Raduljica (distorsione) vincendo agilmente con un Gentile estremamente lontano dalla condizione migliore, beh allora viene da pensare come sarà quando la squadra sarà al 100%. Repesa a tal proposito parla di squadra attualmente al 60%, forse esagera ma non è impensabile parlare di grande potenziale ancora inesplorato, in fondo siamo sempre a settembre. Passando ai singoli spicca il solito Simon, totalmente illegale nel nostro campionato, ma non sono da sottovalutare le prove di Dragic (miglior rimbalzista) e Hickman che fa capire che gli infortuni sono un lontano ricordo. La squadra è impostata in una transizione offensiva rapida e Kalnietis si inquadra perfettamente in questo ruolo, il dominio fisico fa il resto. L’impegno europeo toglierà molte energie ai milanesi ma viene difficile pensare che questa squadra possa perdere il prossimo scudetto.