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Count down nel segno di Fesenko per una Cantù mai così squadra. Caserta saluta il sogno playoff

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Fesenko Kyrylo,Cantù vs Hunt Dario,Caserta-2

Poca storia nel match tra Acqua VitaSnella e Pasta Reggia Caserta, segnato profondamente sin dai primi minuti, con il parziale di 20-3 che obbliga gli ospiti ad una gara ad inseguimento. Mai così corale il gioco degli uomini di Bazarevich, capaci di distribuire quasi il doppio degli assist rispetto agli avversari (22 a 12), pur in una partita caratterizzata da numerosi errori (18 perse Cantù, 19 Caserta). Il dominio canturino inizia nelle aree colorate, con un Fesenko monumentale cui Dell’Agnello non ha uomini da opporre, ben supportato da JaJuan Johnson, che fanno la differenza a rimbalzo (40 per VitaSnella con 13 offensivi, 31 complessivi per gli ospiti). Più movimento di palla significa automaticamente migliori tiri, lo prova il 10/20 dal perimetro di una Cantù più equilibrata del solito per distribuzione di tiro, con l’ottimo 25/46 da due (54.3%), mentre la Juve non vede il canestro dai 6.75 (4/17), nonostante discrete percentuali da due (20/39) dopo il disastroso avvio. In count down i punti salienti della partita che tiene vive le ambizioni playoff del sodalizio di Gerasimenko:

10 su 20 da tre per Cantù, un rotondo 50% dall’arco figlio dell’ottima circolazione messa in piedi dai brianzoli. I 22 assist (terza volta in stagione sopra i 20) trovano un limite solo nelle 18 perse, gravi quelle a cavallo dei primi due quarti che scatenano la transizione di una Caserta spalle al muro. Bravi a non abusare del tiro pesante, specie quando Caserta si schiera a zona, il prossimo punto nell’agenda di Bazarevich è trovare continuità nel trattamento di palla dentro la stessa partita.

9 rimbalzi difensivi più 6 offensivi e 19 punti, per la quarta doppia-doppia in otto gare in maglia Vita Snella di Kyrylo Fesenko (14.3ppg e 10 rimbalzi di media in campionato). Inarrestabile quando riceve profondo (8/10 al tiro con 4 schiacciate), se non con il fallo (6 subiti), si fa notare in difesa (3 stoppate e 4 recuperi) e trova anche il tempo per dare 2 assist, il totale fa 35 di valutazione. Se proprio si vuole trovare un neo alla sua prestazione, oltre a 4 perse tutto sommato trascurabili, è il 3/8 ai liberi, che lo può esporre a strategie di fallo sistematico quando prende palla nei pressi del ferro.

8 come i rimbalzi di un Bobby Jones (16, ma 4/11 al tiro) che prova a indossare i panni della “bestia nera” di Cantù, come ai tempi della militanza con la Virtus Roma. Pericolo costante per la difesa (7 falli subiti), capitalizza male dalla linea della carità (6/12). Lotta come un leone, ma il compito contro i lunghi di Bazarevich questa volta è davvero improbo per un uomo solo.

7 rimbalzi per l’altro presidio sotto canestro dell’Acqua VitaSnella, un JaJuan Johnson (14 e 4 assist, oltre a 4 perse) straripante atleticamente, pur non sempre lucidissimo nelle scelte. A volte sembra difettare di concentrazione per la leggerezza con cui lascia certi palloni (4 perse) e forza più di una conclusione (6/17 dal campo), ma trova il giusto feeling con Fesenko, forse per la prima volta quest’anno, formando una coppia di lunghi da mal di testa per qualsiasi difesa.

6 su 8 dal campo e 14 punti per un Roko Ukic perfetto da due (4/4), chirurgico da tre (2/4), cui aggiunge 4 assist e una regia illuminata, la chiave per la nuova e definitiva fuga di Cantù dopo che gli ospiti hanno toccato il -2 a metà terzo quarto. Bravo a capire quando giocare per i compagni e quando mettersi in proprio, trovasse la giusta chimica con Hodge darebbe alla squadra quella spinta in più che potrebbe ancora aprire le porte della post saeason.

5 assist per un Peyton Siva (14 punti) fin troppo timido al tiro (3/3 da due, 0/1 da tre) per chi lo ricordava ai tempi del titolo Ncaa con Luoisville. Il play di origini samoane approfitta della difesa approssimativa degli esterni canturini, spesso battuti sul primo passo, per accumulare falli subiti (6) e tiri liberi (8/8 in lunetta), ma non dà mai l’impressione di poter prendere le redini dl ritmo partita, suo naturale marchio di fabbrica.

4 su 17 dall’arco per Caserta, un magro 23.5% che fa da contraltare alla grande prova balistica dei padroni di casa. I bianconeri sparano a vuoto dal perimetro, nessuna tripla a bersaglio nel primo quarto (0/1contro il 4/6 di Cantù nei primi 10′), stessa musica anche nel quarto di coda (0/7). Dato che, abbinato allo scontro impari in vernice, rende impossibile uscire indenni dal Pianella.

3 su 3 nel tiro pesante per un Brady Heslip (9 in 14′) utilizzato come specialista puro da Bazarevich. Il coach russo predilige esterni più fisici con la coppia Ukic-Hodge, l’arrivo di Lorbek (ieri 23′ per lo sloveno) ha ridotto ulteriormente lo spazio per il canadese, ma la guardia da Baylor risponde comunque presente, sia per le triple messe a segno, sia per le attenzioni che impone alla difesa, ben consapevoli del fatto che dietro l’arco non gli si può lasciare neppure un centimetro.

2 su 2 da due e 2 su 2 da tre per un Abass (17, 7/12 dal campo con 3/5 da tre) che esplode con tutto il suo talento firmando 10 punti d’autore nei primi due minuti e mezzo del quarto conclusivo, pietra tombale sulla partita. Al di là delle cifre, l’attitudine del capitano è tra le più pronte, lo si vede soprattutto nella metà campo difensiva, dove Vita Snella non può dirsi irreprensibile e l’uomo da Camerlata spesso paga più di una cauzione per i compagni.

1 solo canestro dal campo per Caserta nei primi 6 minuti e mezzo di partita in cui la Juve mette a segno soltanto tre liberi. Lo firma Slokar (13 e 6 reb), quando nel frattempo Cantù ha piazzato un mortifero 20-3 grazie a un’intensità doppia rispetto gli ospiti.

0 su 2 da tre per un deludente Micah Downs (4 punti e 5 rimbalzi con 3 perse), che sta ai margini della partita, cancellato dalla fisicità di Abass. Insieme a Cinciarini (7, 2/10 al tiro con 1/7 da tre) il buco più grosso per l’attacco di Dell’Agnello, orfano dei due realizzatori principali dopo Siva, un vantaggio troppo grande contro la Cantù in grande spolvero di ieri.

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