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Home Serie A Count Down: la cucina dominicana di Feldeine cuoce la Dinamo. La ditta Logan-Dyson non salva Sassari

Count Down: la cucina dominicana di Feldeine cuoce la Dinamo. La ditta Logan-Dyson non salva Sassari

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Williams (Cantù)E’ convinzione comune che le difficoltà formino il carattere e siano da sprone al miglioramento individuale e collettivo. Ne dà l’ennesima dimostrazione la Cantù di coach Sacripanti, che nel giorno dell’ostacolo più alto, la Sassari capolista di Meo Sacchetti, sfodera la sua migliore prestazione dell’anno per vergare l’impresa, in un match condotto ininterrottamente per 40’. Ispirata dal genio caraibico di James Feldeine, il Regista (maiuscolo d’obbligo) neppure tanto occulto di questa squadra, Acqua VitaSnella prende in mano il ritmo partita fin dall’inizio, con il triumvirato formato dal dominicano più Johnson-Odom e Stefano Gentile ad alternarsi in modo complementare nella gestione del pallone. La stessa lucidità che manca ai pari ruolo Logan, Dyson e Sosa – è la recriminazione di Sacchetti – quando la Dinamo vede la possibilità di mettere la freccia e magari incanalare il match verso ritmi più consoni. Già, perché prima dei 26 punti del quarto periodo, l’attacco più prolifico del campionato (86ppg prima di ieri sera) era fermo a un’incredibile quota 49 dopo tre quarti. Difesa attenta e controllo dei tabelloni che scatenano la transizione che fa male ad una Dinamo poco aggressiva, altro cruccio di Sacchetti, che alla fine deve alzare bandiera bianca. In Count Down i numeri chiave per leggere in controluce il match clou dal Pianella:

10 come gli assist complessivi, 5 a testa, distribuiti da Darius Johnson-Odom (13pti, 11 nei primi 4’ che fanno subito volare Cantù) e James Feldeine (17, 6/9 da due e 4 recuperi). L’ex-Marquette è protagonista dell’avvio incendiario che mette la partita sui binari giusti prima di mettersi al servizio della squadra. Il dominicano è l’MVP all’unanimità, in una partita in cui mixa sapientemente, come nel Sancocho, piatto tipico del suo paese d’origine, iniziative personali, recuperi e chicche per i compagni, impossessandosi del ritmo partita. Ci sono anche 9 perse per la coppia – gravi quelle nel quarto di coda quando è tutta Cantù a sbandare presa dall’ansia della vittoria – ma se raggiungono il giusto punto di equilibrio Cantù può giocarsela pressoché con tutti.

feldeine james, cantù9 come i punti a testa di Eric Williams (anche 12 rimbalzi con 16 di valutazione) e Cheik Mbodj (7 reb), curiosamente con percentuali identiche (3/6 da due e 3/4 in lunetta). Il veterano da Wake Forest gioca la sua miglior partita fin qui, puntuale in difesa per 40’, si scuote in attacco nella ripresa (1 solo punto all’intervallo) dopo la titubanza dei primi 20’ nelle conclusioni vicino al ferro. Il senegalese aggiunge intimidazione e nel quarto di coda affonda più volte le mani dentro il ferro sassarese, ispirato dalle assistenze del “solito sospetto” di origine caraibica.

8 come i palloni recuperati da Cantù (a fronte di 20 perse, ancora troppe, ma con 18 assist), capace di forzare 17 errori dell’attacco di Sacchetti. Da qui e dal controllo del proprio tabellone, nasce quella transizione che fa arrabbiare Sacchetti per l’atteggiamento poco aggressivo dei suoi e dà ritmo ed entusiasmo alla squadra brianzola.

7 come i rimbalzi di squadra di VitaSnella, ovvero quelli nati dalla collaborazione di più giocatori e perciò non assegnabili ai singoli. Cantù porta a casa anche il conto totale sotto le plance (41-38, con il 75% dei palloni tirati giù nella propria area), ma è il lavoro collettivo a premiare, con le guardie (4 reb a testa per Feldeine e DJO) sempre attente a dare una mano ai lunghi.

6 come gli assist di un Jerome Dyson generoso (17, 3/10 da tre, 4 perse, 3 recuperi), ma non sempre lucido nei momenti chiave. Ha il merito di tenere la Dinamo in partita con 8 punti nel secondo quarto, quando Cantù tenta di scappare, e di mettere la tripla del -3 a 46” dalla sirena. Questionabili alcune sue scelte di tiro, specie dalla distanza, che ne pregiudicano l’incisività sui 40 minuti.

5 come gli assist dell’altro “cervello” della squadra sassarese, quel David Logan (15, 2/7 da tre) che spaventa Cantù quando prende in mano le redini del gioco Dinamo. Ha il torto di sbagliare la tripla del possibile pareggio a una manciata di secondi dalla fine, prima che Feldeine dalla lunetta mandi tutti sotto la doccia.

4 come le triple sassaresi nell’ultimo quarto (su 10 tentativi), ma 4 erano state anche quelle messe fin lì (ma su 20) nei primi tre parziali. Il tiro dal perimetro non dice bene alla Dinamo (8/30 alla fine), in parte merito della difesa canturina sui closeout, che scala puntualmente nelle rotazioni e limita l’istinto di saltare sulle finte dei tiratori, in parte colpa di scelte non sempre felici dell’attacco sardo, nel tentativo di aprire la cassaforte biancoblu in area. Menzione anche per i 4 assist di Edgar Sosa (11, 5/8 al tiro), protagonista di un duello da playground col connazionale Feldeine e prezioso in difesa e transizione quando Sacchetti ordina il pressing a tutto campo.

shane lawal, schiacciata, sassari, supercoppa3 recuperi con 10 rimbalzi e 13 punti nella partita di Shane Lawal – nel complesso il migliore dei suoi (23 di valutazione) – che non si tira indietro nel fare a sportellate con Williams e Mbodj, in un primo tempo problematico per i lunghi avversari quando si tratta di tirare contro di lui. Alla lunga Cantù sfonda anche in vernice , ma il nigeriano ci prova fino in fondo e per aggressività e dedizione, con il suo atletismo contribuisce a rendere possibile la rimonta poi sfumata nel finale.

2 come le triple di Gentile (8, 2/5 da tre più 4 preziosi assist), Hollis (10, 2/5) e Abass (8, 2/a). Per il casertano valga la tripla “ignorante”, nel senso basiliano del termine, con cui di fatto stoppa la rimonta ospite. L’ex Biella convince per 35’, porta a casa il duello diretto con il temuto ex Jeff Brooks (7 più 6 reb), mettendo un paio di canestri decisivi nei momenti chiave. Il prodotto del vivaio conferma i progressi al tiro – e soprattutto nella sicurezza con cui sta in campo – limando gli errori e le disattenzioni per un’altra prova positiva dopo l’exploit contro Bologna.

1 come i tiri a bersaglio di uno spaesato Dequan Jones (3, 1/4 al tiro in soli 12’ sul parquet). L’ex Magic fatica ancora ad entrare nell’ottica del basket europeo, è encomiabile per la dedizione che mette, ma l’ingenuità lo porta a spendere tre falli in pochi minuti che lo tolgono dal match nel primo tempo. Nella ripresa è lui il “sacrificato” nelle rotazioni di Sacripanti, che gli preferisce Abass o la configurazione con i tre piccoli, specie quando la Dinamo alza la pressione difensiva.

0 come i punti ed l’impatto di un Rakim Sanders irriconoscibile (0/6 dal campo in 13’), che Sacchetti spedisce presto in fondo alla panchina. Zero anche gli uomini usciti per falli, dato che Sacchetti usa per descrivere la poca cattiveria agonistica dei suoi, così come a zero rimane il conto delle vittorie sarde in un Pianella ancora inviolabile, nonostante più di un addetto ai lavori pensasse che quaesta potesse essere la volta buona.

Stefano Mocerino

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