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Home Serie A Cantù: Trinchieri confermato, squadra in ritiro. Cremascoli: «Non accetto che quest’anno si sia smesso di lottare»

Cantù: Trinchieri confermato, squadra in ritiro. Cremascoli: «Non accetto che quest’anno si sia smesso di lottare»

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Dopo le voci inseguitesi per tutta la giornata di ieri, infine raffreddatesi in serata, su una separazione più o meno consensuale, l’attesa conferenza stampa di oggi chiarisce che la Pallacanestro Cantù e coach Andrea Trinchieri proseguono il loro rapporto di collaborazione. E’ quanto ribadisce Anna Cremascoli, descrivendo l’incontro avuto col tecnico nella giornata di ieri:

«Sto passando il momento più delicato come proprietaria della società. La cosa migliore in questi casi è fermarsi e riflettere con le persone di fiducia per prendere le decisioni più appropriate E’ quanto abbiamo fatto da Lunedì dopo la partita con Caserta, che è la punta di un iceberg grosso e freddo che ci troviamo davanti. Ieri con Andrea ci siamo chiusi per ore in una stanza per trovare una soluzione, da soli, anche se abbiamo letto dell’andirivieni di vari personaggi che noi però non abbiamo visto (il riferimento è ai rumors di ieri che davano in arrivo Djordjevic con conseguente via vai di agenti e procuratori, ndr). Siamo usciti con la consapevolezza che Andrea sia il miglior coach che Cantù possa avere e questa sia la squadra migliore per lui da allenare. Abbiamo la volontà di portare a termine la stagione nel miglior modo possibile e siamo qua per non nasconderci davanti ai problemi in quanto massimi responsabili della società. Ci siamo trovati con i giocatori affrontando i problemi di squadra e personali. Il problema è che non ci fidiamo a sufficienza l’uno dell’altro e questo ci fa crollare davanti alle difficoltà. Dobbiamo imparare a compattarci, perciò stasera partiremo in ritiro, ma dico subito che non è una misura punitiva perché qua non siamo all’asilo…., a Novarello, centro sportivo alle porte di Novara, per preparare la trasferta di domenica a Biella. Siamo una squadra che ha lottato quando c’erano zero possibilità di vincere perché Siena era imbattibile, come due anni fa: io non accettoscandisce la numero uno di Via Volta che quest’anno, quando c’è una chance, anche piccola ma concreta, noi non lottiamo più. Perciò io farò delle scelte, condivise con il mio staff tecnico, anche estreme, pur di vedere la squadra tornare a lottare».

Le novità potrebbero allora riguardare il roster con tagli e/o nuovi ingaggi? «Chiunque dimostrerà di non crederci non giocherà, per i nuovi arrivi abbiamo solo un tesseramento rimasto, perciò prima vogliamo tirar fuori il meglio da quello che abbiamo, poi valuteremo».

Il rapporto con il coach per l’anno prossimo? (Trinchieri ha firmato un triennale con scadenza 2014, ndr): «Non ho molta fiducia nei pezzi di carta – risponde la Presidente – ma noi dobbiamo concentrarci sull’oggi, perciò non penso al futuro, è troppo in là…».

E’ inevitabile l’impressione che in spogliatoio ci sia più di una questione aperta, ma su questo le bocche restano comprensibilmente cucite. Anche Trinchieri però parla di fiducia e di uomini che ci credano veramente: «Oggi non siamo ciò che vorremmo. Potremmo cospargerci di benzina e darci fuoco ma questo non cambia….. Dobbiamo fare in modo che la squadra faccia quel passo, non importa quanto grande, che nei momenti difficili non è stata in grado di fare. Non siamo perfetti ma chi lo è in questo campionato? Siena e Milano hanno gli stessi punti nostri. Questo è l’anno in cui riesce chi ha una base comune, una coesione, basta guardare a chi sta davanti. Dobbiamo andare oltre i nostri limiti, io non posso promettere un successo, ma assicuro che farò tutto quanto in mio potere perché ci meritiamo una vittoria»

Dopo il preambolo, la “ricetta”: «Adesso devo trovare 5, 6, 7 non importa quante… persone in grado di sacrificarsi per un obiettivo. La squadra mi ha fatto capire che c’è la possibilità di farlo: siamo spalle al muro, dobbiamo reagire con tutto quello che ci capita in mano. Voglio 5 o 6 o 7  persone che ci credono e andare con quelle. Per quello che la società mi ha dato, io sento di dovere ancora qualcosa, qualcosa di importante. E’ stato un momento di introspezione dolorosa… E’ il momento di avere coraggio nelle scelte, negli uomini, nel non fare un passo indietro. Negli ultimi anni, con quello che di giusto o di sbagliato è stato fatto, siamo ancora qua, le stesse persone: non tante società possono dire lo stesso. Solo chi non fa non sbaglia, però ora basta: non mi tiro indietro di fronte alla responsabilità, cerco 5 persone che facciano altrettanto»

La ricerca di ulteriori dettagli da parte dei numerosi cronisti presenti non strappa altri particolari. Il coach, che nega con forza di essersi presentato dimissionario all’incontro di ieri, rimane su un discorso generale: «Abbiamo un macro-problema che non ha una macro-causa, ma una serie di piccole micro-cause, ognuna delle quali con peso e importanza diverse. E’ stato difficile capire i nuovi arrivati, ma adesso è il tempo del fare. Scegliere del personale non è dividere i buoni dai cattivi, ma le due cose principali sono il senso di responsabilità e di urgenza. Abbiamo 5 partite per trovare un assetto emotivo. Non risolveremo tutto in due giorni, ma c’è un tempo tecnico per trovare 7/8 giocatori che vadano in campo per competere».

L’impressione piuttosto diffusa dopo l’incontro è che si sia parlato molto per dire poco o nulla, ma, come tradizione, a Cantù le decisioni si prendono senza clamore o annunci eclatanti. I prossimi giorni ci diranno la portata dei cambiamenti, tecnici o di uomini nel roster, in vista nell’orizzonte canturino.

 

Stefano Mocerino

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