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Cantù in volata batte Sassari nella sfida stellare del Pianella

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Sassari CantùE’ una Cantù cinica quella che si aggiudica lo scontro al calor bianco contro la Dinamo Sassari, battuta 99-95 nella partita che vedeva di fronte i due migliori attacchi del campionato.

Alto punteggio doveva essere ed alto punteggio è stato, in una gara sempre in equilibrio, dove in più di un momento è sembrato che gli uomini di coach Sacchetti potessero prendere possesso della partita. Ma i brianzoli non hanno mai permesso agli ospiti di prendere il largo, fedeli ad un piano partita che prevedeva un grosso lavoro difensivo sugli esterni, a prezzo di una costante sofferenza in vernice, contro un ottimo Caleb Green (21 più 5 reb) e un Drew Gordon (26, 12/15 al tiro e 10 rimbalzi) che domina, prima di trasformarsi nel responsabile della sconfitta, con due sanguinosi falli tecnici nell’ultimo quarto, il secondo dei quali dà l’abbrivio a Cantù per il parziale decisivo. Ma paga soprattutto il lavoro dei piccoli di Sacripanti, con un Ragland (24 e 6 assist) che nel secondo tempo veste i panni del condottiero e un Michael Jenkins (11 e 5 assist) che si sobbarca un gran lavoro su Drake Diener (19 e 5 assist) cui concede solo 7 punti nella ripresa. Con gli attacchi dal perimetro che si equivalgono (11/29 Cantù, 11/27 Sassari) e la sostanziale parità a rimbalzo (32-30 pro Banco) la differenza la fanno gli episodi, dove Cantù è più lucida, e le panchine, con quella brianzola dimostratasi più versatile nelle numerose sfaccettature tattiche. Ne dà prova l’inizio di quarto periodo, quando il quintetto inedito con Abass e Marcel Jones da lunghi, non solo tiene botta, ma tira la volata ai titolari per il rush finale, dove Aradori (15) e Leunen (11, 5 reb e 4 ast) firmano le giocate decisive. Spiccano le sole 8 palle perse da Cantù (di cui soltanto due dall’intervallo in poi) a fronte di ben 23 assist, limitando la temuta transizione ospite in un match giocato al ritmo congeniale alla Dinamo, guidata in regia da un Marques Green ispirato come passatore (9 assist), meno come realizzatore (7 con 2/4 dal campo), mentre Travis (9 e 7 assist) appare ancora lontano dalla forma ideale.

In cronaca. Si vede subito quanto le squadre siano preoccupate dei rispettivi tiratori, tanto che il primo quarto si chiuderà con una sola tripla per Cantù (su 9) e nessuna per i sardi (0/5). Il Banco trova da subito i propri lunghi in vernice, Cantù sfrutta l’aggressività in difesa per provare a correre, ma gli ospiti ripagano con la stessa moneta. L’alley oop chiuso da Gordon segna il primo vantaggio esterno, 13-14 a metà dopo 6′, con entrambi i coach che abbassano i quintetti lasciando Caleb Green contro Leunen da centri. Anche gli esterni biancoblu lavorano bene in avvicinamento e alla prima sirena è 19-18 interno sul tap in di Abass allo scadere.

I due Diener rompono il digiuno sardo dall’arco, allargando il campo per una Dinamo brava a colpire le distrazioni canturine sulla transizione difensiva. VitaSnella si trova alle prese col rebus Gordon, specie dopo il 2° fallo di Uter (15, 7 reb e 7 falli subiti), anche perché Marconato non ha l’agilità per stare dietro al lungo da New Mexico. Gli ospiti provano la fuga nel miglior momento di Drake, ma dall’arco è Leunen per due volte a tenere cucito lo score. Il rocambolesco finale con i tre liberi di C.Green e il contropiede in 3” netti chiuso da Ragland consegnano uil 43 pari all’intervallo lungo.

Si scaldano le mani nel terzo quarto, con la pioggia di triple (5 per parte) aperta dai due Green, cui risponde due volte Ragland. Gordon è sempre più un fattore, con Caleb bravo a sfruttare la sua doppia dimensione. Cantù trova con costanza Uter che raccoglie punti e falli, lasciando per strada qualche libero in una serata complicata per VitaSnella (18/28 dalla lunetta alla fine). I sardi sembrano sul punto di fuggire con la triple di Sacchetti (6, 2/5 da tre) del 61-66, ci pensa Jenkins con la stessa moneta a rispondere, nella sarabanda di bombe che coinvolge anche Vanuzzo e il buzzer beater di Stefano Gentile (11, 2/4 dai 6.75) per il 73-71 interno all’ultimo mini intervallo.

Cantù si presenta in versione extra small al quarto periodo, con Abass e Jones insieme al trio Gentile-Ragland-Jenkins sul perimetro. La mossa paga dentro l’autentica run and gun che si scatena, con l’uomo da Maddaloni che sale di colpi e dà un minimo di inerzia a Cantù sull’82-78. La prima fesseria di Gordon (palla tirata addosso a Uter a gioco fermo) porta il fallo tecnico, che VitaSnella però non capitalizza, subendo anzi il controsorpasso a firma Caleb Green con 4′ da giocare. Ci pensa Leunen con la sua terza tripla a spegnere l’incendio e poco dopo, col punteggio in parità, arriva il frittatone di Gordon, quinto fallo e secondo tecnico da principiante, solo che stavolta Cantù si costruisce, con i liberi e la tripla letale di Ragland, il margine di 5 lunghezze che rompe l’equilibrio a 90” dalla fine. Sassari ci prova ancora con la tripla di Sacchetti e quella impossibile di Diener che illudono sul -1, ma il tap-in di Leunen e la freddezza di Aradori (4/4 ai liberi nell’ultimo minuto) congelano la vittoria per i biancoblu, risultato che vale ancora il primo gradino della classifica, mentre ai sardi, Sacchetti lo sottolinea con rabbia in sala stampa, ancora una volta manca la lucidità e la cattiveria per passare su questo campo.

Stefano Mocerino

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