fbpx
Home Serie A Brindisi, si chiude l’era Bucchi: 5 anni indelebili scolpiti nella storia. Ora si pensa al futuro..

Brindisi, si chiude l’era Bucchi: 5 anni indelebili scolpiti nella storia. Ora si pensa al futuro..

0

Piero Bucchi Brindisi

Correva l’estate del 2011, quando Piero Bucchi si presentò per la prima volta dinanzi a una gremita sala stampa del PalaPentassuglia. In un ambiente scottato dalla cocente delusione di una retrocessione in A2 dopo appena un anno di Lega A, il coach bolognese, reduce anch’egli dall’amarezza per l’allontanamento dalla panchina dell’Olimpia Milano dopo due finali scudetto, sposò il progetto di rilancio personale e brindisino. “L’obiettivo è riportare Brindisi nel basket che conta, e stabilizzarlo ai vertici”. Sembrava una sparata e una frase di circostanza, ma non fu così. Detto, fatto: Piero Bucchi mantenne in pieno la promessa.

Subito l’accoppiata Coppa Italia-promozione in Serie A, per poi stabilizzarsi attraverso tre partecipazioni in quattro anni nelle Final Eight di Coppa Italia (con due semifinali raggiunte), una cavalcata trionfale nel girone d’andata 2013/14 chiuso al primo posto, e due qualificazioni playoffs raggiunte. Dall’Italia all’Europa, Brindisi disputa per la prima volta manifestazioni europee, come l’EuroChallenge e l’Eurocup. Tante gioie, emozioni e record che rimarrano indelebili nella storia del basket brindisino, in cui il nome di Piero Bucchi sarà inciso a caratteri cubitali.

Le prossime ultime due gare di campionato saranno le ultime apparizioni del coach sulla panchina brindisina. A fine stagione infatti scadrà il contratto e le strade di Bucchi e dell’Enel Brindisi si divideranno. Un matrimonio durato 5 anni, molti pensando alla fugacità dello sport e del basket moderno. Un finale di storia con il retrogusto leggermente amaro, in virtù di un campionato vissuto su troppi bassi e pochi alti. Obiettivi falliti e tantissime difficoltà incontrate, come mai prima d’ora. Colpe che vanno attribuite in toto tra la società, lo staff tecnico e gli stessi giocatori, senza cercare in particolare un caprio espiatorio.

Piero Bucchi è sempre stato un uomo tutto d’un pezzo, sanguigno e meticoloso. Dà e pretende sempre costantemente il 100% dai suoi giocatori e da tutti coloro che lo circondano, e perciò spesso non ci sono state vie di mezzo nei rapporti che ha instaurato nell’ambiente. Niente compromessi, nella vita come nello sport. C’è chi lo critica e lo ha criticato, chi lo ama e lo ha sempre amato. Dal coro “Piero Bucchi ce l’abbiamo noi” cantato da tutto il PalaPentassuglia in più occasioni, ai mugugni per un gioco non spettacolare e il rapporto qualità-prezzo in una piazza come Brindisi. Probabilmente le partenze a razzo, comune denominatore negli anni, hanno creato aspettative troppo alte, o forse i cali di rendimento nel girone di ritorno son dovuti all’incrinazione dei rapporti con i giocatori, soprattutto per quanto riguarda gli stranieri, difficilmente rimasti più di un anno. 

Piero Bucchi Brindisi

Aldilà di ogni possibile considerazione personale e soggettiva, i risultati oggettivi sono quelli che contano, e Bucchi può considerarsi il coach più vincente della storia brindisina in Serie A. Ha eguagliato e superato i record di Big Elio Pentassuglia, un totem e un istituzione a Brindisi come in Italia, raggiungendo il maggior numero di presenze e vittorie sulla panchina biancoazzurra. Il dato aggiornato parla di 101 vittorie in 200 partite ufficiali tra Lega A2, Lega A, Coppe Italia e Coppe europee. Potrebbe finire in attivo o in perfetta parità a seconda dell’esito delle ultime due partite di campionato, ma la sostanza comunque non cambierebbe di una virgola. Brindisi è pronta a salutare una parte importante e indelebile della propria storia cestistica. La squadra biancoazzurra si è rialzata, è cresciuta e si è stabilizzata ai vertici della pallacanestro italiana con e grazie a Bucchi, il coach si è rilanciato nel panorama italiano con e grazie a Brindisi. Un binomio risultato vincente.

Il futuro? Ormai è arcinoto di come la scorsa estate Bucchi sia stato vicinissimo ad Avellino (sarebbe stato meglio chiudere il ciclo in quell’occasione? con i se e con i ma..). In quel frangente, l’Enel si era cautelata contattando Vincenzino Esposito, e l’attuale coach di Pistoia resta largamente il favorito numero uno per diventare l’erede dell’allenatore bolognese. Per Bucchi invece si potrebbero aprire diverse piste, da Sassari e Venezia all’avventura estera. Anche se il risultato non conterà ai fini della classifica, in casa con Caserta e a Cremona, saranno due partite speciali in cui molti flashback passeranno nelle menti dei protagonisti e dei presenti.