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Home Serie A Aaron Craft mette in guardia la sua Trento: “Per vincere a Venezia dobbiamo evitare cali di concentrazione”

Aaron Craft mette in guardia la sua Trento: “Per vincere a Venezia dobbiamo evitare cali di concentrazione”

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Le parole dell’ex Ohio State Aaron Craft al quotidiano  “L’Adige” in vista della sfida di domani contro la Reyer Venezia

Aaron, domenica contro Cremona ha piazzato una partita fenomenale da 13 punti, 3 palle recuperate e 9 assist. Al debutto a Brindisi, invece, era affondato con tutta la squadra. Come spiegare questa differenza?
«Con il fatto che, pur giocando, in prestagione non si conosce ancora bene il livello di condizione raggiunto. Nella prima partita, in trasferta, abbiamo un po’ risentito della tensione e non siamo riusciti ad esprimerci bene. Domenica scorsa, invece, eravamo molto più rilassati. E si è visto».
Quindi vedete di essere rilassati anche domani contro Venezia!
«Venezia è una grande squadra, sta giocando un basket di alto livello e per vincere da loro servirà una grande partita. Hanno esterni molto forti, lo sappiamo, e tanti tiratori pericolosissimi».
Qualche idea sul come fermarli?
«Abbiamo giocatori in grado di tenere l’uno contro uno dei loro esterni, ma non basta. Siamo consapevoli che senza una grande difesa di squadra, senza l’aiuto che solo un compagno può dare all’altro nel momento del bisogno, questo non sarà abbastanza».
Detto da lei che un anno ha vinto il premio come miglior difensore della D-League suona preoccupante.
«Penso proprio che la chiave del match sarà la difesa di squadra. Dovremo cercare di mettere i loro tiratori nelle condizioni di sbagliare più di quanto non abbiano fatto in questo primo scorcio di campionato».
Per quanto riguarda l’Aquila, cosa c’è da migliorare rispetto alle prime due partite?
«Dobbiamo evitare i cali di concentrazione. Anche nella vittoria contro Cremona ne abbiamo avuti diversi e abbiamo rischiato di pagarli cari. Tant’è vero che, dopo l’intervallo, il coach ha dovuto chiamare un time out per svegliarci».
Torniamo a domenica scorsa. A lei che all’Università era abituato a giocare davanti a 15/20mila persone, che effetto ha fatto il PalaTrento?
«Devo dire che ho avuto un’ottima impressione. Il pubblico è stato determinante nel finale della partita. Avere un tifo così caloroso è tutto quello che un giocatore può volere».
Dopo due partite, che impressione ha della pallacanestro in Italia?
«In America la lega italiana ha sempre avuto un’ottima reputazione. E devo dire che la mia esperienza finora conferma questa impressione. Ho già capito che tra una partita e l’altra non puoi permetterti una settimana di allenamenti blandi, perché altrimenti alla gara successiva ti castigano».