fbpx
Home NBA Spurs spaziali si riprendono il fattore campo, Belinelli poco utilizzato ma risponde presente

Spurs spaziali si riprendono il fattore campo, Belinelli poco utilizzato ma risponde presente

0

Lo spettacolo delle NBA Finals si sposta dopo Gara 2 presso l’American Airlines Arena in situazione di perfetta parità. Gara 3 è spesso il crocevia per stabilire gli atti di forza interni a una serie e Popovich ne è ben conscio, optando per Diaw nello starting five al posto di un comunque positivo Splitter la scorsa domenica. La mossa permette maggiori spaziature e minore presenza nel pitturato e chi ne beneficia ampiamente è Leonard che, dopo i problemi di falli nei primi due atti, va senza troppi patemi in doppia cifra già intorno al giro di boa della prima frazione; San Antonio trova anche un Green iper aggressivo sulle linee di passaggio che causa tre palle perse praticamente uguali.

Quello che va in scena in quel di South Beach ha dell’incredibile: gli Spurs mettono a segno nel primo tempo una prestazione balistica da antologia, un 75,6% che va inserito di diritto negli annali come migliore prestazione al tiro in un tempo nelle Finals; 41 nel primo periodo, percentuali che a un certo punto superano il 90% (19 su 21), altri 30 nel secondo. Danny Green immacolato (13 con 6/6), Leonard a quota 18 con un solo errore (6/7), solamente Parker e Ginobili hanno numeri terrestri. Le ondate di Miami servono solo a limitare un passivo che sarebbe anche immeritato, poiché nonostante tutto gli Heat riescono a metterne a referto 50 sfiorando il 55%. LeBron (16 + 5 assist) trova appoggio dal solo Lewis (11 punti con 3/4 dalla lunga); Bosh è un fantasma, Allen spara a salve, Wade è deleterio, Chalmers ancora peggio.

Ma il basket è una disciplina magnifica e, sebbene la partita non abbia cambiato padrone, gli Heat hanno fornito al pubblico un incontro: gioco da tre punti di Wade e tripla di Bosh tanto per iniziare e per non far abbandonare ai tifosi casalinghi le speranze di rimonta. Il fu Flash nel solo terzo periodo ne mette 10, San Antonio sporca finalmente le percentuali e Miami aumenta il ritmo entrando in bonus a metà della frazione. Popovich gestisce abilmente i problemi di falli dei suoi e nelle rotazioni entra anche il nostro Marco nazionale che, nonostante non possa essere definito un fattore, realizza una tripla (dopo aver sbagliato un comodo lay-up) davvero importantissima da un punto di vista morale, in quanto riporta i Texani in doppia cifra di vantaggio.

L’ultimo quarto è la diretta conseguenza dei precedenti periodi: gli Heat, nonostante un James ampiamente riposato, hanno speso tutte le loro energie mentali e fisiche mentre gli Spurs sono ampiamente freschi. Una tripla di He Got Game prova a dare ancora flebili speranze ai padroni di casa ma la combo dei playmaker Heat sembra remare contro con Cole a tirare senza ritmo e Chalmers a non indovinare alcuna scelta offensiva (né tantomento difensiva se si esclude uno sfondamento subito). Il finale è di 92 a 111, per Leonard 29 punti (career high), mentre Green, Parker e Duncan ne combinano 44; per i campioni uscenti 22 sia per LeBron che per Wade ma solo 9 per Bosh e 2 per Chalmers. Gara 4 tra 48 ore sempre in quel di Miami.

©BasketItaly.it – Riproduzione Riservata