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Home NBA NBA – Da Zero a Dieci la Regular Season 2013-14 Frame dopo Frame – Part Two

NBA – Da Zero a Dieci la Regular Season 2013-14 Frame dopo Frame – Part Two

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6 – La coca di Kidd: 27 novembre 2013: Nei secondi finali della sfida contro i Lakers, il coach dei Nets, cercando di dare spiegazioni a Taylor, viene colpito dallo stesso giocatore causando la caduta del bicchiere di soda che teneva in mano. Inevitabile lo stop da parte degli arbitri con conseguente time out aggiuntivo a disposizione dell’ex playmaker di Dallas e Phoenix. La partita è stata comunque persa dai Nets ma tale teatrino ha permesso di distogliere l’attenzione sul cammino disastroso di Brooklyn (4-11 in quel momento), concedendo i riflettori a un qualcosa immaginabile solo all’interno della Lega più bella del mondo. Anche questa è l’NBA!

7 – Indiana e Portland: Era dall’eliminazione in Gara 7 delle ultime finali di Conference che i Pacers avevano come primo obiettivo quello di ottenere la leadership della Eastern. Tale traguardo è stato raggiunto, grazie soprattutto a uno sfavillante avvio di stagione in cui la squadra di Vogel ha messo in evidenza tutto il talento di un roster in cui la leadership è stata equamente (o quasi) suddivisa. Il prezzo da pagare però è stato un incipiente scricchiolio nelle dinamiche interne al gruppo che potrebbe del tutto esplodere nella post season pregiudicando il cammino fin qui percorso.

I Trail Blazers invece hanno messo in mostra lo spaventoso talento di Aldridge e Lillard che da soli o quasi hanno trascinato la franchigia dell’Oregon a un record di 54-28 (valevole la quinta posizione nella griglia della West). Il voto poteva essere ancora più alto, ma un calo di rendimento nella seconda parte di regular season ha fatto perdere il fattore campo. Le due vittorie a domicilio in quel di Houston hanno dimostrano ulteriormente il potenziale di questa compagine.  

8 – Phoenix e Toronto: Attribuire una votazione maggiore rispettivamente a un team distante 8 vittorie dai Pacers e a un altro che neanche sta partecipando ai playoff può sembrare paradossale ma i Raptors e i Suns rappresentano le due vere rivelazioni di questa stagione. I canadesi ritornano ai playoff grazie allo smisurato atletismo sia tra gli interni (Johnson e Valanciunas), che tra gli esterni (Lowry, DeRozan, Ross); la squadra di Hornacek invece è uscita sconfitta nel triangolare con Dallas e Memphis di fine stagione per gli ultimi due post della Western ma si è trasformata da brutto anatroccolo della lega delle previsioni di inizio stagione a bel cigno che nella prossima stagione proverà (grazie anche a quattro prime scelte al prossimo Draft) definitivamente a spiccare il volo. Il roster già dispone del Most Improved Player Dragic, di Eric Bledsoe e di Gerald Green – oltre ai gemelli Morris – e con un lungo degno di rispetto potranno davvero essere ipercompetitivi.

9 – Kevin Durant: Il 23 da Washington finalmente può guardare tutti dall’alto verso il basso. Manca ancora l’ufficialità, ma il futuro MVP della Lega ha messo in fila statistiche mostruose: 32 punti, 7.4 rimbalzi e 5.5 assist di media per un indice di efficienza di 20.6% (il più alto della Lega), il tutto condito da due lunghissime strisce relative ai punti messi a referto. Il suo prossimo obiettivo sarà la conquista del primo anello con i suoi Thunder, obiettivo probabilmente ancora più difficile rispetto a quello di aver detronizzato LeBron.

10 – All Star Game: La gara delle stelle è da sempre sinonimo di grande spettacolo (a fronte di un agonismo che rasenta il nullo). Il voto a due cifre a tale rassegna è perciò dovuto esclusivamente a connotazioni campanilistiche, ovvero per via dell’indimenticabile 15 febbraio, quando il nostro Belinelli si impose nel Three Points Shootout Contest. La finale contro Bradley Beal è stata emozionante, con entrambi gli atleti a far segnare “19” e con la necessità di un rematch nel quale il nostro Rocky, grazie a uno strepitoso “24” si è portato a casa la vittoria, iscrivendo l’Italia per la prima volta in un albo della National Basketball Association.

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